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Tragedia di Castel D'Azzano. Morti tre carabinieri. Il sindaco di Teramo, Gianguido D'Alberto parla con il militare dell'Arma

di Giancarlo Falconi
3 minuti

Un sibilo, poi l’innesco di una molotov e infine l’esplosione.

Tre carabinieri hanno perso la vita in servizio — il numero più alto dai tempi della strage di Nassiriya — durante un’operazione di perquisizione in una casa di Castel d’Azzano, in provincia di Verona, in preparazione di uno sgombero abitativo.

Gli abitanti dell’immobile, i fratelli Franco, Dino e Maria Luisa Ramponi, agricoltori e allevatori in difficoltà economiche e con ipoteche pendenti, da due anni si opponevano alla procedura. L’anno precedente erano saliti sul tetto minacciando di far saltare in aria la casa, mentre in passato la sorella si era cosparsa di Amuchina. Secondo le ricostruzioni, sarebbe stata proprio lei ad accendere l’innesco — probabilmente una molotov — che ha causato l’esplosione. Rimasta gravemente ustionata, è stata ricoverata in ospedale. I due fratelli, nascosti nel cortile, hanno cercato di fuggire: Dino è stato catturato subito, mentre Franco, il maggiore, è stato rintracciato nei campi nelle ore successive e arrestato.

Le vittime sono il brigadiere capo qualifica speciale Valerio Daprà, 56 anni; il carabiniere scelto Davide Bernardello, 36 anni; e il luogotenente Marco Piffari, 56 anni. Tredici altri membri dell’Arma sono rimasti feriti — su un totale di venticinque persone coinvolte — insieme a tre poliziotti e un vigile del fuoco. Nessuno è in pericolo di vita, come riportato dall’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona.

Per i tre militari sono stati disposti i funerali di Stato. La Regione Veneto ha proclamato il lutto regionale, mentre il Comune di Castel d’Azzano ha decretato sei giorni di lutto cittadino. Le giornate di lutto nazionale saranno due: quella odierna e quella delle esequie, che verranno fissate dopo l’autopsia.

Per l’Arma dei Carabinieri è il momento più drammatico degli ultimi vent’anni: “Non subivamo perdite simili dai tempi della strage del Pilastro e da Nassiriya”, ha dichiarato il comandante generale Salvatore Luongo, giunto a Verona per incontrare i feriti al Comando provinciale e, insieme al ministro Guido Crosetto, negli ospedali della zona.

In mattinata è arrivato anche il messaggio del Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio.
""In queste ore di profondo dolore, esprimo la mia più sincera vicinanza all’Arma dei Carabinieri per la perdita dei tre militari a Castel D’Azzano.
Uomini e donne dell'Arma che ogni giorno si sacrificano con coraggio e dedizione per la sicurezza di tutti noi.

Un augurio di pronta guarigione al carabiniere Domenico Gabriele Martella, originario di Teramo, estratto vivo dalle macerie.
L’Abruzzo è con te"." 

Tra i feriti, infatti, c'è anche il Car. Domenico Gabriele MARTELLA, ( 4 battaglione Mestre) originario del comune di Teramo, della frazione di Forcella,  addetto alla SOS, è stato estratto vivo dalle macerie. Avrebbe riportato alcune fratture. 

Il sindaco di Teramo, GIanguido D'Aberto ha raggiunto al telefono il padre del militare dell'Arma e ha avuto la possibilità di parlare con lo stesso Domenico che ancora scosso ha raccontato con dolore della morte dei propri colleghi e di un vero e proprio miracolo la sua sopravvivenza. Tornerà quasi sicuramente in convalescenza a Teramo dove riceverà l'abbraccio della sua Città.
 

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