Lo Stadio dei Marmi.
Il Foro Italico.
Il Marmo di Carrara bianco e l'opera disegnata dall'architetto Del Debbio.
Tutto scorre veloce nella lentezza dell'attesa di una gara.
Campionati Italiani Studenteschi nell'anno delle Olimpiadi di Rio.
L'Italia mostra il proprio futuro.
Il proprio orgoglio.
Il frutto dei sacrifici.
Disciplina, sudore, tecnica, squadra, famiglia.
I mille metri.
Le batterie.
La finale.
Una ragazza bionda.
Occhi da Montagna che guardano il Mare.
Viene da Teramo.
Liceo Classico.
Teramo?
Si mormora.
Ah l'Abruzzo.
Ah Teramo.
Hanno bravi Maestri.
Nobili.
Vicerè e compagnia insegnando.
Amano l'atletica e lo sport.
Si parla di Teramo mentre Gaia Sabbatini vince l'argento.
Teramo sul podio dei campionati italiani.
Roma è in festa per noi.
E noi?
Come mai quella ragazza che ha corso con un peso nel cuore; che diviene letteratura umana con quel peso nel cuore; emozione dell'anima con quel peso nel cuore; che vince per Teramo, per l'Atletica Gran Sasso e il suo Liceo Classico con un peso nel cuore; che si allena per tutti con un peso nel cuore; che pesa il ricordo di un padre scomparso che rimane arso in ogni pensiero.
Il siero della vita.
Ardente dolore.
Sente le ore.
Lente della mancanza.
Quella danza tra padre e figlia che può mostrare solo un padre con la propria figlia.
Una mamma che soffia dove fa male.
Il sale della vita.
Vince Gaia e per un istante non è sola.
Diventa leggera nella sua dedica di fierezza per continuare l'arrampicata.
Chiodo dopo chiodo.
Corre per noi senza indossare nessuna maglia del Liceo Classico.
Nessuna tuta.
L'unica in Italia a non avere neanche un'icona della propria scuola.
Aridità e tutto torna indietro al preside per antonomasia.
Quel Lino Befacchia che avrebbe portato il liceo tra quelle statue a studiare la storia, a comprendere lo spirito che aleggia in ogni centimetro di pista, a immortale gli immortali contro gli immorali.
Disciplina dello sport.
Insegna Gaia Sabbatini.
Befacchia e Gaia.
Tutti avrebbero parlato di Teramo.
Quel preside, quella ragazza Bionda e una Scuola che avvolge e non riavvolge.
La realtà è diversa.
Gaia è stata dimenticata da un Liceo Classico che non merita altra citazione, perchè la dignità della parola va conquistata sul campo.
La Città di Teramo dovrebbe supplire a una dirigenza scolastica da bocciare e premiare Gaia Sabbatini.
Questa è la Cultura della bella scuola.

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Commenti
Cara signora Iervella, eppure tutto era scritto in Italiano.
Ah la fretta di criticare un articolo di denuncia e di etica scolastica.
Rileggiamo insieme " Aridità e tutto torna indietro al preside per antonomasia.
Quel Lino Befacchia che avrebbe portato il liceo tra quelle statue a studiare la storia, a comprendere lo spirito che aleggia in ogni centimetro di pista, a immortale gli immortali contro gli immorali.
Disciplina dello sport.
Insegna Gaia Sabbatini.
Befacchia e Gaia.
Tutti avrebbero parlato di Teramo.
Quel preside, quella ragazza Bionda e una Scuola che avvolge e non riavvolge".
Che avrebbe....chiaro???????
Il Preside Befacchia se fosse ancora Preside, avrebbe portato ....etc etc etc etc .
ORa mi auguro che sia chiaro...grazie.