La direttrice sanitaria Mattucci, piuttosto che rispondere a me come Sindaco di Teramo e Presidente del Comitato ristretto dei Sindaci e al Sindaco di Giulianova, quindi rappresentanti e autorità sanitarie delle comunità di riferimento, avrebbe fatto sicuramente meglio a rispondere ( e dare ascolto), tempestivamente e adeguatamente, alle voci di tutto il personale, medici, infermieri e sanitari tutti che lavorano nei presidi ospedalieri della nostra provincia e che lei avrebbe dovuto coordinare, dirigere e proteggere in questo momento di grave emergenza sanitaria.
Ciascuno di loro, oggi, è, dolorosamente, testimone della veridicità delle sue affermazioni.
Avrebbe fatto meglio a rispondere non oggi, quando l’emergenza è esplosa in tutta la sua drammaticità, bensì in quelle settimane, in quei giorni passati durante i quali dovevano essere messe in campo varie forme di prevenzione per evitare quanto poi si è drammaticamente verificato.
Prima ancora che la sua voce, è mancata la capacità di ascolto verso quegli operatori che poi si sono ritrovati al fronte con strumenti inesistenti o inadeguati, in assenza di protocolli efficaci che mettessero in sicurezza personale e pazienti.
Ancora oggi di fronte ad un momento drammatico, manca una linea sanitaria chiara, una procedura delineata, un punto di caduta concreto: mi perdonerà se non riesco a credere affatto alla sua risposta in cui ostenta una preoccupante tranquillità, ma piuttosto mi affido alla realtà misurabile e verificabile, oltre che al racconto di chi è stremato dopo giorni di battaglia sul campo.
Qualche giorno prima della notizia del primo oncologo colpito da contagio, nell’Ospedale Mazzini di Teramo, ho incontrato un amico medico che era senza mascherina. Mi disse che ne aveva una ma si vergognava di indossarla nel suo reparto perché nessuno dei suoi colleghi e degli infermieri e degli operatori socio sanitari ne aveva ricevuta una.
Sono quelli che oggi stanno leggendo le Sue parole!
Tamponi a rilento, risultati in ritardo, scarsa comunicazione con le istituzioni e con i soggetti interessati, mancanza di coordinamento: questa è stata la gestione dell’emergenza sanitaria fin dall’inizio; ora che con la vicenda dell’ospedale di Teramo la situazione è esplosa, come si intende procede alla sanificazione del Mazzini? Cosa si intende fare della rete sanitaria emergenziale del nostro territorio? Come intende tutelare tutto il personale ad oggi ancora negativo? Cosa intende fare per far sì che i nostri concittadini non abbiano timore di recarsi in ospedale e piuttosto preferiscano continuare a soffrire in casa?
Il Comune di Teramo sta facendo tutto quanto in nostro potere per tutelare gli operatori: questa mattina abbiamo annunciato proprio che in queste ore stiamo attrezzando un’apposita struttura per tutto il personale che ne avrà necessità.
Se questo non è il momento di accertare le responsabilità, è il momento della responsabilità. E come Sindaco di Teramo ho il dovere di intervenire con forza su quanto sta avvenendo.
In un momento drammatico come questo, da parte di chi dovrebbe dirigere, scaricare la responsabilità su chi sta sul fronte, come i medici dei reparti colpiti, ed in particolare Oncologia, è ulteriore dimostrazione di inadeguatezza.
Ma soprattutto, dottoressa, con quale coraggio continua ad ostentare sicurezza di fronte ad una delle situazioni più drammatiche di tutto il panorama nazionale sotto il profilo di sicurezza sanitaria? Piuttosto, accetti serenamente la realtà e saprà valutare certamente la necessità di un passo di lato che consenta una guida sanitaria, scevra da qualsivoglia valutazione politica e che sia, in un momento come quello attuale, in condizione di affrontare adeguatamente l’emergenza che ha travolto lei insieme a tutti noi.
Del resto, se come dice Lei, non ha più nulla da chiedere, si renda conto che i cittadini non solo chiedono ma pretendono, oggi non domani, la tutela del loro diritto alla salute.
Gianguido D’Alberto
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Chapeau!
Sig Sindaco,
Un grazie per la netta ed argomentata presa di posizione inerente la situazione sanitaria nel Teramano ormai fuori controllo. Per venirne fuori è necessario procedere al più presto alla nomina di un commissario . Circa le responsabilità sarebbe il caso di interessare la procura della Repubblica. Giovanni
La domanda da fare è "perché gli ospedali della ASL di Teramo hanno pochi dispositivi di protezione ???" chi è il responsabile che decide la quantità di dispositivi della protezione che ci devono essere ? Gli ospedali della ASL di Teramo dovevano avere una scorta di dispositivi di sicurezza per un qualsiasi eventuale virus ? o forse negli ospedali la possibilità di contagio non esiste ? posso capire che tale virus non era prevedibile ma se c'era un qualsiasi virus, magari meno virulento, il personale sanitario era dotato di tali dispositivi di protezione solo per poche settimane.
Caro.SINDACO
concordo pienamente con quanto da Lei scritto ma,purtroppo.non.tutti noi sappiamo riconoscere.i.nostri errori e chiedere umilmente scusa.Chiedere scusa non é sottomissione,ma un segno di civiltà,oltre che di educazione ed umiltà ,che dovremmo offrire tutti,soprattutto in presenza di persone contagiate e che per portare il loro aiuto con il faticoso lavoro di medico o di infermiere,devono lottate contro la morte per cercare di salvare vite umane.
Meno male glie l'hai cantate....
Guardare al futuro
Necessario ed indispensabile
Coraggio coraggio coraggio
Bravo Sindaco ! Arieggiamo il nostro Ospedale.....
Grazie, vada oltre, segua il consiglio di Giovanni!!!
Chi non ha più nulla da perdere e chiedere, non dovrebbe giocare la partita!
Caro sindaco complimenti davvero per queste sue parole. Sicuramente è quello che pensa tutta la cittadinanza. Grazie e continuate ad aiutarci
Signor sindaco, ora abbiamo la certezza che la nostra fiducia in lei è ben riposta. Grazie
Signor sindaco, ora sappiamo che possiamo contare su di lei