Salta al contenuto principale

Scivoli occupati e diritti negati: il quotidiano ostacolo di chi vive su una carrozzina

di Giancarlo Falconi
2 minuti

Un mese fa a viale Bovio, l'appello di Luca.


La pioggia cade fitta su viale Bovio, a Teramo, mentre la normalità del traffico si scontra con una realtà spesso invisibile. È qui che incontriamo Luca, 43 anni, da venti costretto su una sedia a rotelle dopo un incidente in moto avvenuto lungo una curva.

«Non ho piegato e mi sono piegato», dice con un sorriso amaro, affidando all’ironia anni di sofferenza e di accettazione. Oggi Luca vive a Teramo, pratica numerose attività sportive e racconta la disabilità a chi è ancora intrappolato nella depressione. Ci ferma sotto la pioggia, sorridendo, mentre sull’asfalto l’acqua trasforma la strada in una sorta di Venezia senza Mose, ma con “Mosè in dirittura d’arrivo”.

Indica un amico, bagnato dalla pioggia, richiamando un forte senso di comunità e coerenza. «Parcheggia sempre così, ma non sono mai riuscito a parlarci», racconta. Non è un caso isolato. Lo scivolo resta inutilizzabile, così come inutili diventano le buche sull’asfalto. «Pensa, Giancarlo, che gli operai del Comune che tappano le buche sono i nostri eroi. E non sanno quanto il loro lavoro sia fondamentale per noi».

Luca parla senza fermarsi, descrivendo le difficoltà quotidiane di muoversi per Teramo, anche al netto delle auto parcheggiate senza rispetto e senza coscienza civica, senza pensare alle conseguenze sulle vite degli altri. «Due o tre volte ho chiamato la Polizia Locale, ma c’è sempre l’auto impegnata. Lo comprendo e non mi lamento. Avrei solo voluto provare il senso di una rivendicazione etica, spiegare quanto sia imbarazzante dover chiedere aiuto a un passante. Quel senso di pena negli sguardi è mortificante».

Intanto la pioggia aumenta. Le auto sono parcheggiate in fila, come foglie d’autunno che cadono sull’asfalto. Luca sale sulla sua “carrozza”, come chiama l’auto, riesce a entrare, sorride e riparte. Resta invece fermo il “Texas Ranger” di noi altri, parcheggiato a chiudere lo scivolo, per di più contromano. Le carrozzine non passano e resta sospeso quel senso di imbarazzo che condanna senza passare dal via.

A distanza di un mese, l’appello di Luca sembra rimasto inascoltato. Ieri mattina gli scivoli occupati contemporaneamente erano due: una signora in sosta, poi scesa e andata via e un’auto parcheggiata persino contromano rispetto alla direzione stradale. Alla domanda su cosa rispondere oggi a Luca, la risposta resta una sola: nulla. La responsabilità è collettiva.

Commenta

CAPTCHA