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Caso positività migranti in Abruzzo. Lettera aperta del sindaco di Chieti

di Anonimo
5 minuti

Il sindaco e vice presidente dell'Anci Abruzzo, Umberto Di Primio, scrive ai sindaci interessati dai migranti positivi al Covid 19.
L'Aquila
Canistro
Civita D'Antino
Moscufo
Gissi
Civitella del Tronto

Carissimi, come collega, come vice presidente dell'Anci e soprattutto come cittadino abruzzese, voglio esprimere solidarietà a Voi e alle Vostre comunità, per la difficile situazione che state vivendo e della quale Vi dovete fare oltremodo carico quale sindaci.
Cinque anni fa, mi trovai a dover gestire i primi invii da parte del Governo nazionale di migranti sul territorio senza che i sindaci ne sapessero nulla. Una azione eclatante, allora, mi consentì di evitare che fossero sistemati presso la struttura del San Giovanni Battista, storica residenza per anziani posta al centro della città e attaccata ad una scuola elementare. Riuscii con un sereno ma serrato confronto con la Prefettura e gli allora vertici dell'ASP, a evitare che i migranti fossero ospitati in detta struttura. Questo non volle e non vuol dire scaricarsi della parte di solidarietà che tutti dobbiamo offrire per far fronte ad un problema globale come le migrazioni degli ultimi anni dai paesi più poveri. La solidarietà verso chi viene non implica, però, la compressione o compromissione dei diritti dei nostri cittadini.
Motivi di ordine pubblico, in primis, sconsigliarono di ospitare i migranti di allora al San Giovanni Battista, per inciso andarono presso strutture non pubbliche sempre a Chieti; motivi di incolumità della popolazione, legati all'emergenza sanitaria ancora viva, richiedono che prima di inviare migranti sul territorio, nei nostri comuni, nelle strutture allestite per ospitarli, ci sia garanzia, oggi, che questi non siano positivi al coronavirus, per la salute degli altri ospiti, per la salute dei nostri, in questo caso, i vostri cittadini.
Trovo irresponsabile e vergognoso, lo dico a Voi che come me avete dovuto gestire, da soli, il lungo periodo di chiusura del Paese ed oggi dovete gestire gli effetti negativi anche economicosociali, che il Governo continui a scaricare sui sindaci e le comunità locali con superficialità una ideologizzata gestione dei flussi di migranti. Se prima questo poteva essere motivo di tensione per la popolazione residente, oggi è giustamente motivo di apprensione perché in gioco non c'è l'equilibrio sociale, ma la salute e la vita dei nostri cittadini.
Pare una farsa, è una farsa sentire il Presidente Conte predicare attenzione perché il virus non è ancora sparito e poi subire dal Governo l'invio di migranti positivi al COVID. Faccio mie, a tutela delle vostre e delle nostre popolazioni, le parole del Presidente Mattarella che richiamando tutti perché si abbia una condotta responsabile, ha detto "libertà non vuol dire diritto a far ammalare gli altri". Il Presidente della Repubblica ha anche aggiunto che "Non vi sono valori che si collochino al centro della democrazia come la libertà. Naturalmente occorre tener conto anche del dovere di equilibrio con il valore della vita, evitando di confondere la libertà con il diritto far ammalare altri... imparare a convivere con il virus finché non vi sarà un vaccino risolutivo non vuol dire comportarsi come se il virus fosse scomparso". Se questo è il giusto richiamo che il Capo dello Stato ha fatto agli italiani, ritengo che il Governo per primo dovrebbe osservarlo non confondendo la giusta solidarietà, con il diritto alla salute ed integrità fisica degli italiani.

Con la correttezza ed il rispetto istituzionale di cui sono capaci i Sindaci, ma anche con la fermezza che li contraddistingue, la stessa alla quale ogni giorno devono far ricorso per affrontare i problemi dei cittadini, ritengo che sulla vicenda dei migranti inviati sui territori sia necessario mettere un punto fermo che non può che essere la richiesta al Governo nazionale di tutelare, in primis, la salute degli italiani.
Si regolino finalmente i flussi, si interceda con i Paesi dai quali parte il "traffico di esseri umani", si organizzino strutture dove destinare coloro che arrivano in Italia e risultano positivi e dove trattenere coloro che hanno avuto con questi "contatti stretti". Se questo vale per noi, deve valere per chiunque arrivi sul tenitorio nazionale, anche e soprattutto, se da migrante.

Spero per i nostri comuni, per i nostri cittadini, che il Governo riveda la gestione dei migranti e non vanifichi il sacrificio richiesto agli italiani e che gli italiani hanno fatto, non umili quanti a causa del lockdown devono fare i conti con una asfissiante crisi economica, non mortifichi noi sindaci, ed in particolarmente quelli esposti come Voi, che a mani nude, senza risorse economiche, senza personale, combattono ogni giorno per mandare avanti il Paese dando risposte ai cittadini e gestendo situazioni di crisi quali quelle create dall'invio dei migranti positivi. Ritenetemi a Vostra disposizione per quel che posso. Un forte abbraccio.

Umberto Di Primio...

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