Per me è stato il primo ricovero.
La salute mi ha assistita fino a che si è presentata la necessità di un intervento di colecistectomia.
L'ansia, la paura, la curiosità a farla da padrona. Troppo spesso la parola “malasanità” nei mezzi di informazione e nelle chiacchiere della gente non aiuta. Alla fine “E' una routine”, mi dico. “Andrà tutto bene”, mi ripeto. Nel momento in cui entro nel Reparto di Chirurgia generale, al secondo piano dello Ospedale Civile di Teramo, tutte le paure si affievoliscono. Gli esami di prassi e un pranzo che mi viene servito, nonostante non abbia ancora un posto letto, mi aiutano ad ambientarmi. Quando mi assegnano la stanza, (bella, ampia, luminosa e con un panorama mozzafiato sul GranSasso innevato), mi rendo conto che qui la gentilezza la fa da padrona. Il letto è spaziale, comodo e con i comandi, un vero lusso. Inizia il primo di 4 giorni intensi, ma colmi di professionalità, gentilezza, umanità. Nessuno escluso.
Gli infermieri, di ogni turno, sorridono sempre, scherzano e se il campanello suona non arrivano mai con la faccia burbera e scocciata che potresti immaginare. Anche fossero le tre di notte, loro arrivano sempre e risolvono con competenza ogni situazione. L'ordine e la pulizia della mattina ti fanno sentire a casa e le signore che provvedono al servizio sono anche loro educate, mai invadenti, ma con una parola di coraggio e una battuta si. “Se non ridiamo un po'....” tiene a precisare una di esse. Il servizio mensa, spesso tanto criticato, si rileva una sorpresa. Sia inteso, siamo in ospedale e non in un ristorante, ma la classica minestrina un po' di calore di casa te lo regala. Il menù è quello di chi sta male, ma è fatto al meglio e complice un po' la fame, i piatti tornano sempre quasi vuoti quando a raccoglierli sono le signore, carine e gentili anche loro e sempre con il sorriso.
I medici, quando passano per le visite, sono in gruppo e quando arrivano nella stanza ti senti un po' come un alunno che deve sostenere un esame. All'inizio inquietano, ma basta poco e scopri un loro lato alla “Patch Adams” ; sanno ridere e scherzare e ti mettono a tuo agio.
GRAZIE a tutte queste meravigliose persone.
GRAZIE anche agli anestesisti al personale del Rx e del ECG.
GRAZIE per le rassicurazioni e la dolcezza della sala operatoria, fredda solo di temperatura, perché infermieri, assistenti e il Dottore mi hanno dato il giusto calore umano.
Non hanno mancato di spiegarmi nulla di ciò che sarebbe avvenuto e al risveglio mi hanno supportata e sopportata a causa degli inevitabili dolori fisici e il post anestesia. Il giorno dell'uscita è inevitabilmente e nonostante tutto il bene, il più bello, ma quando è ora di salutare, un po' di emozione c'è. Stringo forte la mano alla Caposala, donna meravigliosa che gestisce in maniera perfetta questo reparto. Le dico grazie per tutto e per tutto il personale, lei compresa. “Siete meravgliosi”, “meravigliosi e competeneti”, le dico.
Vado via e quando chiudo la porta di ingresso alle spalle spero, ovvio, di non rientrare mai più, ma ho la consapevolezza che se ciò dovesse avvenire, ora che ho visto, so che sarebbe come aprire la porta di una seconda casa.
Manuela
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Mi fa immensamente piacere leggere queste parole di testimonianze che dovrebbero rassicurarci tutti.
Chapeau?