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Nuovo Ospedale di Teramo. Il comitato chiede seri studi per evitare rischi idrogeologici...

di Giancarlo Falconi
3 minuti

Il maltempo degli ultimi giorni e le gravi conseguenze che ha portato con sé, sono stati per il Comitato nuovo ospedale Mazzini di Teramo motivo per ribadire in maniera inequivocabile la necessità di evitare il dislocamento del nosocomio nel sito di Piano D’Accio. L’idea di voler collocare un nuovo ospedale nelle vicinanze del fiume Tordino comporterebbe renderebbe “ancor più impermeabile l’area limitrofa allo stesso, con un ulteriore aggravio del rischio idrogeologico tutt’ora presente”, si legge in una nota a firma del Comitato. Una tesi che i portavoce Domenico Bucciarelli e Demetrio Rasetti sostengono in realtà da tempo e che trova ora nelle gravi conseguenze del cambiamento climatico, l’urgenza da parte dell’amministrazione, la nuova amministrazione D’Alberto, di richiedere l’annullamento della delibera regionale che ha approvato lo studio di fattibilità per la realizzazione del nuovo ospedale a Piano D’Accio. Non solo, il Comitato solleva la necessità di effettuare seri studi comparativi tra i cinque siti ipotizzati. “Occorre aggiornare i dati e la cartografia delle aree a forte rischio di esondazione, in riferimento alle notevoli variazioni climatiche in essere, onde permettere una reale fotografia dei potenziali fenomeni negativi. - scrivono i portavoce - L’idea di voler collocare un nuovo ospedale nelle vicinanze del fiume Tordino, delocalizzandolo dalla collina di Villa Mosca, non appare sicuramente lungimirante e razionale in quanto, con la cementificazione del suolo, si renderebbe ancor più impermeabile l’area limitrofa allo stesso, con un ulteriore aggravio del rischio idrogeologico tutt’ora presente. Lo scrivente Comitato ha posto da anni, insieme alle tante altre, al primo posto la detta criticità ambientale, senza però aver ottenuto dagli Enti ed uffici preposti alcun risultato tangibile, i quali invece hanno considerato come prioritaria la scelta del sito di Piano D’Accio. Come è stato argomentato dai tre candidati a sindaco di Teramo nel corso dell’incontro promosso dallo scrivente Comitato, seppur con differenti motivazioni, occorre immediatamente richiedere l’annullamento della delibera regionale che ha approvato lo studio di fattibilità per la realizzazione del nuovo ospedale a Piano D’Accio. Sarebbe utile che la nuova Amministrazione, guidata dal sindaco D’Alberto, a cui vanno gli auguri di buon lavoro, se ne faccia subito carico per porre in essere una elaborazione di seri studi comparativi sui cinque siti scelti ove poter allocare il nuovo nosocomio, al cui compito è chiamato il nuovo Consiglio Comunale con il coinvolgimento partecipativo dei cittadini. Tutto quanto noi riteniamo si debba svolgere nel più breve tempo possibile, in considerazione della importante disponibilità della somma di 122 milioni di euro, finanziata alla Regione Abruzzo dal competente Ministero della Sanità, a rischio di un possibile annullamento. Diamo corpo alle aspettative. La sanità pubblica e la città di Teramo non possono più attendere”, si conclude la nota

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Commenti

Oh finalmente.......si comincia a pensare di evitare l'ulteriore cementificazione nelle zone interessate dall'attraversamento di fiumi e torrenti.

Chi scrive tutta questa roba ha presente che la Teramo mare è un argine del fiume rispetto alla localizzazione dell'ospedale prevista da progetto?

Ora secondo voi D'Alberto lotterà per non far costruire l'ospedale a San Nicolò?
Ma dove vivete?
Neuroni in vacanza?

Accolgo con positività questi dubbi, sebbene un Paese che funzioni impedirebbe sin dall'inizio di pensare le opere su terreni a rischi alluvionali.

Però...serviranno questi ripensamenti a frenare la pazzia?
Non credo, la mangiatoia è già partita...agli elettori è stata già data la droga...e a chi dice sarebbe meglio far funzionare l'esistente viene dato del pazzo.

Il cemento è prima di tutto nella testa della gente

Sicuramente Carlo!

Già che c'è Bucciarelli perché non chiede alla nuova amministrazione comunale di ANNULLARE pure la delibera che ha dato il via ai lavori della nuova Centrale della Cona, "delocalizzata"...

dall'altra parte della strada. Il rischio idrogeologico e le ripercussioni sull'ambiente ci sono anche dove vogliono posizionare i tralicci
del nuovo obbrobrio, cioè vicino il fiume Tordino...che
facciamo? Due pesi e due misure....?! Anche l'idea di delocalizzare la Centrale dall'altra parte della strada non appare sicuramente lungimirante né razionale!!!