Chi pagherà le conseguenze di una complicata, burocratica, pachidermica, riforma dell'ADI?
Non la politica abruzzese, non i politici, non gli amministratori ma chi aveva trovato un equilibrio di cura e ora dovrà ricominciare seguendo nuove norme e lunghe procedure.
La piattaforma smartlea ha registrato le prime incongruenze ma sono i tanti fragili tra malati di Sla e pazienti oncologici a scriverci tra l'incubo del catetere bloccato e il terrore di dover ricorrere al pronto soccorso dei propri presidi sanitari durante i fine settimana. Sono tanti anziani che non sanno come e dove andare ad acquistare i materiali per le medicazioni. In tanti non hanno questa capacità di autonomia.
L'aver creato una sorta di competizione tra cooperative vecchie e collaudate sul territorio e quelle nuove che non avrebbero neanche un determinato interesse economico ha portato a un mercato delle vacche veramente senza senso e senza umanizzazione. Offerte di inizio attività come ai saldi del dopo Natale.
Leggete https://www.iduepunti.it/06-05-2025/riforma-adi-abruzzo-il-caos-del-1-giornoseconda-puntata ma soprattutto ascoltate il senso di tristezza che si anima nei pazienti in ADI.
Una riforma sanitaria dovrebbe facilitare le cure ai pazienti e non complicarle, producendo confusione e ansia.
"Buongiorno, ti ringrazio per gli articoli sul servizio Adi perché solo tu ne stai parlando. Faccio notare che oltre ai disagi per i pazienti c'è anche una questione di rispetto e tutela del personale che ci lavora. Il personale delle cooperative che ha tenuto in piedi questo servizio negli ultimi 7-8 anni, che viene pagato in base alle prestazioni che fa, viene messo in competizione con quello delle altre 10-11 ditte/cooperative per poter accaparrarsi i nuovi pazienti e tenere i propri. Da quello che si sa le cooperative entranti assumono a partita Iva, si va verso una precarizzazione e una svalutazione del personale sanitario indegna. A questo si aggiungono anche problemi che hai già fatto notare sui giorni già prefissati dalla ASL, togliendo autonomia e la possibilità di gestire il proprio lavoro, magari accordandosi col paziente e andando incontro alle sue esigenze. C'è la questione del materiale per le medicazioni che mancherà e non si sa come persone solo anziane possano andare ogni volta a prendere materiale prescritto alla farmaci dell'ospedale. Non si potrà più andare da un paziente che ha un problema con un catetere(ad esempio ostruzione o fuoriuscita) se prima non arriverà la richiesta all'Adi e la prestazione non verrà autorizzata. Questo irrigidisce tutto il meccanismo e creerà imbarazzo agli stessi infermieri, oss, che dovranno dire ai pazienti e ai loro famigliari che non possono più fare cose che prima avevano sempre fatto".
La vergogna continua...

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