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L'arpa saluta Teramo. Altro danno per il centro storico...

di Giancarlo Falconi
5 minuti

Con la seduta di giovedì scorso in Commissione regionale di Vigilanza, si è di fatto chiuso il capitolo relativo al trasferimento della sede ARPA di Teramo (ex ARTA) presso la zona industriale di Sant’Atto. L’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale lascerà la storica sede di Piazza Martiri Pennesi, meglio nota a noi teramani come Palazzo della Sanità, per trasferirsi al confine con il Comune di Bellante. La sede andrà nell’immobile Infosat, di proprietà dell’ing. Iachini, il quale incasserà un affitto annuo di 170.000 euro grazie a un contratto di locazione della durata di anni 6+6", si legge nella nota di Matteo Di Francesco, Dirigente sindacale Ugl Salute Teramo e componente RSU di Arpa Abruzzo.

"Una somma significativa di denaro pubblico, che sarebbe potuta essere destinata alle reali priorità dell’ente, come l’acquisto di nuova strumentazione o il potenziamento dell’organico e che, invece, finirà per incrementare i profitti di una società privata. Restare nell’attuale sede fino al completamento di quella nuova in via Campo Boario avrebbe permesso di risparmiare, tra canone e imposte, fino a 2.400.000 euro. Ma si sa, fare economia è un concetto difficile, soprattutto quando i soldi non escono dal proprio portafogli".

"Ora che il dado è tratto, qualcuno potrà finalmente brindare al successo di un’operazione decisa nei corridoi della politica, nata da un’intesa bipartisan che lascia pochi dubbi ma parecchie ombre. Le conseguenze si faranno sentire nei prossimi anni, soprattutto per i precari che, come dichiarato dalla direzione ARPA nell’ultimo incontro sindacale, rischieranno seriamente di “andare a casa”. Quanto alla durata del trasferimento, ho il sospetto che questo spostamento sia tutt’altro che provvisorio, ma questo lo scopriremo solo in futuro".

"Colgo l’occasione per porgere formalmente le mie scuse al Consiglio Regionale dell’Abruzzo per il tempo che il sottoscritto ha sottratto ai suoi componenti, anche se, ad essere onesti, la perdita maggiore l’ha subita chi ha creduto nella possibilità di un confronto costruttivo a tutela del bene pubblico. Mi rendo conto che entrare nel merito di come vengano spese le risorse pubbliche di un ente regionale sia un compito troppo arduo per l’attuale classe politica. E poi ci si interroga sul motivo dell’astensionismo crescente e del disinteresse dei giovani nei confronti della cosa pubblica".

"Sarebbe bastato dare reale ascolto alle parti sociali e prendere in seria considerazione quanto da noi documentato dettagliatamente con rigore e responsabilità, sempre nell’ottica della tutela dell’interesse collettivo, per il bene dell’Agenzia e dei suoi dipendenti. Invece, nella seconda e ultima seduta della Commissione di Vigilanza non si è assistito a un confronto costruttivo né tantomeno chiarificatore. Le dichiarazioni rese dal Direttore Generale di ARPA e dal suo omologo dell’Agenzia Regionale per le Attività Produttive sono apparse prive di sostanza, somigliando più a un esercizio di retorica che a un reale contributo alla discussione".

"Di contro, la componente sindacale, già audita nella prima seduta, è stata esclusa da qualsiasi possibilità di replica, costretta ad ascoltare senza diritto di parola. Per il sottoscritto un’autentica tortura, ma così vogliono le rigide regole del Consiglio Regionale e della Commissione presieduta dall’inflessibile consigliere del PD Mariani. Una condizione che ha inevitabilmente limitato il dibattito e ostacolato un’analisi completa e trasparente della vicenda. Ma ciò che fa più male, è constatare il disinteresse delle altre Organizzazioni Sindacali che inizialmente avevano assunto una posizione ferma contro il trasferimento a Sant’Atto".

"Evidentemente, quando si è esposti a ricatti, e soprattutto quando non si è direttamente coinvolti nel subire le conseguenze delle decisioni aziendali, è facile fare un passo indietro, preferendo defilarsi lentamente dalle lotte più scomode nella speranza di ottenere qualche contentino su altre questioni. Desidero comunque ringraziare il consigliere Cavallari che, in qualità di relatore, ha dimostrato attenzione e sensibilità nei confronti della nostra istanza. Purtroppo, il suo impegno non è stato sufficiente a suscitare l’interesse degli altri componenti della Commissione, ad eccezione dei consiglieri Rossi e Pavone, né a fermare l’iter del trasferimento".

"A questo punto, il trasloco appare ormai inevitabile e imminente. Non ci resta che proseguire nel far valere le nostre ragioni nelle sedi opportune, con spirito critico e determinazione. Un atteggiamento che il Direttore Generale di ARPA ha definito "riottoso", termine che, soprattutto in questo contesto, considero un riconoscimento. Siamo pronti, dunque, a coinvolgere le autorità competenti affinché venga garantita una corretta gestione della pubblica amministrazione e l’uso responsabile delle risorse pubbliche", conclude Matteo Di Francesco, Dirigente sindacale Ugl Salute Teramo e componente RSU di Arpa Abruzzo.

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