
Quando a quello che si fa, alle battaglie che si conducono, alle idee che si portano avanti ci si crede, lo si fa fino in fondo, mettendoci la faccia, vincendo e talvolta anche perdendo. Anche rischiando.
Anche da soli o assieme ad altri illusi e ad altri folli come noi. Ed è esattamente quello che abbiamo fatto oggi, quando a rischio della nostra stessa vita abbiamo cercato di documentare da vicino, senza interposizioni e con l’immediatezza della denuncia fotografica, lo stato in cui versa la torre del Castello Della Monica, gravemente compromessa già dalla scossa tellurica del 30 ottobre.
Tutto il complesso, e non solo il fabbricato principale, versa in condizioni strutturali assai precarie.
Ma il padiglione est, quello su Via Camillo de Lellis, è probabilmente il più dimenticato e il più compromesso in assoluto. Non sarebbe stato necessario un terremoto per evidenziare il dramma del Castello, a tutti noto, ma in questi giorni, con le scosse ancora in corso, dal dramma si passa all’emergenza.
L’intera zona a valle del complesso è stata transennata e interdetta al transito veicolare e pedonale.
Dal padiglione sottostante cadono parti in muratura anche di grandi dimensioni. Ma l’altra emergenza, quella forse ancor più grave, è oggi rappresentata dalla torre superiore, quella che sovrasta il fabbricato principale: le ripetute scosse hanno provocato il distacco dei merli e il pinnacolo che un tempo ospitava la campana, tutti caduti sulle coperture sottostanti che sono state quindi danneggiate.
Le merlature non rovinate a terra sono ora invece in precario equilibrio, molte delle quali non più in sede e ruotate di quasi 45 gradi, con conseguente rischio di ulteriori cadute.
A fronte di ciò, le pareti portanti della torre risultano profondamente lesionate in senso longitudinale e diagonale, cui ha fatto seguito un parziale scivolamento della struttura verso l’angolo sud-ovest. Dal momento che la torre è posta proprio a lato di Viale Cavour e lì accanto transitano pedoni e automobili, il rischio di un cedimento totale della struttura con conseguenti lesioni a persone e cose è non solo alto, ma quasi certo. Problema di pubblica incolumità e, contestualmente, problema di salvaguardia di un bene culturale primario per questa Città. Abbiamo personalmente chiesto l’intervento dei Vigili del Fuoco, ma ne comprendiamo le oggettive difficoltà in questo periodo, tra personale al collasso e mezzi insufficienti. La torre tuttavia va immediatamente messa in sicurezza, imbragata se necessario, e vanno allontanati pedoni e automobili dalle possibili aree di crollo. Ad oggi nessun intervento è stato condotto.
Nessun sopralluogo.
Nessuna valutazione sull’entità dei danni.
Né da parte dei Vigili del Fuoco, né da parte del Comune, né da parte della Soprintendenza.
Ci rendiamo conto delle difficoltà, ma davvero non si può più attendere.
Se la torre viene giù, oltre a perdere una parte di un prezioso bene storico-architettonico, c’è il rischio concreto che perda la vita anche qualcuno. Interveniamo o attendiamo la strage? Fabrizio Primoli Fabio Panichi


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