Buonasera signor Giancarlo,
Le scrivo per denunciare un triste avvenimento di oggi.
Mia madre (69enne) e mio padre (76enne) abitano a Teramo nel quartiere xxxxxxx insieme a mio fratello (che è fuori casa tutto il giorno per lavoro), mentre io vivo a xxxxx. Questa mattina hanno ricevuto una telefonata al telefono fisso nella quale l’interlocutore riferiva di essere un avvocato e che li contattava in quanto io, a xxxxx, ero in stato di arresto in questura in seguito all’investimento di un pedone sulle strisce pedonali. Ovviamente lui era l’avvocato della parte lesa e chiedeva 5000€ per ripagare il suo assistito. Riferiva anche che io lo avessi informato sul fatto che in casa tale somma non fosse disponile e che quindi si sarebbe accontentato anche dell’oro. Di primo impatto, colti dallo sgomento, i miei hanno riferito di avere disponibile dell’oro (del quale ha voluto peraltro avere una dettagliata descrizione) e qualche contante. Terminata la descrizione, ha detto che sarebbe arrivato un suo collega da xxxx a ritirare il tutto. Dopo qualche minuto hanno suonato al citofono e solo a quel punto (e per fortuna) i miei si sono resi contro che da xxxx a Teramo 5 minuti scarsi erano improbabili e quindi non hanno aperto. Il soggetto in questione si è ben guardato dal farsi vedere al videocitofono e, nel momento in cui mio padre si è affacciato alla finestra per vederlo in faccia, se l’è data a gambe. L’unico dettaglio che ha colto sia al citofono che alla finestra erano i capelli rossi. Di storie come questa se ne sentono molte ma ti scrivo solo per diffondere un’allerta per tutte le persone sole, per metterle in guardia da questi farabutti che fanno leva sulla sensibilità e sull’amore di un genitore verso i suoi figli, per derubarli dei loro averi.
Ovviamente le forze dell’ordine sono state allertate ma credo che la consapevolezza dell’esistenza di queste situazioni sia molto più efficace per prevenire spiacevoli accadimenti.
Grazie per l’attenzione.
Lettera Firmata
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