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Teramo: Forza Nuova offende i negozi cinesi

di Giancarlo Falconi
1 minuto

Il supermercato cinese a Teramo. Accanto alla sede della Polizia Municipale nel parcheggio San Francesco. Un manifesto offensivo ha accolto questa mattina gli addetti orientali. Una cultura millenaria, che lavora e non pensa alle polemiche.
Non mi hanno rilasciato dichiarazioni. Un cappio al collo. La delocalizzazione.
  I manifesti sono spariti nell'arco di un strappo e di una ripulita. Loro sono silenziosi e dediti al lavoro.
Gli adpeti di Forza Nuova hanno molto tempo da spendere e forse potrebbero mandare i loro curricula agli imprenditori cinesi.
Vuoi mettere... che non ci esca un'assunzione? Recuperiamoli....

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Commenti

Falconi non ti divertire troppo.
C'è poco da ridere....tra qualche anno saremo sopraffatti da loro se continuiamo così... comunque è la legge che glielo permette....
Adepto, mollaci che sei ridicolo. Come tutte le pecore tue colleghe...perchè pecore siete, avete bisogno di una guida, che vi indichi la via, vi dica cosa pensare e vi suggerisca slogan privi di significato da ripetere. Poi la legge che permette...è la bossi/fini, due noti comuinisti... Siamo nel 2012, non c'è modo di fermare l'emigrazione. L'unica cosa da fare è imporre i DIRITTI, che la nostra Costituzione contempla. La stessa Costituzione che presunti "uomini" di destra e sinistra, denigrano in ogni occasione. La stessa costituzione scritta da coloro che hanno liberato l'Italia dal fascismo. Poi permettetemi una domanda... Ma tutto quest'odio verso chi non è di destra, perchè? Sembra come se avessimo avuto 20 anni di dittatura comunista.... Andate a studiare
VOMITEVOLI
Non ho letto il manifesto e quindi non posso esprimere giudizi. Però..... che siano dediti al lavoro (anzi pure troppo, quasi degli schiavi) è la realtà ma che hanno mandato all'aria decine di imprese nella nostra Val Vibrata è anche vero, che fanno concorrenza sleale alle nostre aziende è vero, che non investono i loro soldi nei terrirorio è vero. I problemi di convivenza aumenteranno con l'aggravarsi della crisi economica e sarà sempre più guerra tra poveri. Non mi riferisco a Falconi ma è fin troppo facile predicare la tolleranza per chi è ricco, molto meno per chi deve combattere quotidianamente per sopravvivere..
ultimamente di questi tempi va di moda prendere di mira il debole di turno in nome del populismo...non penso proprio che i cinesi siano proprio deboli deboli rispetto a noi italiani...forse per noi tutti sarebbe meglio trovare un punto d'intesa pacifica con loro (in senso commerciale intendo ovviamente).
Fate un salto a via Paolo Sarpi a Milano, così poi li appenderete pure voi i manifesti qualsiasi sia la vostra ideologia. Scusate l'Off Topic: Per specialk1984 vacci piano con quella roba: http://www.thegooddrugsguide.com/ketamine/dangers.htm
S(f)orza Nuova offende se stessa in quanto tale. Ma, d'altronde, sono affini a quei simpatici birichini che nottetempo dalle parti dell'uscita di Bellante sulla Teramo-Mare si divertono a scrivere sui muri concetti altissimi tipo "Israele in fiamme” (con tanto di svastica) o "Forconi eroe nazionale”. ah già, ma loro organizzano manifestazioni musicali di “rock identitario”, mica raduni fascisti...
Se qualcuno spiegasse loro che la delocalizzazione la decidono i capitalisti di qui in nome del loro santo (stra)guadagno e non certo i cinesi che lavorano in Italia, se qualcuno spiegasse loro che se loro riescono a lavorare qui vuol dire che un modo esiste, se qualcuno spiegasse loro che i cinesi fanno qui quello che gli italiani hanno fatto in America, Belgio, Svizzera, Germania, Francia e compagnia e continuano tuttoggi a fare in giro per il mondo (compreso il non reinvestire soldi nel territorio ma portarli a casa), se qualcuno spiegasse loro che i loro prezzi sono molto più bassi dei pari italiani nonostante paghino reoglarmente affitti, tasse e lavoratori, se qualcuno spiegasse loro tutto ciò e anche qualcos'altro, probabilmente individuerebbero il loro "nemico" in altri anzichè puntare semplicemente il dito contro un colore diverso. Ma chi nasce tonn nn pò murì quatr....
Condivido in particolare quanto scritto da veritas e Camilo. Non potendo e volendo prendersela con certi camerati capitalisti, che solo negli ultimi anni hanno licenziato decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori italiani per "delocalizzare" le loro imprese nei paesi dell'est, sfruttando manodopera locale a 200 € mensili, ripiegano sui cinesi che almeno le tasse le pagano e la manodopera pure. Qualcosa per giustificare la propria esistenza la deve pur fare questa "forza decrepita". Mica possono fare manifesti contro i camerati che bivaccano da decenni in Parlamento riducendo sul lastrico i 2 terzi della popolazione italiana!...
@veritas- se qualcuno gli spiegasse che lavorano come schiavi anche 14 ore al giorno e che dormono e mangiano dove lavorano,che sono organizzati in gruppi che manomettono le macchinette mangiasoldi dei bar,che le loro aziende,in modo spregiudicato,falsificano di tutto e di più danneggiando il Made in italy,che hanno strutture di tipo piramidale,che l'operaio ne e' l'ultimo senza alcuna dignità,che svariano in tutti i settori dalla droga alla prostituzione,che non si e' mai visto il funerale di uno di loro...
Professò, innanzitutto dovresti rispondere a precedenti post di altri articoli ma, si sa, la fuga è compagna dell'omissione, dell'ignoranza, della codardia. Secondo dovresti smettere di bombardarti i neuroni di ciò che ti somministra il tg1 e incominciare a ragionare di tuo. Terzo dovresti fare, come ti ho proposto, parallelismo tra italiani all'estero e loro. Sono uguali. Come tutti. Se poi ci metti l'operato illegale chi meglio della nostra mafia? Della nostra camorra? In Italia e all'estero eh! Io ho un amica che lavora nel loro supermercato, fa orario regolare e ha paga regolare. Anche gli italiani (purtroppo) lavorano venti ore nei loro negozi, nelle loro officine, nei loro studi ma non ti viene in mente di farne razzismo. Mò te ne dico una: più che con le macchinette mangiasoldi fanno moneta espiantando gli organi nei fondaci :-) uahuahuahuah ma quando deciderai di leggere qualcosa di diverso dal Corriere della Sera? p.s. un'ultimissima cosa: la falsificazione o meglio, l'imitazione, è considerata negativamente nella nostra cultura mentre non lo è affatto in quella cinese. E probabilmente di fondo questo vuol dire che nella loro cultura non esiste il "questo è mio!" nè tantomeno la vergogna di arrivare secondi. Cosa che da noi spesso invece causa suicidi...
Mi scusi professor Occultis, non sarebbe opportuno stampare manifesti contro le nostre criminalità organizzate, che in quanto a sfruttamento e organizzazioni piramidali hanno esportato le loro enormi esperienze in giro per il mondo? Non tutti gli imprenditori cinesi sono come lei li descrive, così come non tutti gli italiani sono mafiosi.
Bravo professor occultis! Senza essere fascisti, squadristi, comunisti,giornalisti, piduisti, qualunquisti e fancazzisti, bisogna capire che il fenomeno sociale è degenerativo e a loro non frega un cazzo di integrarsi, loro fatijano in maniera virale e basta, dalla mattina alla sera... e sono molto razzisti nei nostri confronti. Ma questo lo sa solo chi c'ha avuto a che fare come il sottoscritto. Gli altri chiacchierano per ideologia e forza nuova fa ridere quando cavalca il cavallo cieco e pazzo dei suoi ideali... "suoi" per modo di dire... Ciao a tutti e complimenti per il blog!
Al commento di occultis mancano alcuni luoghi comuni: non ci sono più le mezza stagioni, i giovani non sono più quelli di una volta, ecc. ecc.; e forse anche "se mio nonno avesse avuto le ruote sarebbe stato una carriola".
@nu gnurand:nomen omen.bakunin e veritas ,ma che volete che davvero mi confronti con i vostri slogan sessantottini e confusamente vetero bolscevichi?siete patetici perche ' privi di idee e di raziocinio,su ogni argomento direste sempre le stesse cose.Avete mandato a memoria la pappardella che vi hanno propinato e andate avanti così,che volete che vi dica,andate avanti così...
Forza Nuova? Forza Vecchia.
@bakunin: ma insomma se una persona ha un'opinione diversa deve per forza passare per la tua censura? tu sei sempre stato così irreprensibile e giusto da poter essere esente dal dileggio? @nugnurand: con quanti imprenditori cinesi hai a che fare? serio dimmelo combà! @veritas: Potresti fare l'elenco dei giornali giusti che uno dovrebbe leggere per non essere etichettato da te? Cioè volete cominciare a DIALOGARE invece di strapparvi sempre le vesti e additare al bigottismo e al fascismo altrui? Finite sempre con l'essere più squadristi di quei beoti che hanno attaccato i manifesti. Ma in fin dei conti i flame partono sempre dai titoli e dagli articoli dalla vis sempre più provocatoria. Io lo trovo bello perchè da quì possono partire idee, miglioramenti e prese di coscienza di cui la provincia teramana, da sempre asservita ai politicant ha così tanto bisogno, però la natura umana è così triste che alle volte ogni sforzo appare inutile.
La comunita' cinese che merita rispetto in europa ha cercato sempre di integrarsi poco, poi con le normative italiane sull'immigrazione possono fare come vogliono! Di certo non cercheranno la piena l'integrazione. Pero' va detto ke in realta' extraeuropee si sn integrati nel tessuto socio-culturale!
Caro occultis, non si sforzi a dirmi come devo andare avanti, non so gli altri che ha chiamato in causa, ma io vado avanti così, lei vada avanti come le pare, la libertà è bella per questo...
Professor Occultis, fin quando i ricchi continuano ad arricchirsi e gli altri a pagare sempre il conto, perchè si dovrebbe dire qualcosa di diverso? Mi ricorda quella canzone "... "E sempre allegri bisogna stare, che il nostro piangere fa male al re, fa male al ricco e al cardinale, diventan tristi se noi piangiam... Le pappardelle caro professore me le magno, non le bevo. @Raimondo Cugnini. Generalizzare è sempre sbagliato. Lei forse conosce tutti gli imprenditori cinesi che lavorano nella nostra provincia?
Occultis (perchè il titolo di professore ci se lo guadagna...): purtroppo ai tuoi miseri occhi cosa non è bianco è nero. Tanto, tanto lontano sono dai sessantottini. E' che non vi hanno mai detto che tra A e Z c'è un'altra ventina di lettere, tra bianco e nero c'è un intero arcobaleno. Alle mie poche e misere idee di confronto ti sei comunque, per l'ennesima volta!!, sottratto. Cugnini: indicami dove vi ho tacciato di fascismo. Io ho chiesto solo di fare parallelismi e non ne avete fatti. Vi ho chiesto solo di uscire dagli schemi imposti dagli organi di potere e non lo farete mai. Di fascismo non ho accusato nessuno, come non accuso di comunismo ma vale per te quanto detto per Occultis. Tra A e Z... e tra bianco e nero.... Le etichette ve le incollate da soli.
Prato e i cinesi: “condomini” sull’orlo di una crisi di nervi TAG: contraffazione, hong kong, pmi, prato, roberto cenni, sasch, tessile, tessile prato Nel “condominio” Prato i rapporti di buon vicinato fra italiani e cinesi sono ormai un ricordo. Un lontano ricordo, per la cittadina a pochi chilometri da Firenze, è la sua lunga storia di tolleranza, fatta di convivenza tra 110 etnie diverse. Nelle ultime settimane sono arrivati in Comune 240 esposti, il pronto soccorso dell’ospedale è intasato da cinesi che non hanno medico di famiglia e si rivolgono lì per qualsiasi disturbo, i condomini pratesi che vivono sullo stesso pianerottolo con famiglie asiatiche si lamentano delle case-dormitorio, del via vai continuo di persone e merci, delle carni messe a essiccare. Non si sopportano più «rumori e odori», mentre gli anziani urlano contro i cinesi: «Sudicioni tornatevene a casa». Ecco perché martedì 19 gennaio i pochi pratesi rimasti che vivono nel quadrilatero attorno a via Pistoiese, la Chinatown della città toscana, hanno applaudito da marciapiedi e balconi il blitz spettacolare della la polizia. Dall’alto un elicottero che faceva da Tom tom, gli agenti a terra che facevano irruzione nei capannoni dove centinaia di clandestini lavoravano in condizioni di “moderna” schiavitù. Trenta aziende sono state sigillate e 70 cinesi portati in Questura. Il console a Firenze, Gu Honglin, ha protestato e ha paragonato la polizia italiana alle SS naziste che tiravano fuori dalle case donne e bambini. Da Roma, invece, il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha teorizzato un «modello Prato» da copiare dappertutto. Lo stesso ministro sarà martedì 26 gennaio in città per rispondere all’appello del sindaco Roberto Cenni che chiede uomini e mezzi per stroncare l’illegalità fatta di 500 controlli (blitz) l’anno. Più d’uno al giorno. I cinesi a Prato sono almeno 30 mila su 180 mila abitanti. Oltre il 15% della popolazione, mentre la media nazionale di immigrati è al 6%. Le prime avanguardie sono arrivate negli anni ’90 da Weng Zhou (vicino Shangaí) e con il passare del tempo la comunità si è stratificata socialmente. E’ nato un ceto di milionari, una borghesia degli affari che possiede aziende anche da 15 milioni di fatturato, si riunisce al ristorante Hong Kong e gravita attorno all’associazione di amicizia Weng Zhou. Questa neo-borghesia, fatta di uomini e donne di 55 anni con figli nati in Italia e che parlano la nostra lingua senza erre moscia, è arrivata a Prato e ha inventato un modello di business che non esisteva. Nel gergo si chiama «pronto moda», 500 aziende che copiano stilisti e catene di successo, producono a velocità turbo lavorando 7 giorni a settimana e 20 ore al giorno, per poi venderli sui mercati europei a prezzi mostruosi (jeans a 5 euro, giacche a 10-12 e cappotti a 30). Questi prodotti venduti in negozi e mercati rionali hanno scalzato maglie e abiti dei piccoli confezionisti del Napoletano e di Martina Franca, grazie a due condizioni necessarie. I cinesi comprano sempre di più le stoffe direttamente nel loro Paese (se le acquistassero dai tessitori di Prato spenderebbero il doppio) e la loro filiera produttiva ha a monte una miriade di laboratori conto-terzisti che sfruttano il lavoro di connazionali arrivati con visto turistico a tre mesi. Un meccanismo, preciso come un orologio svizzero che ha retto anche alla crisi economica. Una cosa va detta però, il distretto del tessile, che ha fatto ricchi i pratesi per decenni, non è andato in crisi per colpa dei cinesi. Il distretto non si è evoluto o non ha voluto evolversi. Il potere di mercato e il valore si spostava a valle e non bastava più tessere ottime stoffe, bisognava anche confezionarle e venderle. I «vecchi ricchi» hanno fatto spallucce. Mentre quei pochi che l’hanno capito si sono salvati e uno di questi è proprio il sindaco-imprenditore Cenni, proprietario della ditta Sasch. Ora Cenni ha deciso che così non si può andare avanti e che, se la politica non si muove, la borghesia del ristorante Hong Kong accumulerà tanti soldi da mangiarsi la città. Ma Cenni da uomo di business sa anche che Prato non può più fare a meno dei cinesi, resterebbe un museo della deindustrializzazione e nessuna legge speciale da stato di crisi la salverebbe. Da qui l’idea di premere sui cinesi per costringerli a un accordo. Di fatto con il blitz di martedì scorso è partita la «prima guerra del tessile». Il «piano», un’operazione che si basa su un mix di sicurezza e politica industriale, intende fare terra bruciata attorno ai capannoni clandestini per portare la borghesia cinese di Prato a stipulare un patto locale anti-crisi. Le loro ditte si devono mettere in regola, comprare i tessuti dalle aziende di Prato e in cambio il sindaco-imprenditore si sta impegnando a concludere un accordo con le catene della distribuzione, tipo H&M e Zara, per vendere loro il pronto moda tosco-cinese in grandi quantità e a prezzi contenuti. Ma perché i cinesi dovrebbero sottoscrivere un’intesa che farebbe lievitare fortemente i costi? «Possono confezionare un prodotto migliore. Non venderanno più cappotti a 18 euro ma magari a 30. E saranno cappotti di qualità più alta» risponde Cenni. E i cinesi rinunceranno a cuor leggero alla loro filiera sommersa, al loro piccolo Eldorado? Zara e H&M accetteranno di salvare la coesione sociale di Prato? La sfida comunque è lanciata ed è difficile che il Comune e il governo tornino indietro. Un’intesa con gli industriali cinesi rappresenterebbe una grossa novità tanto da farne davvero, un «modello Prato», ma oggi esistono scarsi canali di comunicazione tra le due borghesie e le due comunità. È assai difficile che qualcuno a Prato parli del «mio amico cinese» o lo inviti a cena. 25 gennaio 2010 16:21 | Cronaca Italia
@Ninco Nanco: notizie un pochino datate, gennaio 2010... qualcosa di più recente c'è?
Quando si riporta un articolo (vecchio di due anni e mezzo) è doveroso citare la fonte. Zen, Scampia, Cep, Le vele, 167, Barriere, forse un giro in questi posti non lo hai mai fatto. E parliamo di oggi. Vogliamo fare un giro storico nei quartieri italiani in Belgio o in America o in Germania? Il pronto gross è un'idea tutta italiana, ne esistono a Bologna, Nola, Rimini e in molti altri posti e funzionano proprio come descritto nell'articolo: capacità di copiare o imitare le idee degli stilisti maggiori, mettere in produzione velocemente e in distribuzione ancor più velocemente ma, soprattutto, uscire pressochè settimanalmente con qualche novità (che non è escluso appartenga alle linee dell'alta moda del futuro anno). Se vuoi ti cito una serie interminabile di marchi e griffe nate e cresciute così. I cinesi hanno riempito gli spazi della nosta nazione che gli imprendiitori italiani hanno svuotato delocalizzando in Indonesia, Tahilandia, Vietnam, Cina stessa (chi di voi, spogliandosi, mi riesce a scrivere che non ha un solo capo made in China?) e, ultimamente, Serbia e Romania. Hanno acquistato opifici, capannoni, case e fanno la stessa concorrenza che gli italiani cercano all'estero. ma quel che è più importante è che gli italiani sembrano gradire molto (se non altro economicamente) l'"alternativa" cinese. Avete mai fatto un giro nella via dei parrucchieri cinesi a Roma o in quella ancor più grande di Milano? Strapieni.
Questo grave problema si sta estendendo a macchia d'olio sul nostro Paese.. in segno di protesta contro questo manifesto stanno trapelando notizie relative ad un'imminente sciopero indetto dai napoletani che lavorano in Italia per i cinesi applicando la dicitura "made in china"... me l'ha confidato un mio amico cinese che ancora deve arrivare in Italia...anche lui in segno di protesta non verrà a Teramo...andrà a "vivele" a Giulianova... si chiama... CIA MING TI'!
C'è chi parti per la cina per colonizzare......(ricordate gli anni 90 ???) e fù colonizzato
Nei confronti dell'articolo e di molti commentatori provo solo una sfrenata tenerezza. Saluti.

Saluti romani...immagino.
A parte la facile battuta, noi siamo per il confronto civile, per la giusta provocazione, non per la volgarità o i toni discriminatori. Tutto qui.

@veritas ...in vino?e ti sbagli come sempre perche' professore lo sono davvero, magari in demodossologia,così ti diverti e ti fai un giro per sapere di che si tratta..mi dovrei confrontare su che cosa?ho provato a leggere quello che scrivi ma non lo capisco,fatti capire e io sono qui.
Professò, basta poco e che ce vò! Dizionario online tratto da: Grande Dizionario Italiano di GABRIELLI ALDO Dizionario della Lingua Italiana Editore: HOEPLI demodossalogia [de-mo-dos-sa-lo-gì-a] o demodossologia s.f. Scienza che studia la pubblica opinione come fenomeno di psicologia collettiva, e i fattori che intervengono nella sua formazione. Aspettiamo le sue conclusioni professionali riguardo ai fattori che intervengono nella formazione psicologica collettiva dei commentatori di blogs.
Razzismo: Riccardi, crisi economica puo' scatenare caccia a capro espiatorio Roma, 5 set. (Adnkronos) - "In Italia stanno crescendo pericolosamente fenomeni di razzismo e di intolleranza, e una particolare recrudescenza si registra su Internet. Il rischio e' che in momenti di crisi economica possa scatenarsi una vera e propria caccia al capro espiatorio: lo straniero, l'immigrato, il diverso, l'ebreo, il rom. Del resto non sarebbe la prima volta nella storia". Lo denuncia il ministro della Cooperazione internazionale e l'Integrazione Andrea Riccardi che, intervistato dall'Adnkronos, annuncia: "per porre un argine all'odio razziale sul web" e "colpire i seminatori di odio e di violenza" "abbiamo intavolato una discussione con il ministro della Giustizia Paola Severino. In qualità di esseri umani, non sarebbe forse il caso di iniziare a pensare di "battersi" per non far esportare più le nostre aziende in Cina ma i nostri diritti civili?
@bakunin Nel caso specifico oserei dire la psicologia di branco,visto che Falconi butta l'esca e voi tutti abboccate.Qui addirittura ho visto osannato il modello cinese,per cui per loro imitare o copiare e' un modello cultural economico che gli appartiene e che come tale merita rispetto e plauso.Il Made in Italy e' invece,a vostro modo di vedere,un problema di coloro che ne sono attori,che non bisogna difendere perche' senno' come fanno i poveri cinesi;vorrei appena ricordare che la spregiudicata produttività cinese e' al momento una delle cause importanti dell'inquinamento planetario,che le condizioni di vita dei loro lavoratori sarebbe intollerabile per un europeo,che la vera ricchezza e' in mano a pochi ultra miliardari,che il benessere così come lo intendiamo noi occidentali e' limitato a poche grandi metropoli e non a tutti.Pero' c' e' la saggezza cinese millenaria...
Ecco i punti salienti di una missiva ricevuta da Samaras e inviata da BCE, Fmi e Commissione Europea con dei "suggerimenti" per far uscire il Paese dalla crisi. Comune denominatore: spezzate la schiena ai cittadini. A Incremento della flessibilità degli orari di lavoro: in tutti i settori si dovrebbe passare da cinque a sei giorni lavorativi per settimana. B Ridurre il riposo minimo giornaliero a un massimo di 11 ore: le ore occupabili dal lavoro diverrebbero, così, 13. C Eliminare qualsiasi restrizione di orario massimo tra mattina e pomeriggio. D Ridurre a una sola tipologia (e cifra) il salario minimo: non si dice quale sarebbe l'ammontare "ideale", ma si sottolinea che in un Paese come la Grecia, nel quale la disoccupazione è così alta, bisogna disincentivarla, rendendola meno "conveniente". da RaiNews ...insomma... tecnicismi di professori...perchè la Grecia sia più vicina...alla Cina...per il momento solo la Grecia...per il momento...
Professor Occultis forse sarebbe meglio dire la psicologia dei branchi visto che le posizioni espresse sono, diciamo 50 e 50, antitetiche. Non mi pare che nei miei, modestissimi, interventi su questa questione io abbia espresso le idee che lei attribuisce a chi, per dirla con lei, "difende i cinesi" o a chi, sempre per dirla con lei, "condanna i cinesi". Il mio riferimento ideale è sempre Enrico Berlinguer che a Lisbona, nel 1979 asseriva: "Decisiva è oggi, per il genere umano, la costruzione di un nuovo ordine economico internazionale, che sia rivolto a superare le condizioni di sottosviluppo, di arretratezza, di povertà e di fame in cui sono costretti a vivere ancora oggi centinaia di milioni di esseri umani." Dalle parole di Berlinguer si evince che si tratta di "globalizzazione" ma una globalizzazione diversa da quella in corso di attuazione e che avrebbe dovuto essere un globalizzazione di diritti e non una furbesca scorciatoia per ignobili speculazioni finanziarie. Cerco di spiegarmi meglio ragionando astrattamente: se due operai, uno italiano ed uno cinese, ricevono un salario nominato in €uro rispettivamente di 1.200 e 200 €uro per la stessa quantità e qualità di lavoro ed entrambi nel loro paese hanno lo stesso tenore di vita, sicuramente non da benestanti, fermo restando che le materie prime sul mercato mondiale hanno un prezzo, un valore, omogeneo chi delocalizza in Cina, e lì produce, realizza un minor costo per ogni unità di prodotto dovuto solo al minor costo, apparente, della mano d'opera. Lo stesso imprenditore però non pone il prodotto in vendita nel suo mercato nazionale ad un prezzo compatibile con il paese in cui produce bensì ad un prezzo pari a quello che sarebbe stato se la produzione si fosse effettuata in Italia anzichè in Cina. Quindi è colpa dei cinesi se vendono in Italia ad un prezzo correlato al loro luogo di produzione? O è colpa di tanti imprenditori che vogliono solo realizzare guadagni finanziari che non tengono conto della produzione materiale? In fondo la crisi che sta vivendo tutto il mondo è dovuta alla creazione di valori finanziari (vedi mutui sub-prime) senza collegamento con il valore della produzione materiale.
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