Il mondo dei cavatori è un universo a parte, fuori di ogni sestante.
L'ufficio responsabile è più segretato del Sisde.
Il comitato Tecnico per le Cave-Pescara.
Nebbia agli irti colli.
Abbiamo girato, con tutta la redazione de I Due Punti, l'intero Abruzzo, visitando attrraverso un'attenta documentazione, oltre venti cave.
Questa è la prima puntata.
Mettetevi comodi.
Imposteremo gli articoli attraverso la lettura dei documenti che abbiamo rinvenuto sotto la breccia o qualche nuova rotonda.
13 Maggio 1987.
Vista la legge regionale del 26/7/1983 n. 54 ....si autorizza la coltivazione della cava misto ghiaia a Le Piane di Garrano nel comune di Teramo.
L'Art. 3 ricorda che la presente autorizzazione è valida per cinque anni.
Quindi 1987 più cinque 1992.
Sicuramente ci sarà stata un'ulteriore proroga.
Art 4.
Almeno un anno prima della cessazione della attività estrattiva deve essere presentato un progetto di risanamento dei luoghi.
Con un vero e proprio balzo temporale arriviamo al mese di agosto dell'anno 2002.
Quindici anni dopo.
12/08/2002.
Il documento è della Direzione Attività Produttive- Servizio Attività Estrattive e Minerarie- Ufficio Cave e Torbiere.
La sintesi di un verbale ispettivo alla cava di Piane di Garrano.
" ... a seguito di un sopralluogo di vigilanza e Polizia Mineraria effettuato presso la zona interessata in data 12/08/2002, nel corso del quale è stato riscontrato che i lavori di coltivazione sono stati condotti in totale difformità a quanto previsto negli atti progettuali autorizzati, ha elevato relativo verbale d'infrazione ai sensi dell'art. 28 primo e secondo comma della L.R. 54/83.".
Poi si continua con una serie di prescrizioni per eliminare le irregolarità rilevate.
La somma della contravvenzione era poco superiore a mille e 500 euro intestata all'esercente della Cave il signor. Giuseppe Di Eleuterio.
Domandine in calce.
Il Comune di Teramo ha controllato,se per esempio, è stata ripristinata la distanza di rispetto di 10 metri dalla strada comunale?
Il Comune di Teramo ha controllato,se per esempio, è stata rispettata la sagomatura prevista negli atti progettuali autorizzati e il definitivo riverdimento?
Gennaio 2016.
Esiste la possibilità di una presente deviazione di un passaggio sul crinale del fosso?
Il tutto sarebbe stato autorizzato?
Sarebbe stato acquistato dalla proprietà della cava?
Esiste una richiesta di spostamento e allargamento della strada comunale con taglio di alcuni alberi?
Le motivazioni di tale richiesta?
Ricordiamo che è fatto divieto di procedere a movimenti di terra e scavi, di costruire discariche di qualsiasi natura, di aprire nuovi percorsi e piste veicolari se non per l'espletamento delle funzioni di vigilanza e protezione forestale, di realizzare nuove costruzioni non strettamente connesse alla consduzione del bosco entro una fascia di m 100 dai confini con l'area boschiva.
Esiste per caso una richiesta di allargamento in un terreno agricolo attiguo alla Cava?
Esistono dei problemi per i fanghi sottoposti a frantumazione e il vicino fosso?
Sono stati realizzati i terrazzamenti a gradoni previsti?
Tutta la zona non è interessata da nessuna tutela idrogeologica?
A scelta per esempio tra un Vincolo Pai e una zona P2 ( area a pericolosità elevata) di cui si può prendere visione nel decreto Galassi?
Tutte queste aree non possono essere destinate ad ampliamento.
Che risponde la Regione Abruzzo?
Si legge " "Finalmente giunge al termine l'annosa questione del Piano Cave". Questo è il commento del Sottosegretario regionale con delega alle Cave e Torbiere Mario Mazzocca. Con specifico provvedimento del 9 ottobre scorso l'esecutivo regionale ha risolto tutte le pendenze relative ai precedenti affidamenti per la redazione del Piano Cave ed ha contestualmente riaffidato l'incarico alla società Abruzzo Sviluppo spa. Quest'ultima ha trasmesso, nei giorni scorsi, il "Piano Regionale per le Attività Estrattive" (PRAE), un risultato raggiunto grazie alla stretta collaborazione tra la detta Struttura Operativa e il Servizio regionale preposto. L'attività subì l'ultimo lungo 'stop' a causa di un contenzioso giudiziario che dal 2010 in poi ha contribuito di fatto a determinare un congelamento dell'attività pianificatoria di interesse strategico per l'Abruzzo. Basti pensare che l'obbligo della redazione di un documento programmatorio e regolamentare organica del settore estrattivo sussiste da quando avvenne il trasferimento alle Regioni delle competenze dello Stato in materia di cave mediante l'applicazione del DPR n. 616 del 1977. La Regione Abruzzo, da allora attendeva il proprio 'Piano Cave'. Il PRAE è uno strumento di regolamentazione ispirato ad una più efficiente e coordinata azione degli interventi sul piano amministrativo e non ha quindi natura di 'piano urbanistico' in senso stretto, ma di portata regolamentare. Il Piano mira al conseguimento nel breve e medio periodo di un migliore livello di sostenibilità ambientale sociale ed economica delle attività estrattive e quindi persegue il contenimento del consumo del territorio la redazione delle metodologie di coltivazione, la qualificazione dei recuperi ambientali la valorizzazione dei prodotti di cava/miniera. "A giorni la sua presentazione in Regione - ha concluso Mazzocca - mentre entro il corrente mese di gennaio sarà avviata la necessaria fase di consultazione con i portatori di interesse generale soprattutto in ordine ai criteri posti a base per la redazione del PRAE, quali sostenibilità, qualità progettuale, compatibilità delle attività estrattive in funzione della vincolistica, criteri di coltivazione e recupero ambientale con riguardo al riutilizzo di materiali alternativi alle risorse non rinnovabili".
...e non finisce qui...
Commenta
Commenti