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La Verità. Storia del nuovo ospedale di Teramo. Il Mazzini...terza puntata...

di Giancarlo Falconi
2 minuti

Chi fu il primo ingegnere e architetto della storia?
"I primi "veri architetti" della storia furono i sacerdoti dell'antico Egitto, che erano i "direttori dei lavori" nella costruzione delle piramidi, le tombe dei Faraoni.
Per poter costruire questi immensi monumenti essi dovevano preparare e disegnare i progetti, far squadrare i blocchi di pietra e farli sistemare nella giusta posizione
Per fare tutto ciò dovettero scoprire alcune applicazioni pratiche dell'arte della misurazione e della costruzione, diventando gli architetti delle piramidi", ( http://miaplacidusedaltriracconti.blogspot.com/2009/09/l-primi-architetti-della-storia.html ).


Se dovessi pensare a un vero architetto e ingegnere moderno citerei Filippo Brunelleschi e  la sua  CUPOLA DI SANTA MARIA DEL FIORE.


Nelle prossime puntate ci occuperemo di presentarvi tutte le idee progettuali per il nuovo ospedale del capoluogo aprutino.
Prima puntata. Il Mazzini di Teramo nell'area di Villa Mosca. 


Voi ci volete raccontare la favola che l'Ospedale Mazzini di Teramo con tutte le conoscenze tecniche al 2022 non sia restaurabile, non sia migliorabile sismicamente e che costerebbe addirittura di  più della base di 270 milioni di euro a salire?

Voi ci volete raccontare che non siano superabili le criticità manifestate?
La mancanza di spazi adeguati per il sistema di emergenza; la vulnerabilità sismica del secondo lotto?

La proposta progettuale nel cassetto dell'asl di Teramo consente di potenziare il presidio del Mazzini per realizzare un moderno Dea di secondo livello; valorizzare il patrimonio immobiliare esistente dell'asl di Teramo; risparmiare risorse economiche e consentire un minore consumo di suolo.

Tre fasi.

1 fase.

Realizzazione di un nuovo edificio per l'emergenza.


2 Fase

Abbattimento del secondo lotto e realizzazione sullo stesso sito del nuovo ospedale di giorno.

Fase 3.

L'attivazione del nuovo edificio consentirebbe di liberare vari spazi nel lotto 1 consentendo di adeguare progressivamente tutte le ali dell'edificio.

Non si possono accettare riunioni limitate alla poca politica invitata. Il nuovo ospedale di Teramo è dei sindaci e dei cittadini dell'intero territorio teramano. Non esistono documentazioni segrete ma solo la capacità e la volontà di spiegare il migliore dei progetti per l'intera collettività.
L'Umanizzazione è l'unico vero progetto da cui far ripartire la Sanità teramana. 


#noncivuoleunnuovoospedalemaunanuovasanità




 

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Commenti

"Coloro che leggeranno i miei libri, ne troveranno il contenuto lampante e semplicissimo, mentre in realtà esso è oscuro e occulta il vero significato delle parole."

Volevo dire solo che se l'ospedale potenziato e rimodernato rimane a Villa Mosca sarebbe utile ,forse indispensabile fare una variante stradale a nord per evitare che ambulanze facciano tutto il percorso dalla Cona a Villa Mosca passando per il centro.

Se bello e capito, ormai da anni, che i teramani vogliono l'Ospedale la dove c'è il Mazzini, ristrutturandolo in termini antisismici, e costruendone a parte una struttura per varie funzioni integrate con il Lotto 1. A questo punto che si decidano, altrimenti i soldi non basteranno mai, stante l'aumento dei costi, rispetto già allo stanziamento concesso di 82 milioni., tenuto conto che oggi è il momento di fare questo, nel prossimo futuro con i debiti che ha l'Italia, chissà cosa avverrà. Compreso? Poi, se vi va di giocare ancora, dato che volete un Ospedale unico, perchè non fate l'Ospedale all'uscita dell'A 14, a Mosciano? Li determinerebbe la soppressione di Giulianova, in parte quello di S. Omero, ed anche Atri ne risentirebbe notevolmente. Quindi.....le chiacchiere se li portano via il vento. Decidetevi subito, e ridate ad Atri la sua funzione che aveva, utile all'ASL di Teramo, per la sua mobilità attiva, a differenza di Teramo e di S. Omero, che sono espressioni di mobilità passiva, come i conti dimostrano, in particolare S. Omero, che avete potenziato, e organizzato con UOC oltremodo ingiustificabili, ovviamente a danno di Atri. Teramo chi lo tocca? Le sue peculiarità chi le tocca? Ridateci quello che avevamo, anche a fronte di una garanzia per la stessa Teramo, come: la Medicina Nucleare, la Pediatria, la Maxillo Facciale, l'ORL, il Punto Nascite, una RNM, per il resto tenetevi tutto, dimostreremo, ancora una volta, che Atri sa fare il suo lavoro, ed a vantaggio sia dell'ASL di Teramo, che di quello di Pescara e di Chieti, che si avvantaggerebbero di questa rinascita, almeno per alcune specialistiche, così come lo è stato per il passato. E' una posizione sorpassata? Non direi, visto come è conciata l'ASL con oltre 42 milioni di euro di deficit per mobilità passiva, che sarà pagata ancora da Atri, direi Giulianova, non da S. Omero o Teramo. Pensateci, pensateci voi Direttori...., voi della politica Regionale e Provinciale (sic)- Comitato Difesa Ospedale Atri- Mario Marchese-

Non ci vuole una nuova struttura ,ma una nuova mentalità ,che abbatta le lunghe liste di attesa , la burocrazia ,e soprattutto ,cosa fondamentale la meritocrazia .

Ben detto "noncivuoleunnuovoospedalemaunanuovasanità" Grazie dott. Falconi

Il Nostro è il Miglior Ospedale della Regione,certo ha bisogno di Manutenzione e Modernamente,(come tutte le strutture), però Secondo il Sottoscritto questo Stabile è un Punto di Forza della Nostra Amata Provincia e non dobbiamo sottovalutarla,NON SERVE UN' NUOVO OSPEDALE a SAN'ATTO e RIVALUTIAMO il MAZZINI che è già esistente.

“Cittadini senza politica” è un’espressione volutamente paradossale. Si tratta, a tutti gli effetti, di un ossimoro: una formula contradditoria, come sarebbe “genitori senza figli”. La nozione classica di cittadinanza, da Aristotele in poi, è infatti inestricabilmente legata alla dimensione politica. “Cittadino” è chi contribuisce in modo attivo al processo di elaborazione delle decisioni collettive. E tuttavia, oggi la nozione di cittadinanza teramana sembra aver perso qualsiasi connotazione politica, qualsiasi riferimento alla dimensione dell’impegno e della partecipazione. Ciò cui ci troviamo di fronte è dunque ben più grave di una passeggera manifestazione di stanchezza democratica.