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Il Corrosivo. L’opposizione mancata e mancante

di Elso Simone Serpentini
7 minuti

Ci sono dei termini, per lo più dei sostantivi, ai quali non si addice l’aggettivazione, così come non si addice il lutto ad Elettra. Uno di questi termini che disdegnano e mal sopportano gli aggettivi è il sostantivo “opposizione”.
Pensiamoci bene: soprattutto in politica (ma vale anche nella fisica) l’opposizione o c’è o non c’è. L’opposizione è di per sé una contrapposizione.
In fisica ad una forza si contrappone un’altra forza che, per essere adeguata, ossia davvero efficace, deve essere uguale e contraria.
Se non è uguale, o se non è contraria, non è opposizione. Nel primo caso non si oppone perché non riesce a controbilanciare una spinta, nel secondo non lo fa perché va nella stessa direzione della forza alla quale pretenderebbe di opporsi. E’ lo stesso in politica.

Se un’opposizione politica avverte il bisogno di qualificarsi con aggettivi, non è davvero opposizione. “Opposizione dura” promette chi sa che invece la propria posizione alternativa è debole e deve e vuole convincere l’uditorio del contrario. “Opposizione senza paura”, annuncia chi invece è consapevole della propria pavidità. D’altro canto, le maggioranze si affannano a teorizzare l’utilità di una “opposizione costruttiva”, pretendendo che l’opposizione, invece di opporsi, l’aiuti a governare e magari a correggere i propri errori, ma solo parzialmente e limitatamente a pochi aspetti. Al contrario di questi teorizzatori di una opposizione di sostegno, ho sempre pensato che un’opposizione debba essere e possa essere solo “distruttiva”, ma senza avere il bisogno di doverlo dire.
Lo deve essere e basta. L’opposizione non deve correggere, deve opporsi e creare le condizioni di una alternativa. Se vuoi cambiare un sistema, devi prima abbatterlo e poi ricostruirlo dalle fondamenta. E’ vero che i cambiamenti vengono anche dalle evoluzioni, ma quelli veri, soprattutto in politica, arrivano dalla rivoluzioni. La storia ha bisogno di tanto in tanto di cancellare con una pezzuola quello che è scritto sulla lavagna, per cominciare a scrivervi di nuovo delle frasi, possibilmente di senso compiuto.

A Teramo raramente abbiamo avuto una “vera opposizione, cioè una opposizione che avesse bisogno di aggettivazioni per sembrare credibile.
Per qualche tempo, né breve né lungo, ma lungo almeno quanto il percorso di vita finora da me compiuto, ho praticato l’opposizione e non poche volte mi sono trovato a rappresentare la minoranza della minoranza della minoranza, e quindi l’opposizione all’opposizione dell’opposizione alla maggioranza.
So, perciò, di cosa parlo. So che cosa vuol dire provare ad opporsi ad una maggioranza granitica nelle proprie certezze, soprattutto in quella della forza del numero.
So che cosa vuol dire parlare per ore ed opporsi per poi vedersi sommersi da una selva di mani levate all’invito: “Chi è d’accordo alzi la mano”.
Mi è capitato anche di analizzare l’opposizione espressa e manifestata da forze politiche diverse dalla mia e di riflettere su quella che si è concretizzata a Teramo in occasione di scelte cruciali nella vita cittadina. Devo, purtroppo, esprimere un giudizio negativo nei confronti di una opposizione generalmente in cerca di aggettivazioni a causa della propria pochezza. Mi è capitato di assistere ad atteggiamenti di finta opposizione, ma in realtà espressione di una sottintesa e complice adesione alle tesi della maggioranza.

Ho conosciuto oppositori assai blandi, quando non pienamente convinti o addirittura concilianti, desiderosi di sembrare moderati ad ogni costo o intenzionati a compartecipare agli utili delle decisioni contro le quali si fingeva soltanto di combattere. Il “conciliarismo” è stato spesso sovrano e ha fatto spesso capolino anche “l’inciucismo”.
Sui banchi dell’opposizione non è mai stato splendente davvero il sole dell’avvenire, anche quando cam-peggiava sui simboli di partito, e le falci e i martelli sono stati assai a lungo strumenti inguainati o tenuti ad arrugginire nei ripostigli. La sinistra teramana, sia quella dura e pura, sia quella unitasi ai moderati per far sembrare più sbiadito il rosso delle proprie bandiere,  ha colpe quasi altrettanto gravi di quella maggioranza bue, allineata e coperta dietro le insegne di portatori di interessi individuali, in nome dei quali decideva, nel mentre fingeva di perseguire quelli collettivi e generali della città.

Ancora oggi siamo costretti ad affiggere cartelli con la scritta “Cercasi opposizione”, perché una vera opposizione il centro-sinistra non riesce ad esprimerla o non vuole. Insegue le chimere del consociativismo e non riesce a differenziarsi dalla maggioranza del momento, senza dare forza ad una vera ed efficace alternativa. Tutte le scelte strategiche che hanno, a causa degli errori di fondo, stravolto la nostra città, sono state condivise, o delineate da una forza politica quando era maggioranza e proseguita da quella che avrebbe dovuto essere alternativa quando è diventata essa maggioranza, costringendo l’altra all’opposizione, un’opposizione però a sua volta blanda e collaborativa.

E’ stata così palese e appariscente quella collaborazione tra maggioranza e opposizione che non poche volte si è avuto il sospetto di un “lavoro comune”, di un “comune disegno”, frutto di una volontà precisa e di una intenzione riconoscibile. A candidati di una certa forza sono stati contrapposti candidati privi della minima credibilità e viceversa, tanto da dare l’impressione che si puntasse a vincere qui per perdere altrove, o perdere qui per vincere altrove. Abbiamo a Teramo un’opposizione manchevole e mancante. Non si intravede su questo piano il minimo segnale di cambiamento di rotta e si segue la corrente, pigramente, blandamente, con la forza dei nervi distesi, con quell’arrendevolezza tipica di chi pensa che i destini siano segnati e che non valga la pena di impegnarsi a deviarne il corso. Ci si spartisce il potere cittadino, affidandosi a propri rappresentanti che nei vari settori, amministrativo, bancario, gestionale, non brillano certamente per competenza, ma solo per essere fedeli esecutori di ordini.                                 
 

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Commenti

Sottoscrivo, come sempre, ogni parola del prof. Serpentini, vox clamantis in deserto.
Ho provato a cercare una spiegazione al mio rifiuto di partecipare alle consultazioni elettorali, oggi credo di aver capito. Tutti i governi a regimi disordinati vengono avallati e rafforzati da opposizioni accordate da una fetta del mercato della corruzione, le famose spartizioni. Nessun regime avrebbe vita lunga se non avesse sporche opposizioni. Nulla si risolve senza mandare tutti a casa.
Gent.le Prof. Serpentini, i suoi corrosivi alcune volte sono talmente acidi che sinceramente rischiano di corrodere anche la penna di chi li scrive. Personalmete credo che l'opposizione a cui lei fa riferimento e che auspicava è qualcosa di superata non solo dal tempo ma anche dalla storia che ognuno di noi rappresenta. Compreso lei. Mi raccontano, persone maggiormente informate, che anche lei è stato un consigliere comunale, per lo più sempre di minoranza, e che, nel suo breve o lungo periodo di impegno politico, nessuno ricorda una sua battaglia un impegno particolare che ne faccia ricordare almeno ai meno giovani un obiettivo raggiunto o un segno tangibile a cui associarla. Poichè dalla sua ha l'età e il tempo a disposizione per dimostrare ancora in futuro di essere molto meglio di tanti inesistenti consiglieri, la invito a candidarsi affinchè quello per cui nessuno la ricorda potrà raggiungerlo ora.
Ho già sentito questa solfa e mi pare che francamente il Serpentinipensiero sia in preda alle autocitazioni. Può accadere sia chiaro che a furia di scrivere si ripeta quello che già si è scritto solo con qualche virgola in più o in meno. O meglio qualcosa di nuovo c’è. Non si capisce fino a tre quarti del nuovo corrosivo se il nostro si riferisca al centro destra o al centro sinistra. Sì perché l’opposizione può essere anche di centro destra ad un’amministrazione di centro sinistra. Ce ne sono tante anch’esse in giro per l’Italia e in provincia. A tal proposito viene da chiedere se l’opposizione del centro destra alla giunta Sperandio fu un’opposizione inciucista, spartitoria del potere, o semplicemente un’opposizione antisistema qual è quella considerata vera opposizione dal professor Serpentini. Rivoluzionaria, che abbatte il sistema. Con il che, oltre ad una pesante aggettivazione che pure auspica di evitare, si dà il benvenuto al prof. nella schiera dei duri e puri dei comunisti rivoluzionari, appunto intenzionati ad abbattere il sistema. Che bello, non ce l’aspettavamo.
Condivido totalmente le asserzioni del Professore Serpentini.