Impossibile dormire.
Quella scena.
Quella macchia di sangue in viale Orsini a Giulianova non è solo di Paolo Cialini o del suo assassino, ma è nostra.
Dove abbiamo sbagliato?
Nella natura reale dell'uomo animale, l'omicidio è veramente un atto così banale?
Elso Simone Serpentini ha scritto e descritto una miriade di delitti rendendoli letterari ma il dramma che si è vissuto a Giulianova, rimane agghiacciante.
Una figlia e un padre.
Un trauma che segnerà la giovane vita di una bambina per il resto della sua vita.
Si muore per un ideale, per difendere un'inclinazione di pensiero, di etica, sessuale, per fame, per soldi, per guerra e nulla di queste ragioni vale una sola vita umana.
A Giulianova, una figlia ha perso il proprio padre per una precedenza stradale.
Un auto e un furgone.
Due vite umane.
La follia che si scatena in un attimo.
Il litigio che ha preceduto l'omicidio.
Il doppio dolore di una figlia sola nell'abitacolo.
Occhi grandi.
Mani che coprono i sensi per non vedere e sentire.
Quelle urla.
Perchè accettare un duello in presenza del bene più prezioso per un genitore?
Il mio tormento.
La domanda è anche un'altra..."Quanti mostri esistono coperti e difesi dall'omertà cittadina?".
Poi altre questioni.
Quante violenze non vengono denunciate?
Quanti possibili assassini vanno in giro pronti ad esplodere di violenza?
C'è chi descrive Dante Di Silvestre, il presunto omicida come una brava persona.
Vi prego, i bravi di Manzoni, avevano maggiore nobiltà d'intenti.
I luoghi comuni uccidono come una lama inferta.
Due volte.
Quel coltello al cuore della vita.
Quella bambina di sette anni orfana di papà.
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