Che cosa abbiamo visto Domenica al PalaScapriano?
I disabili giocare a bocce?
A basket con le carrozzine?
Tirare di fionda?
Andare a cavallo?
Leggere la favola di Pinocchio l'Africano?
Giocare a calcio a cinque?
Ballare senza vedere e sentire la musica?
La nostra principessa sorriso?
No.
I Ragazzi danzare ( Back Stage di Francesca Di Boscio) sulle note del Maestro Paolo Di Sabatino?
Ammirare i dipinti di Pino Procopio?
Cantare la favola di Giancarlo Falconi. Saltare con i Clown di Zupirù?
Godere dell'idea di Raffaele Daidone?
Imparare dal preside Lino Befacchia?
Il motore senza freni a tutto cuore di Giuseppe Bacci?
Incantati dai musicisti della scuola Zippilli?
Stupiti dalla Preside Fatigati e dal corpo docente dell'Istituto Falcone e Borsellino?
Sospesi nel tempo dalle mini auto di un viaggiatore di emozioni come Giancarlo Bucci?
La banda dei Picchiatelli che ci ha insegnato il futuro e l'autoironia?
Il laccio d'amore di Penna Sant'Andrea?
La Compagnia dei Folli e la traduzione di un Pinocchio invaso da altra vita?
Gli Sbandieratori di Ascoli e il loro orgoglio da Quintana?
Gianluca Gioia e la sua emozione?
Graziano Roila e quella regia?
Tutti i volontari a correre di fiatone?
I genitori?
L'ospitalità di Ennio Abbatescianni.
Il Coni con le attività Palimpiche?
No.
Ieri tra l'Anffas, gli Amicuccioli, Pinocchio e la Malascuola di Asi-Uci, abbiamo condito la nostra vita con il sapore della disabilità, sinonimo di quotidianità, forza, sacrificio, gruppo e soprattutto di quell'attaccamento alla vita che diventa se stessa esistenza.
L'inclusione come unica energia alla condivisione dei problemi e delle difficoltà.
La vera malattia è la solitudine.
Un peso ha un'altra fatica portato in due, in quattro, insieme.
Grazie.
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Ieri ero presente e devo ammettere un po’ per caso di mattina perché ho visto dei cavalli e mi sono incuriosito
È stato meraviglioso sono ancora emozionato, il palazzetto ero pieno di colori con macchine che ti riportavano al passato e bimbi e ragazzi che ti invitavano a provare le loro esperienze, ho rigiocato a bocce e tirato con la fionda: mi sono accorto che l’importante era provare a credere e condividere quello che prima credevo diversità, c’era un’atmosfera di unione e sarà stato il sole ma mi sentivo bene. Poi dentro il palazzetto non ho potuto trattenere le lacrime e mi sono aperto ad un mondo incredibile in cui il gioco lo sport sono sinonimo di gioia di condivisione di purezza di veri atleti, dove l’inno d’Italia dei sordi, che ho io ho ascoltato tante volte, ti donava davvero un senso di appartenenza e vicinanza agli altri spettatori.
Lo spettacolo dei ragazzzi dell’anffas ha sorpreso tanta gente che piangeva per gioia o per rimorso non so ma sono certo per il desiderio di voler contribuire al grande miracolo che è la vita
....il mio bambino di 7 anni che tifa emozionato la squadra dei cuccioli alla partita di basket su carrozzina....tante famiglie riscaldate dal sole autunnale fuori e dalle emozioni regalate da una giornata speciale dentro.....i sorrisi che legano mamma papà e figlioli.....il tifo....la musica ....canti....linguaggi che avvicinano fino a legare diversità diversabilita'in un unico colorato mondo inclusivo....dimensione difficile e raggiungibile solo attraverso la profonda educazione d animo che la domenica appena trascorsa al palazzetto ha donato a tutti noi