Era il 2023.
Scrivevamo " Una storia di ordinaria follia sanitaria. Esiste un servizio che funziona e funziona bene in provincia di Teramo con i tempi della sanità ma con la professionalità di operatori sanitari che tengono al proprio lavoro e al rispetto di un’opera che non è solo prettamente sanitaria ma sociale e di ascolto di un territorio che ha sempre più bisogno di assistenza e di punti di riferimento. L’ADI ( assistenza domiciliare integrata) in provincia di Teramo e in Abruzzo corre il rischio di essere fagocitata in una serie infinita di cooperative e di non avere figure essenziali con cui legare un rapporto di stima e di fiducia. La durata dell’assistenza è prevista per un periodo non superiore a 6 mesi, anche se l’équipe può prolungare tale periodo valutando le necessità del caso.
Anche nell’ADI di terzo livello il responsabile organizzativo è l’infermiere, mentre quello terapeutico è il medico di medicina generale. Una riforma dell’Adi regionale voluta dal Presidente Marsilio e dai suoi consulenti romani che potrebbe creare una macchina regionale immensa perdendo completamente il senso del territorio e delle aree interne. Vogliamo far parlare i numeri? In provincia di Teramo si occupano dell’Adi tre cooperative. Un fabbisogno stimato per circa 6 milioni e duecentomila euro. L’importo che sarebbe attribuibile all’Aric ( Agenzia regionale di informatica e committenza) andrebbe a sfavorire l’attuale servizio di assistenza per 2 milioni e duecentomila euro.
Quattro/quattro e cinquecentomila di euro destinati a base d’asta. Dobbiamo continuare? L’asl di Teramo sempre secondo la gara Aric dovrebbe avere un quotidiano con 14 operatori, rispetto all’unico elemento attuale che diviene facilmente verificabile e in poco tempo se non nell’immediato. La minima valutazione dell’Aric non ha tenuto conto del servizio che in questo momento è in atto, quindi con la complessività delle spese attuate sul campo ma semplicemente attraverso un conto economico ottenuto su meri requisiti informatici. Sarebbe stato giusto e qualitativo la scelta del paziente verso l’operatore che ha attuato il miglior servizio, invece con alta probabilità, ci sarà un sorteggio iniziale tra operatori e la verifica sarà molto complessa. Il budget prima diviso in tre ora sarà diviso in 14. Prima con 6 milioni e 200 mila euro, ora con 4 milioni di euro o qualcosa in più-
Un’altra cosa grave? L’Aric ha comunicato che entro Giugno si dovrà avere funzionante l’interfaccia con il sistema gestionale regionale e i 13 diversi altri software. Come sarà possibile quando ora si hanno difficoltà a interfacciare anche una sola cooperativa con il sistema generale?Una domanda in calce che può sembrare banale. Le asl di Teramo e Chieti hanno iniziato l’Adi, il nuovo servizio con le gare d’appalto di un anno di durata più il rinnovo. Che cosa accadrà? Si andrà incontro a dei contenziosi? Chi pagherebbe in questo caso con un giudizio negativo?".
Siamo a Maggio 2025.
La politica sanitaria abruzzese è inesistente. Inesistente il suo senso della realtà e l'empatia verso il paziente.
Ci scrivono " Perche’ da come ben pochi sanno nel nuovo servizio i disagi per i malati e per le famiglie aumenteranno a dismisura.
Io in famiglia ho avuto bisogno dell’adi, il medico ha mandato tramite e mail la richiesta e il giorno dopo, e’ arrivato l’infermiere che ha portato tutto l’occorrente per medicare. Da lunedi non sara’ piu’ cosi.
-Nel momento dell’attivazione , il paziente sul cellulare ricevera’ un link, dove entrando con password e nome utente avra’ delle ore di tempo per scegliere a quale di tante cooperative affidarsi (ci rendiamo conto? un anziano che apre un link e si autentica, e poi queste cooperative chi le conosce?)
-Il paziente o care giver dovra’ procurarsi tutto il materiale di cui l’infermiere avra’ bisogno, per flebo e medicazioni ( fino ad ieri, l’infermiere dell’adi portava tutto a domicilio)
-per un catetere ostruito o una flebo fuori vena, il sabato e la domenica, il paziente dovra’ recarsi in pronto soccorso (fino ad ieri l’infermiere dell’adi veniva 24h su 24 e sette giorni su 7. ci rendiamo conto del disagio che un allettato avra’per recarsi al pronto soccorso?)
Dall’oggi al domani, si e’ tornati indietro di 50 anni.
I nostri politici regionali del territorio sia di maggioranza che di opposizione, dove sono in tutto questo scempio?
A noi non interessa poter scegliere tra non si sa quante cooperative, a noi interessa che il servizio ci venga reso, nel piu’ breve tempo possibile e senza arrecare disagi alla famiglia, anzi sollevandoci dove possibile.
Assessore Veri , attendiamo risposte, di una sanita’ piu’ vicina al malato, e queste sicuramente non le sono".
Vi racconteremo la verità a breve...a cavall donato ....
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