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Livio Cestola. Quando muore un ultras...

di Giancarlo Falconi
1 minuto

I tifosi della Curva est quando ricordano i pezzetti del cuore biancorosso non sanno che sono stati per la maggioranza miei amici.
Tutti veri e propri DEVIL'S KORPS.
Ricordo quando con Massimo, Livio e compagnia bella andavano in curva est e ricordo il prato con mio padre e gli occhi rivolti a favore di quei gradoni.
Livio, Massimo erano del mio quartiere. Le colonne del Castello.
Ricordo i vizii e le virtù. Le scelte e altri moralismi. Ricordo i sorrisi e gli aiuti. Tanti. Fraterni. Ricordo anche i cazziatoni. Ricordo il dolore per una vita che non potevo accettare. L'ultimo messaggio con Livio e l'ultima telefonata. Parlavamo della sua malattia, della cura. Il demone. Il suo respiro era affannoso e nei miei occhi c'erano le nostre partite, quel garage, i cazzotti, la fuga. Gli attimi che segnano le vite. Livio e mio fratello. Livio, mio fratello, Mariano, Mario, Raffaele, Vincenzo, Umberto, Nando, Giovanni, Maurizio, Roberto, Stella ma potrei continuare all'infinito.  Noi siamo tutti cresciuti nella stessa strada. Matrigna. Diverse fortune o sfortune ma non siamo mai stati l'uno contro gli altri. Avevamo un codice d'onore che oggi è finito. Oggi ti picchiano alle spalle o ti infamano su di un pavido striscione o autoadesivo. Mi chiamava preoccupato e poi sorridevamo. 

Livio non c'è più e mi mancherà perchè non solo era  un buono di fondo ma perchè ha fatto parte della nostra adolescenza. Amici per sempre.

Al fratello Lucio, alla sua famiglia e ai suoi affetti, le nostre più sentite condoglianze. 

 

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