Il giudice del lavoro del Tribunale di Teramo ha condannato il Comune di Castellalto a risarcire un dipendente comunale, E.G. difeso dall'avvocato Renzo Di Sabatino, per danno da mobbing, accertando condotte sfociate in anni di vessazioni, procedimenti disciplinari, tentativi di ricollocamento e pressioni psicologiche sul luogo di lavoro. La sentenza, pronunciata dal giudice Giuseppe Marcheggiani lo scorso 12 giugno, riconosce la responsabilità dell’ente per i danni patrimoniali e non patrimoniali subiti dal lavoratore e un risarcimento di 20.479,50 euro, oltre interessi e spese di lite.
Assunto nel 2006, E.G. aveva riportato un infortunio sul lavoro nel 2008 che gli ha causato un deficit permanente alla spalla destra. Nonostante la valutazione medica avesse indicato per lui un’idoneità lavorativa con limitazioni, nel corso degli anni l’uomo è stato oggetto di un’escalation di atti ritorsivi e ostili da parte dell’amministrazione, con l'allora sindaco Vincenzo Di Marco, culminati con l'emersione del ruolo del dipendente nell'associazione di volontariato G.A.DIT. (Guardie Ambientali d'Italia).
A partire dal 2017, infatti, la situazione è degenerata, a causa degli "accertamenti rilevati dallo stesso e dall'associazione dallo stesso rappresentata, la G.A.DIT, in ordine allo sversamento di acqua scura mista a schiuma nei pressi del depuratore di Castelnuovo al Vomano nel Comune di Castellalto, fatti per i quali a seguito di denuncia presentata da un esponente politico, il Sindaco Vincenzo Di Marco, il Segretario comunale Dott.ssa Tiziana Piccioni ed altri erano stati indagati nell'ambito del procedimento penale (...)". Da questo momento il dipendente, secondo la ricostruzione, sarebbe stato oggetto di comportamenti sistematici da parte del sindaco e di altri dirigenti, sfociati in pressioni psicologiche, mutamenti di mansione, provvedimenti disciplinari.
Numerosi testimoni hanno confermato in aula l’assenza di particolari problemi lavorativi prima del 2017 e il successivo mutamento del clima all’interno dell’ente, con episodi di isolamento e umiliazione professionale ai danni del dipendente. Le stesse visite mediche condotte da specialisti dell’ASL e del Centro Antimobbing dell’Ospedale dell’Aquila hanno certificato uno stato di sofferenza psicologica riconducibile al contesto lavorativo, con diagnosi di “disturbo dell’adattamento con ansia e umore depresso”, "depressione del tono dell'umore e stato d'ansia reattivamente a problematiche presenti sul luogo di lavoro.....Presente depressione del tono dell'umore e persistente stato d'ansia con disturbi del sonno.,.. in particolare l'utente riferisce di essere sottoposto a comportamenti ostili, espulsivi nei suoi confronti e soggetto a continue critiche ed ingiusti provvedimenti disciplinari rispetto al suo operato con destabilizzazione del suo benessere psico-físico.. il quadro descritto risulta compatibile con una diagnosi di "disturbo dell'adattamento con depressione e stato d'ansia".
In un'altra occasione il sindaco, per un articolo apparso sulla stampa che faceva riferimento alla presenza di discariche abusive nel Comune di Castellalto, lo "diffidava a comportarsi correttamente, minacciandolo diversamente di porlo in mobilità per poi procedere con l'esubero ed utilizzandole le seguenti parole: 'il Comune è come un autobus, ha la porta girevole... c'è chi entra e chi esce!!!'"
Da questi e altri episodi è nato il ricorso presentato da E.G. e dal suo difensore Renzo Di Sabatino, in seguito al quale il giudice del lavoro ha ritenuto quindi provati tutti gli elementi del mobbing: condotte reiterate, intenzionalità lesiva, progressività della persecuzione, danno psico-fisico e intento di emarginazione. Con questa sentenza, il Tribunale ha affermato un principio importante in materia di tutela dei lavoratori pubblici, riconoscendo come condotte vessatorie, anche quando mascherato da atti formalmente legittimi, possano produrre effetti devastanti sulla salute e sulla dignità della persona.
Nikasia Sistilli
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