L'avevamo scritto. Prima le condoglianze alla famiglia Camillini poi vi racconteremo una storia di mancanza di empatia, di pietas.
Ho provato a mettermi nei panni della figlia di Fausto, dei figli di Fausto.
Impossibile. Mi è mancato il fiato per la rabbia. Umanizziamo la sanità? Umanizziamo la burocrazia? Ci fermiamo un attimo? Ci azzeriamo? Perchè vedete, se ancora accadono simili episodi, senza andare a citare ciò che succede tra le corsie degli ospedali con episodi di violenza verbale e di assoluta assenza di pietas humana, il peso è nostro. La responsabilità è anche nostra perchè ci siamo dimenticati dell'importanza della denuncia pubblica. Ecco, le giustificazioni che si trovano sempre dovrebbero essere sostituite dalle scuse quelle della consapevolezza di un ruolo, di tutti i ruoli che sono fondamentali per la società civile. Tutti i ruoli possono decidere anche dello stato d'animo di una persona, del suo equilibrio mentale, del suo presente, della sua vita. Pensiamoci.
Giancarlo Falconi
Scrive la mia amica Lidia Bocci.
"Ieri sera a Giulianova ,una figlia che non riusciva a contattare suo padre anziano ma ancora in gran forma fisica, ne fa denuncia di scomparsa.
Nel frattempo, la mattina, era stato trovato cadavere un uomo, nelle acque antistanti uno stabilimento balneare di Giulianova (la spiaggia dei teramani), ma nessuno lo aveva riconosciuto e così era stato portato all'obitorio dell'ospedale locale.
Quando è arrivata la denuncia di scomparsa di cui sopra, a qualcuno è venuto in mente ci potesse essere un match tra i due eventi che, purtroppo, c'era.
Ma i figlioli di quest' uomo, peraltro conosciutissimo e molto amato da tutta la sua comunità teramana, sono stati lasciati in ambascia, senza poter effettuare il riconoscimento del papà, fino a stamattina.
Perché? Perché l'obitorio dell'ospedale aveva chiuso alle 20:00 e la "regola" non si poteva infrangere.
Io credo che questa sia stata una roba di una violenza disumana, una tortura inflitta gratuitamente ai due figli, in ragione di una burocrazia ridicola che scambia il fine del proprio esistere con il mezzo.
Fosse stato per me, quella porta l'avrei abbattuta a calci. Gli stessi calci che bisognerebbe dare ai responsabili di questo scempio, spedendoli direttamente su un pianeta lontanissimo da ogni minima parvenza di umanità.
Mi vergogno di vivere in un posto dove possono accadere cose simili.
Addio, caro Fausto Camillini. Riposa in pace.
Scrive Francesco Marcozzi di Radio G.
GIORNO PER GIORNO
La burocrazia e il dolore
Il dolore di una famiglia nascosto, soffocato negli ingranaggi di una burocrazia implacabile. Si sapeva già da ieri sera chi fosse il teramano morto ieri mattina nell’arenile antistante lo stabilimento Malibù. La figlia, non vedendo tornare a casa ieri il padre, atteso per cena, si era messa subito a cercarlo. E si è diretta nello stabilimento balneare dove ha un cabina affittata per l’estate e, dentro, ha trovato gli effetti personale del genitore. Quindi, c’erano tutti gli elementi necessari per identificarlo: non era tornato a casa per cena, lei aveva trovato maglietta e calzoncini nella cabina e non era stato segnalato nessun altro scomparso. Ma, a questo punto era necessaria l’identificazione personale della salma che era stata composta all’obitorio dell’ospedale di Giulianova. A quel punto bisognava recarsi lì e procedere, da parte della figlia, al riconoscimento del padre. Sembrava una cosa normale, ma non è stato così perché, in maniera inflessibile l’orario dell’obitorio va dalle 8 alle 20 e, siccome questa “necessità”si è manifestata dopo le 20, l’obitorio restava chiuso sebbene, aggiungiamo noi, c’era un addetto reperibile. Per cui la povera donna ha dovuto attendere tutta la notte per conoscere definitivamente il destino del padre. Possibile che nessuna autorità (le indagini sono a cura della Guardia costiera di Giulianova) avrebbe potuto rimuovere quell’ostacolo burocratico di fronte ad dolore immenso quale la scomparsa di una persona cara. Se è così siamo proprio messi male. E crediamo che, forse, su questo bisognerà indagare.
L'altra Campana.
Leggete https://www.iduepunti.it/18-08-2025/giulianova-laltra-campana-senza-la-capitaneria-di-porto-non-si-poteva-aprire-lobitorio
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