Marcello Olivieri racconta in un post su facebook una scena raccapricciante.
Una strada senza uscita nel quartiere di Villa Pavone.
Un'auto guidata da un giovane uomo.
Una veloce retromarcia. Le urla delle persone. L'impatto con il cane che riposava . La fuga.
Il resto è il migliore amico dell'uomo che si alza, barcolla e muore.
Le telecamere riprendono tutto, tranne l'irresponsabilità di una persona che invece di fuggire avrebbe dovuto semplicemente fermarsi e prestare soccorso.
La coscienza che si chiede ad un uomo è ora quelle di anticipare le indagini delle Forze dell'Ordine ed ammettere le proprie responsabilità.
Ora e non domani.
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Anche io ho un cane.
E, anche se è dolcissimo, non lo lascio in strada ma lo tengo libero nel giardino recintato.
Comprendo la disperazione per la morte di un amico.
Però la gente impari a farsi un esame di coscienza se il cane è di proprietà.
O, qualora randagio, siete proprio sicuri che il guidatore si sia accorto di aver investito un animale?
Giustamente, lo deciderà un giudice, non una parte (forse) lesa.
Non ho parole solo sdegno e tristezza.