Ha davvero dell’incredibile la vicenda amministrativa della società in house della Provincia “Teramo Lavoro srl”.
Nonostante numerose denunce, esposti e domande ripetute insistentemente sui media, sembra impossibile - ad oggi - che i cittadini possano ricevere qualche notizia di conforto su come vengano spesi i loro soldi.
Ci limiteremo nuovamente ad esporre alcuni punti critici, nella speranza che l’Amministratore unico (Dott.?) Venanzio Cretarola e il socio unico Dott. Valter Catarra possano finalmente dissipare le nebbie che avvolgono la società, ma questa volta – in caso di ulteriore e perdurante silenzio – non avremo altra scelta che informare il Difensore Civico Regionale, la Corte dei Conti e la Procura della Repubblica e anche il nuovo Prefetto di Teramo.
Preliminarmente vorrei ricordare che le Pubbliche Amministrazioni, sulla scorta dell’art. 11 del Decreto Brunetta, hanno l’obbligo dal 2009 di garantire l’accessibilità totale (e non l’opacità totale che la Provincia e la sua società manifestano costantemente). Infatti il comma 1 del predetto art. 11, direttamente applicabile anche agli Enti Locali, prescrive che “La trasparenza è intesa come accessibilità totale, anche attraverso lo strumento della pubblicazione sui siti istituzionali delle amministrazioni pubbliche, delle informazioni concernenti ogni aspetto dell'organizzazione, degli indicatori relativi agli andamenti gestionali e all'utilizzo delle risorse per il perseguimento delle funzioni istituzionali, dei risultati dell'attività di misurazione e valutazione svolta dagli organi competenti, allo scopo di favorire forme diffuse di controllo del rispetto dei principi di buon andamento e imparzialità. Essa costituisce livello essenziale delle prestazioni erogate dalle amministrazioni pubbliche ai sensi dell'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione”.
1) Cominciamo dall’inizio. Nella deliberazione del Consiglio Provinciale n. 19 del 20.05.2010 di costituzione della società si fa riferimento ad un parere richiesto ad “un Avvocato particolarmente esperto in questo settore, al cui vaglio sono stati sottoposti sia lo schema di Statuto, sia lo schema di Convenzione”. Trattasi dell’Avv. Romolo Di Filippo, di cui saremmo curiosi di conoscere il curriculum in materia di società pubbliche, dato che risulterebbe essere molto più giovane del già giovane Dirigente dell’Avvocatura Provinciale, la quale stranamente non è stata affatto consultata. Perché non si è chiesto un parere gratuito all’Avvocatura interna e si sono spesi circa 4.000 euro per una consulenza esterna? È legittima quella consulenza? L’Avvocato Di Filippo è lo stesso che lavora nello studio legale dell’Assessore Regionale Di Dalmazio?
2) Nello Statuto di Teramo Lavoro, all’art. 3 comma 4, è previsto che “L’Amministratore della società relazionerà al socio (…) presentando entro il 30 novembre di ciascun anno (…) al Presidente della Provincia di Teramo il budget economico-finanziario dell’anno successivo, unitamente al Piano Operativo annuale di Sviluppo della società ed alla programmazione del fabbisogno di personale, per la successiva approvazione”. Sono mai stati presentati tali documenti da Cretarola? E Catarra o il Consiglio Provinciale li hanno mai approvati? In caso negativo, potrebbero spiegarci sulla scorta di quali norme si sia proceduto ad assumere circa 110 dipendenti? E come sia stato possibile eludere i vincoli assunzionali contenuti nelle leggi nazionali, come chiarito dalla Corte dei Conti Sardegna con Parere n. 24 del 31.5.2010, laddove si precisa che “le società in house (…) non possono rappresentare per l’Ente locale uno strumento da utilizzare per eludere le norme di finanza pubblica e, in particolare, la disciplina vincolistica in materia di spesa per il personale”?
3) Nello Statuto di Teramo Lavoro, all’art. 8 comma 1, è previsto che “Il socio, in conformità alle norme di legge in vigore, potrà effettuare finanziamenti alla società, che salvo diverse pattuizioni, saranno considerati mutui infruttiferi di ogni interesse e remunerazione”. Ebbene, Catarra potrebbe spiegarci come mai il Consiglio Provinciale abbia deciso – con deliberazione n. 34 del 28.09.2011 – di “prevedere l’attribuzione di un contributo in favore della società, quale dotazione finanziaria per lo start-up” aderendo “alla richiesta della società Teramo Lavoro S.r.l.” e stabilendo “di riconoscere, parte delle spese da destinare alla società stessa, a titolo di attribuzione quota di funzionamento della Società stessa, quantificando l’importo in € 128.253,85 da imputare sul bilancio dell’anno corrente 2011”? Trattasi di mutuo, o come sembrerebbe di un regalo? E tale elargizione è consentita a termini di legge, di statuto e di convenzione, oppure si è determinato un danno erariale, visto che il contributo è stato poi liquidato con determinazione del Settore B7 n. 126 del 30.12.2011? E quei soldi a cosa sono serviti? Per cosa sono stati utilizzati? E come mai, se davvero fossero serviti per lo start-up, sono stati erogati dopo un anno e mezzo dalla costituzione della società, considerato che nel mentre sono state pure approvate ben nove deliberazioni della Giunta Provinciale concernenti la società, in nessuna delle quali si fa menzione della opportunità o necessità di tale contributo?
4) L’Amministratore unico Venanzio Cretarola, nominato dal Presidente Catarra, riceve il compenso allo stesso spettante ai sensi dell’art. 10 comma 3 punto 3 e dell’art. 14 comma 2 dello Statuto? Se si, a quanto ammonta? Se no, Catarra intende determinarne il compenso in futuro?
5) È legittima la notissima autoassunzione operata da Cretarola in qualità di Coordinatore di Progetto? E Cretarola operò le dovute selezioni e comparazioni curricolari quando scelse se stesso in luogo di altra professionista con maggiore esperienza che già svolgeva il medesimo ruolo percependo molto di meno e che aveva fatto regolare domanda di partecipazione alle selezioni? Cretarola, lo ripetiamo per la centesima volta, è laureato? Catarra si decide a mostrarci il suo curriculum, che per legge dovrebbe già trovarsi sul sito dell’Ente? La questione non è oziosa, perché i cittadini devono sapere se la società ha operato nel rispetto dei vincoli di legge e, in particolare, quelli previsti dall’art. 18 comma 2 del D.L. n. 112/2008, a mente del quale il reclutamento del personale e il conferimento degli incarichi delle società a partecipazione pubblica totale devono essere effettuati rispettando i principi “di trasparenza, pubblicità e imparzialità”. Cretarola ha rispettato tali principi quando si è autoassunto? E possiede i titoli di studio e professionali migliori degli altri soggetti che presentarono il proprio curriculum per poter essere selezionati?
6) Con riferimento, poi, a tutte le altre assunzioni, potrebbero Catarra e Cretarola rendere noti i verbali delle selezioni a suo tempo effettuate? E potremmo sapere le assunzioni da chi furono autorizzate? Perché non risultano né delibere di Consiglio né delibere di Giunta che autorizzino assunzioni di sorta? È possibile bypassare totalmente gli Organi fondamentali della Provincia per assumere 110 dipendenti?
7) È stato mai nominato il Revisore unico o il Collegio sindacale pure previsti dagli artt. 16, 17, 18, 19 e 20?
8) Sono mai stati approvati dall’Assemblea (cioè da Catarra) i bilanci sociali del 2010 e del 2011, così come prescritto dall’art. 21 dello Statuto?
9) Perché Teramo Lavoro per mesi si è rifiutata di fornire dati, notizie e documenti al Nucleo Ispettivo interno all’ex III Settore dell’Ente, come relazionato puntualmente dal Nucleo medesimo? Perché il Responsabile del Nucleo Ispettivo ed un altro Funzionario del III Settore (oltre al medesimo Dirigente del III Settore) sono stati trasferiti ad altro Settore due mesi dopo l’elaborazione e la trasmissione all’Autorità di Gestione della Regione Abruzzo (Dott. Germano De Sanctis) della “Relazione conclusiva dell’attività di vigilanza sulla società in house Teramo Lavoro S.r.l.”? Perché Catarra e Cretarola si permettono tale mancanza di trasparenza, nonostante l’art. 4 della Convenzione generale di servizio fra la società e la Provincia preveda al comma 2 che “i Settori della Provincia (…) controllano l’operato della Società ed il rispetto dei modi e dei tempi di effettuazione dei servizi”? E nonostante l’art. 4 comma 3 della Convenzione preveda che “La Provincia può eseguire, attraverso propri incaricati, verifiche sulla corretta gestione dei servizi affidati alla Società. Teramo Lavoro mette a disposizione i dati richiesti o comunque ritenuti utili e offre la collaborazione necessaria per un’efficace verifica”? E nonostante l’art. 4 comma 7 della Convenzione prescriva che “La Società si impegna altresì a fornire alla Provincia ogni tipo di informazione o richiesta riguardo allo svolgimento dei servizi”? Perché non si è mai fornito, nel merito, puntuale riscontro alla predetta relazione conclusiva, che conteneva pesanti dubbi di legittimità sull’operato di Cretarola?
10) Perché si è proceduto ad effettuare ben quattro proroghe della continuazione dei servizi previsti nella Convenzione (delibere G.P. n. 651 del 30.12.2010; n. 360 del 28.06.2011, n. 397 del 15.07.2011 e n. 737 del 20.12.2011) senza trasformare i relativi contratti dei dipendenti da tempo determinato in tempo indeterminato, come pure prescritto dal D.Lgs. n. 368/2001 (le cui norme sono cogenti per i contratti della società in house)?
11) Perché si sono anticipate ben tre volte delle somme alla Società con deliberazioni di Giunta Provinciale n. 430 del 17.09.2010, n. 73 del 25.02.2011 e n. 82 del 14.02.2012?
12) Infine, se con atto n. 155 del 28.07.2010 si è affidato alla società Teramo Lavoro anche il servizio di supporto ed assistenza tecnica per la gestione delle attività inerenti il Servizio Gestione Rifiuti dell’VIII Settore per un importo di € 67.000, come mai con deliberazione G.P. n. 73 del 25.02.2011 si completava una anticipazione complessiva di € 83.458 alla società per lo svolgimento del medesimo servizio?
Il Vice Coordinatore Provinciale di Teramo del FLI
Futuro e Libertà per l’Italia
Maria Cristina Marroni
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