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Trova la differenza. Tra noi disabili e lui che ama parcheggiare in questo modo...

di Giancarlo Falconi
1 minuto

Siamo in viale Bovio a Teramo. A fermaci è Luca, 43 anni da 20 costretto sulla sedia a rotelle a seguito di un lungo in curva con la sua moto. "Non ho piegato e mi sono piegato"-scherza Luca con una ironia dettata dalla sofferenza di anni e dalla accettazione. Luca, oggi, vive a Teramo e fa tanti sport, raccontando la disabilità a chi vive ancora nel limbo della depressione.  Luca ci ha fermato sorridendo mentre pioveva e mentre a terra c'era Venezia senza mose ma con Mosè in dirittura di arrivo. Bagnato ci indica un suo amico. Nel senso di comunità e di coerenza. Parcheggia sempre così ma non sono mai riuscito a parlarci. Non è il solo. Quello scivolo deve essere ritenuto inutile come inutili sono quelle buche sull'asfalto. "Tu pensa Giancarlo che gli operai del comune che tappano le buche sono i nostri eroi e loro non sanno di quanto sia per noi, fondamentale il loro lavoro".
Luca è un fiume in piena e ci racconta di quanto sia difficile girare per Teramo anche senza chi parcheggia senza rispetto, senza coscienza civica, senza pensare alle vite degli altri. "Due o tre volte ho chiamato la Polizia Locale ma c'è sempre l'auto impegnata e lo comprendo senza troppe lamentele. Mi sarebbe piaciuto provare il senso della rivendicazione etica e spiegare quanto sia imbarazzante essere costretti a chiedere aiuto a un passante. Vedere quel senso di pena è mortificante". Piove a dirotto. Luca entra in auto con altre auto parcheggiate a calare di una foglia d'autunno. La sua carrozza ( così la chiama)  riesce ad entrare. Sorride e riparte. Il "Texas Ranger" di noi altri è ancora a chiudere lo scivolo. Contromano per giunta.Non passano carrozzine e rimane, fermo, quel senso di imbarazzo che ci condanna senza passare dal via. 

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