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La Pillola abortiva non può essere un vanto

di Anonimo
3 minuti

Gentile direttore,
in merito all’articolo in cronaca di Teramo pubblicato sulla stampa locale del 26/05/13 a titolo: “La ASL mette un freno alla fuga di pazienti con la pillola abortiva”, vorremmo esprimere il nostro profondo disappunto, nel merito e nel modo in cui è stato pubblicizzata l’attività del servizio IVG del P.O. di S. Omero e proporre nel contempo, se ce lo consente, alcuni spunti di riflessione.

Nell'articolo si legge che "Questo metodo (l'aborto farmacologico) rappresenta un vantaggio per tutti: è meno traumatico e invasivo per le pazienti e meno dispendioso per la Asl, perché non c'è necessita di intervento chirurgico".
Viene spiegato poi come le pazienti prendono una pillola e, pur dovendo essere ricoverate per legge, "di norma, una volta assunto il farmaco, lei pazienti firmano ed escono subito."
Da tale articolo, sembrerebbe che abortire è facile come prendere una pasticca e che la nostra ASL favorisca tale percorso presentando l'aborto farmacologico come un metodo per battere cassa!

Ci sarebbe piaciuto leggere, invece, che le donne prediligono i nostri ospedali per poter partorire in sicurezza e serenità, per la professionalità e l’accoglienza del personale, di un cospicuo incremento delle nascite in un paese di vecchi, come l’Italia.
Oltretutto, si rileva che l’elevato numero di medici obiettori dimostra una naturale preferenza per quella vita che, attraverso il Giuramento di Ippocrate, si sono impegnati a difendere e tutelare. Non facendo mai venir meno l’adeguata attenzione per le donne che vivono il dramma dell’aborto, sarebbe auspicabile, invece di una campagna dogmatica di delegittimazione degli obiettori, un significativo impegno mirato alla prevenzione post-concezionale dell’IVG, con una reale presa in carico del concepito e della donna, per rimuovere le cause che la indurrebbero alla scelta abortiva.

Ci domandiamo che segnale vogliamo trasmettere, soprattutto ai nostri giovani, in questo mondo così distratto, valorialmente confuso e spesso indifferente alla sofferenza, dove si impone ogni giorno di più una reale emergenza educativa?
La nostra totale opposizione a quanto pubblicato non nasce da un dogma confessionale ma dal rispetto della legge; l'articolo infatti pone in evidenza la semplicità con la quale si può ricorrere all'aborto farmacologico, esaltandolo inoltre come mezzo per aumentare gli introiti della ASL.
Con il definitivo via libera alla RU486 assistiamo all’ultimo atto di una progressiva banalizzazione dell’aborto sottacendo i dati scientifici sperimentali e clinici che ne documentano i pesanti effetti collaterali e i gravi rischi per la salute della donna.

E’ assolutamente necessario indirizzare sforzi congiunti per una vera cultura dell’accoglienza pre e post concezionale, attraverso un’opera capillare di prevenzione e di formazione incentrata, tra l’altro, sull’educazione della sessualità e all’affettività. 
Infine, il significativo e prevedibile ricorso alle dimissioni volontarie dopo l’uso della RU486, dimostra chiaramente il diffondersi della cultura della privatizzazione dell’aborto e la sua invisibilità sociale. Infatti, come chiaramente si evince nell’articolo citato, la gran parte delle donne che ha fatto ricorso all’aborto chimico ha preferito firmare le dimissioni e consumare tutte le fasi abortive nella drammaticità della solitudine.
In definitiva spiace che questa pratica clinica sia pubblicizzata con vanto, anche come strumento efficace per ridurre la mobilità passiva della nostra ASL. Ciò non può essere motivo di gloria, a prescindere da qualsiasi appartenenza politica o religiosa.



         AMCI
Sezione di Teramo
 

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Commenti

Cazzate mi ha salvato la vita. Un figlio da uno stupro è un figlio maledetto. Chiaro?
Credo che diffondere le informazioni sul come le donne possono (e devono) autodeterminarsi sia fondamentale. Parlare e informare non significa incentivare. Le donne non vanno informate perché poi vi ricorrerebbero più facilmente? Ma che idea avete delle donne? Quale donna affronta un aborto con leggerezza? Io credo che la sfera religiosa, morale, etica, sentimentale appartenga solo all'individuo stesso e deve essere completamente separata dalla legge e dallo stato; per me questa è libertà. E le donne dovrebbero difendere con le unghie la propria libertà... che a me non sembra per niente scontata, visto che ogni giorno viene messa in discussione anche dalle donne stesse.
Nonostante gli ovvi vantaggi nel partorire invece che abortire, trovo che sia molto meglio utilizzare una terapia farmacologica per l'aborto invece che chirurgica. Non si può dire che la RU486 porti ad una banalizzazione dell'aborto, porta semmai ad un miglioramento delle condizioni della paziente che vuole abortire. La tecnica si muove sempre di più verso la ricerca di formulazioni più adeguate, per aumentare compliance e ridurre i fastidi del paziente, non vedo perchè per l'aborto si debba procedere in modo diverso. Tanto nonostante l'opposizione di voi associazioni cattoliche le persone continueranno ad abortire, se possono in maniera umana e corretta, con i minori rischi per la salute, sennò in maniera illegale.
ma vergognatevi, AMCI sezione di Teramo!
Basta con questi cattolici oltranzisti e fondamentalisti. Le donne hanno il diritto di auto-determinarsi, punto e basta.
Avete fatto bene a pubblicare questa vergogna.
ma da quando informare è inneggiare all'aborto? le donne devono essere consapevoli e tutelate nelle loro scelte anche se non condivise dalle coscienze altrui. l'apparato sanitario deve dare assistenza MEDICA (non etica) Cerchiamo in ogni modo di tutelare il diritti di un figlio che potrebbe esserci e neghiamo il diritto di una donna che già esiste. inoltre, la pillola è prescritta da un medico che ha il dovere di parlare e informare la paziente, non è uno spacciatore di caramelle abortive all'uscita del catechismo
poi penso al fatto che i cattolici accusano i musulmani di essere oscurantisti e retrogradi e mi faccio grasse risate... Fuori la religione da sanità, scuola e politica. Solo quel giorno potremo dirci davvero un paese civile. Questa lettera è indecente.
"E' assolutamente necessario indirizzare sforzi congiunti" per aiutare tutti quei bambini (genitori compresi) che dopo essere nati hanno difficoltà a sopravvivere, perchè la vita costa euri e senza si muore, per mancanza di cibo e o medicine.
Trovo i vostri commenti assolutamente esagerati. Non si può affrontare il problema solo dal punto di vista medico. La donna che abortisce non è una paziente qualunque che si trova a subire un intervento chirurgico. La questione è molto più complessa. Va bene evitare l'intervento, va bene evitare il ricovero, va bene che la asl risparmi soldi in tempi di crisi....ma chi pensa davvero alla donna? Bisognerebbe aiutarla a fare una scelta CONSAPEVOLE perchè è una scelta che le cambierà la vita. La donna deve sapere che si porterà dietro una ferita che difficilmente si rimarginerà, uno spettro che la inseguirà ogni momento della sua esistenza. La donna deve sapere che sta uccidendo il suo bambino, e con lui la sua anima. Non è un discorso bigotto, è un discorso di dignità e di rispetto della vita. La donna deve essere libera ma CONSAPEVOLE. Non pensate che la pillola in questione potrebbe rendere più facile una scelta difficile che spesso rischia di essere fatta in fretta e con poca lucidità? Con questo non sto offendendo la donna. Si può essere intelligenti ma trovarsi ugualmente a fare una scelta dettata dal panico o dalla disperazione. Ma quella disperazione iniziale potrebbe trasformarsi nella gioia immensa di crescere un creatura tutta tua, una nuova preziosissima vita. Oppure in caso di una scelta frettolosa potrebbe trasformarsi in un dolore intenso e costante...per tutta la vita. In ogni caso non stiamo qui a parlare dell'aborto (che tra l'altro penso che in alcuni casi sia accettabile e comprensibile...rispettando le donne che lo scelgono in modo CONSAPEVOLE ). Sono d'accordo nel migliorare la cosa dal punto di vista medico trovando soluzioni meno dolorose, meno invasive e meno dispendiose, ma penso che bisognerebbe investire i soldi risparmiati in questo modo per garantire un migliore sostegno psicologico alle donne prima ed eventualmente dopo una simile scelta.
Donna, abortirai con dolore... che non ti sia una passeggiata, potresti perfino provare sollievo e sarebbe veramente osceno, giusto? "La donna deve sapere che sta uccidendo il suo bambino": cara Daniela, si rassegni, per la legge dello Stato non siamo assassine, non più di chi ancora proibisce con un ricatto religioso degno dei peggiori integralismi l'uso di anticoncezionali chimici e meccanici. Tutto ciò che ha scritto dopo è un'arrampicata sugli specchi per mitigare la sua accusa infamante buttata lì tra le righe con estrema superficialità. È una frase offensiva, al limite della querela. L'inconsapevolezza ce l'ha chi come lei si mette in cattedra ad insegnare cosa si debba provare e cosa no. Umili, cari i miei cattolici, siate più umili... o siete sempre quelli delle Crociate e dell'Inquisizione?
RU 486 . le ovaie sono proprietà privata, non fate i comunisti AMICI... . antiabortisti! scusate la licenza, tuttavia l'assunzione della ru 486 si è rivelata scioccante per le assuntrici. la pillola abortiva provoca sostanzialmente un micro parto con tutti i suoi componenti ( dolore, emorragie, contrazioni) che si protraggono però per oltre 15 giorni, un autentico supplizio, un'afflizione senza fine che lascia il segno. di ciò si dovrebbe rendere edotte le giovani e fragili donne con il cuore in gola, la paura di morire, ed il mondo che gli crolla addosso. abortire che brutta storia....au revoir
@AZNAVOUR: certo che sai un sacco di cose! oltre a conoscere bene la lingua italiana......(ti hanno risposto per le rime però...vedi "qualunquismo"). Comunque le ovaie saranno proprietà privata della donna ma nel momento in cui la donna concepisce un figlio entra in ballo un nuovo fattore e di non poca importanza. Non si può far finta che non ci sia......
Essere contrari all'aborto e all'esaltazione di questa pillola abortiva non significa essere cattolici integralisti o comunisti. Non è una questione di orientamento politico o religioso. E' una questione di moralità e di rispetto per la vita. Io penso che la donna debba essere libera di scegliere se concepire o no un figlio ma la sua libertà finisce nel momento in cui nel suo grembo inizia una nuova vita.
Io penso che bisogna essere liberi di scegliere per sè, per le persone di cui si ha cura o tutela, per il bene comune e nel rispetto della libertà degli altri. In questo caso gli equilibri sono così delicati che le ragioni per una o l'altra posizione, quando non superficiali o per partito preso, devono essere rispettate. Vanno rispettate, pertanto, anche le opinioni perchè questa è una di quelle libertà fondamentali che non possono essere represse con la forza, con le leggi e con la violenza (anche solo verbale/scritta). Non si può essere contrari a dottrine, dogmi e poi voler imporre il proprio.