Vittorio Sgarbi è tornato da protagonista in Abruzzo. Ieri sera, in una serata di fine agosto, nella Chiesa di Sant’Agostino di Tortoreto si è tenuta una conferenza sull’opera di Mattia Preti, “Battesimo di Sant’Agostino”, in occasione della celebrazione del quattrocentesimo anniversario della nascita dell’artista.
Il Professore ha apprezzato la presenza così larga di pubblico, cui ha promesso subito di “scaldare il cuore” nell’ammirare l’opera, che lui considera “il dipinto più importante di Mattia Preti”, uno dei pittori più noti e rilevanti del Barocco. E non ha deluso le aspettative, facendosi perdonare la lunga attesa.
“Persona di sentimenti semplici e puri”, Mattia Preti non mancava mai di inviare proprie opere a Taverna (in Calabria), luogo di origine cui rimarrà emotivamente legato per tutta la vita.
Soggiorna un lungo periodo a Roma, dove c’è la leggenda di Caravaggio, “pittore di pensiero del tutto alieno da rappresentazioni teatrali”.
Nessun pittore interpreta la morte e la malattia come Caravaggio, verso il quale Mattia Preti proverà una vera e propria adorazione.
Con Caravaggio Mattia Preti instaura “un principio ineludibile di fratellanza” e con la propria produzione pittorica “teatralizza quello che Caravaggio prende dalla vita”.
Il dipinto “Battesimo di Sant’Agostino” (pala dell’altare maggiore della Chiesa di Tortoreto) è, secondo Sgarbi, l’esempio più evidente del caravaggismo di Mattia Preti. L’artista vi rappresenta in modo solenne il battesimo di Agostino da parte di Ambrogio, vescovo di Milano. “Il corpo del Neofita, per il disegno e la luce, accompagna lo scalare progressivo dell’impianto compositivo e si pone come giusto equilibrio della disposizione dei gruppi”.
Mattia Preti ha messo in scena nella propria opera quello che Caravaggio ha rapito dalla vita, compreso il dolore e la ferocia del delitto.
Come un cibo agrodolce, il Professore ha saputo lusingare in modo seducente, ma allo stesso tempo ha polemizzato, di fronte al Sindaco di Tortoreto, Monti, e al Deputato Paolo Tancredi, sulle costruzioni selvagge della costa, sulla mancanza negli anni di un piano strategico di salvaguardia del territorio.
“Occorre smettere di costruire”, ha sentenziato Sgarbi, ormai “bisogna solo restaurare”.
Dell’antico splendore degli anni ’30 e ’40 del Novecento, secondo il critico, poco si è salvato in mezzo a palazzoni che evidenziano un completo disinteresse per l’estetica.
In altre regioni d’Italia un’opera come “Battesimo di Sant’Agostino” richiamerebbe un pubblico specifico non necessariamente per la stagione estiva.
Quanti conoscono invece a Teramo questo dipinto?
I politici presenti sembravano basiti del fatto che così tante persone attendessero la spiegazione di un quadro al caldo, nell’ora di cena e non abbandonassero la Chiesa per la sagra del fagiolo, dell’asparago o del cavolo.

Commenta
Commenti