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Tutto fermo al Cirsu. I rifiuti di Csa sono ancora nei capannoni e sul piazzale. Ecco cosa abbiamo visto. Chi interviene?

di Giancarlo Falconi
2 minuti

Quando si entra al Cirsu di Notaresco al confine di Mosciano, accanto alla super strada Teramo-Giulianova, in direzione mare, si vedono due mondi, anzi, si sentono due concezioni, due etiche e due tecnologie diverse di gestire una discarica.
Questa è però un'altra storia che un giorno vi racconteremo attraverso immagini e interviste.
Dopo una lunga trafila diplomatica e scortati da un dirigente Deco ( altra dimensione)  siamo riusciti ad entrare dopo mesi, dopo anni all'interno del polo tecnologico. 
Non vi citeremo le diffide, le intimazioni, le ordinanze della Regione Abruzzo a Csa, il consorzio stabile ambiente de L'Aquila  che con un capitale sociale di poche migliaia di euro ha gestito di sua e nostra responsabilità per anni l'intero polo.
Non vi citeremo le lettere degli avvocati a garantire da parte di Csa l'immediato smaltimento dei rifiuti all'interno del Cirsu; non vi citeremo la risposta della curatela fallimentare alle note dei legali.
Non vi citeremo il verbale di consegna di Consegna Cirsu in cui il legale si impegna per Csa di far rimuovere i rifiuti entro 30 giorni.
Non vi citeremo la data ma è passato circa un lustro. Quasi cinque anni che contengono parecchi pacchetti da 30 giorni. Circa 60. 

Una storia di mancati controlli e di azioni decise a tutela dell'ambiente che va in onda da almeno cinque anni, di cui noi abbiamo raccontato incendi. sversamenti di percolato, odori anzi puzze, anzi e due, immissioni nauseabonde che arrivavano a chilometri di distanza. 
Oggi?
Al margine di una nuova discarica, ( l'altra tecnologia) ombreggiano immobili e offensive tonnellate di rifiuti stoccati in attesa di quei 30 giorni e di altri 30 giorni.
Una vera e propria bomba ecologica.
Csa?
Lo smaltimento imposto per legge?

Tutto fermo e i Comuni a pagare tariffe salatissime per inviare i rifiuti (soprattutto quelli organici da raccolta differenziata) fuori Regione perchè non si possono realizzare i nuovi investimenti senza dimenticare la forza lavoro costretta a rimanere a casa.
Ecco cosa abbiamo visto ed ecco cosa denunciamo.
A voi le immagini...
Chi interviene?

https://www.youtube.com/watch?v=AE7_T5tyDuQ




 


 

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Commenti

La ditta che ha l’autorizzazione per fare il biodigestore aveva offerto se non sbaglio al comune di mosciano la possibilità di conferire i rifiuti organici per dieci anni a costo zero, ma dopo vari tira e molla e su pressioni esterne ha deciso di non accettare e ora se ne paghino le conseguenze.

Fanno la guerra al digestore, impianto almeno sulla carta innovativo e soprattutto che ancora non esiste, ma nulla dicono a quello schifo del CIRSU che è una vergognosa ferita per il territorio, le immagini sono sconvolgenti.

Si continua a parlare e sostenere l’operatività di questo posto degradato che da 20 anni non funziona e causa problemi di ogni tipo, col dirigente rifiuti che fa dichiarazioni dicendo che il ripristino del trattamento dell’umido al CIRSU farebbe uscire la regione da una crisi. Qualcuno gli spieghi che non dovrebbe spingere per un privato (si, al momento il polo Cirsu è di un PRIVATO ma si fa finta che sia ancora un impianto pubblico quando conviene) piuttosto che un altro. Dovrebbe auspicare quindi che si esca dalla crisi con un sistema impiantistico efficiente e ambientalmente sostenibile, in generale, e sembra chiaro che ad oggi in questa situazione sarebbe più Conveniente, veloce e sostenibile far partire il digestore di Mosciano.