Tutta la giornata di ieri a leggere e rileggere un messaggio.
" Potrei scrivere un romanzo a puntate sulle vicende vissute in famiglia: contagio in ospedale, errata prima diagnosi, esito repentino, familiari non tamponati, tre richieste come da protocollo smarrite per strada, positività comunicata a voce dopo una settimana. Ultima perla: i tamponatori che pretendevano di di operare nella piazzetta del quartiere, alla faccia di qualunque rispetto per la persona.
La privacy: flatus.
Sull'assistenza domiciliare: una telefonata ogni 3-4 giorni.
Da 34 gg in isolamento. Ne avremo per altri 15, se il Cielo vorrà. Miserere nobis".
Poi la rete empatica che risponde e spedisce due foto.
Lo spettacolo dei "tamponatori" che diventa corpo senza anima.
In mezzo al traffico, tra automobilisti che si fermano ad ammirare, a svernecchiare, a suonare il clacson, vicino ad un cantiere a cielo aperto, dove anche gli anziani fermano la loro critica.
La dignità?
Il rispetto della privacy?
Il rispetto verso la persona?
Nulla, si è perso tutto nella società degli untori dell'ignoranza.
Unico e vero virus senza vaccino.
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TAMPONI: QUANTO E' SICURO FARLI?
Mi sia permesso porre una domanda. Vedendosi in TV le braccia degli operatori sanitari che si protendono all'interno delle auto, sulle persone da esaminare, non è che, volendosi effettuare tamponi (o prelievi) a tappeto, visto quanto è facile la trasmissione del contagio, si rischia di ottenere un risultato opposto a quello sperato? Non è che si rischia la iatrogenesi? Chi fa questi test li effettua uno dopo l'altro? Se sì, pur con tutte le precauzioni, non potrebbe bastare un solo positivo lungo la catena umana ed invece di favorire il rallentamento della propagazione aversi l'esatto contrario? Perché il tanto decantato distanziamento sociale in questi test viene non solo abbandonato ma proprio impedito. Intendo dire: se non ci sono sintomi a giustificazione, perché cercare rogne?
Non è che si rischia il contagio più di quanto lo si possa eliminare? Vale davvero la pena permettere l'attivismo di questi professionisti? Non sarebbe più opportuno lasciar sfebbrare la pandemia da sé, senza forzare la mano? Senza rischiare.
Non dimentichiamo che proprio luoghi e persone della "sanità" si sono ovunque rivelati pericolosi trasmettitori di contagio!
Cos'è quella in atto: una operazione tesa a sanare oppure una analisi statistica?! Siamo reclusi in casa per stare lontano dal contagio ed ora questi professionisti pretendono avvicinarsi a noi con una tal certezza di fronte ad un fenomeno così poco noto?!
Insomma: una certa percentuale di rischio in ogni nostra azione c'è. Ebbene: è stata calcolata dai professionisti della salute quella relativa alla facitura di tamponi e test a tappeto? Com'è che di questo inevitabile rischio, pur basso che lo si voglia considerare, non viene mai fatta menzione? Ne vengono informati coloro che vengono sottoposti alla cancellazione della distanza di sicurezza durante questi prelievi? Bisogna che in TV codesti professionisti parlino chiaro: di modo che si sia tutti consapevoli del pericolo che si corre durante questi avvicinamenti coatti e, se si ravvedesse qualcosa che non dovrebbe avvenire, poter dare subito l'ALT!
Bisogna che la persona, l'essere umano, l'individuo conti qualcosa su questa Terra. E gli si chieda dunque se voglia essere avvicinato. Non deve mica essere dato per scontato, solo perché un professionista ritiene sia utile. La Storia è ricca di pareri sbagliati di professionisti. E l'attivismo non è mai una pratica meditata bensì solo quella raffazzonata di chi non sa che fare.
In ogni caso la cosa va discussa. I dictat assolutisti, totalitari, vessatori devono finire.
Consideriamo per bene tutti ora la questione, non dopo che fosse divenuto ancora una volta tardi.
Ed affrettiamoci a licenziare in tronco ogni assunto a vita nello Stato. Apriamo la Banca del Pubblico Impiego ed alterniamoci noi cittadini a tempo determinato opportunamente competenti, idonei, preparati. L'Italia deve divenire una vera Res Publica e Democrazia!
Danilo D'Antonio
Monti del Terremoto
Abruzzo, Centro Italia
Piccola appendice storica
Non potrà mai spegnersi il ricordo di quando, nell'ottocento, moltissime donne morivano dopo il parto, l'11%, a causa del fatto che i medici, grandissimi e presuntuosissimi professionisti, non si lavavano le mani prima di aiutarle a partorire, mentre solo l'1% delle partorienti subiva la stessa sorte quando ad assisterle erano semplici, umili ostetriche che le mani invece se le lavavano per bene.
Ci vollero quarant’anni prima che la comunità "scientifica" riconoscesse quanto scoperto da un medico solingo che, per aver detto la verità, per aver incrinato la figura di quei grandissimi professionisti dei medici, si ritrovò isolato e perfino recluso in manicomio.
Certo non c'è paragone tra la situazione igienico/sanitaria d'allora e quella odierna. Tuttavia, quando ci si trova di fronte a dei dictat assolutisti, totalitari, che parimenti coinvolgono dei professionisti, degli specialisti, non si può non rabbrividire e temere.
La legge del tampone.
Caro Giancarlo ma vi siete resi conto che è un transatlantico alla deriva che sta per arenarsi? Ognuno pensa al proprio orticello o insignificante poterucolo! Al cospetto divino saremo tutti uguali e li', spero, che qualcuno paghi di ciò che non ha pagato nella vita terrena....! Comunque, un briciolo di speranza nella magistratura, lo voglio conservare!