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Ospedale Mazzini, “stanza rosa” in Pronto soccorso per le vittime di violenza che abbracciano i minori da 16 anni fino agli 85 anni

di Giancarlo Falconi
2 minuti

Il Mazzini si dota di una “stanza rosa” in Pronto soccorso. E’ una stanza destinata ad accogliere tutti coloro che sono vittima di violenza. L’iniziativa, l’ultima in ordine di tempo adottata dalla Asl in tema di violenza di genere, è stata presentata oggi in una conferenza stampa all’interno del Pronto soccorso dell’ospedale di Teramo.  “La violenza di genere è una grave emergenza sociale che necessita della massima attenzione. Per prevenire e proteggere le vittime di violenza è necessario che ognuno si attivi per quanto di propria competenza. 

Anna Rita Gabriele, direttore della Uoc Pronto soccorso e Obi, ha diffuso i dati sugli accessi “Codice rosa” relativi alla Asl di Teramo nel periodo 2019-primi semestre 2022. “Sono dati che per la maggior parte riguardano le donne”, ha sottolineato Gabriele, “anche se in tutto il periodo in considerazione ci sono 21 casi che coinvolgono minori  di 16 alle e 5 17enni. Per quanto riguarda gli over 65, abbiamo registrato 10 casi, di questi sono uno è di un uomo (di 85 anni)”.

“La stanza rosa”, ha aggiunto Cinzia Angelozzi, ginecologa referente dei “Bollini rosa”, il riconoscimento che la Fondazione Onda conferisce agli ospedali vicini alle donne, “costituisce un luogo protetto per accogliere le vittime di violenza, che non dovranno più andare in giro nei vari reparti dell’ospedale: tutti i professionisti ruoteranno attorno alla persona oggetto di violenza. In questa stanza raccoglieremo anche i reperti partivcolarmente importanti per il successivo iter giudiziario”.

La dottoressa Gabriele ha anche annunciato che la Asl   ha proceduto alla revisione del protocollo del Codice rosa, che era risalente al 2014. “Ora, con il contributo di tutti i settori interessati, abbiamo adeguato il protocollo aziendale a quello che prevede la nuova normativa in materia. Il protocollo dovrà essere esteso a tutto il territorio, in un percorso per uscire fuori della violenza. In questo percorso la Asl riveste un ruolo centrale, relativo alla cura e alla prima accoglienza della vittima”, ha spiegato.

 

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Commenti

Ma fatelo funzionare il pronto soccorso!!!

Ci cureranno anche i parenti delle pazienti aggredite e maltrattate verbalmente al telefono da una dottoressa del pronto soccorso ,forse nervosa per dover fare la notte , le cui offese gratuite non si possono dimenticare?

Solo apparenza...