Nella notte, i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Teramo, insieme ai militari delle stazioni dipendenti, hanno eseguito una serie di misure cautelari nei confronti di sei persone: quattro minorenni e due maggiorenni che, però, erano ancora minorenni all’epoca dei fatti contestati.
Nel dettaglio, tre minorenni sono stati portati in carcere, mentre un altro minore e un maggiorenne sono stati collocati in comunità. Per un secondo maggiorenne è stata disposta la permanenza in casa. Tutti sono ritenuti presunti responsabili, a vario titolo, di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti in concorso.
Le misure sono state emesse dal gip del Tribunale per i Minorenni dell’Aquila, su richiesta della Procura della Repubblica per i Minorenni.
L’indagine, avviata nel novembre 2024 dalla Sezione Operativa del Nucleo Operativo e Radiomobile di Teramo e coordinata dalla Procura minorile dell’Aquila, ha fatto emergere un’attività di spaccio molto strutturata. A gestirla erano soprattutto minorenni, talvolta affiancati da giovani appena maggiorenni, che vendevano hashish, cocaina e marijuana a una clientela composta in gran parte da loro coetanei.
Le cessioni avvenivano in vari punti della città di Teramo, a volte anche nei pressi delle scuole o in luoghi abitualmente frequentati da giovanissimi. Secondo gli investigatori, il giro d’affari era consistente: i ragazzi acquistavano regolarmente notevoli quantità di droga, potendo contare sul denaro ricavato dalle vendite, che veniva poi reinvestito per rifornirsi ulteriormente.
Nel corso delle attività investigative i carabinieri hanno sequestrato circa 2,5 chili di hashish, 200 grammi di cocaina, 100 grammi di marijuana e 4.500 euro in contanti, ritenuti provento dello spaccio.
Dalle indagini è emerso inoltre che il gruppo arrestato era diventato un punto di riferimento per molti giovani teramani che acquistavano sostanze. La loro presenza sul territorio era tale che avevano raggiunto anche una sorta di accordo con altri spacciatori maggiorenni, per suddividere le zone di attività ed evitare conflitti.
Il numero dei consumatori individuati – tutti giovanissimi – è risultato particolarmente alto, un dato che, sottolineano gli inquirenti, desta forte preoccupazione.
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