C'era chi la descriveva «un po' farfalla, un po' sola, un po' sognatrice». Ma chi l'ha conosciuta davvero sa che dietro quella delicatezza c'era un coraggio che sfidava ogni limite. La sua vita, segnata dalla disabilità, non è mai stata una resa, ma una battaglia trasformata ogni giorno in esempio.
Non ha mai voluto essere definito dal dolore, eppure ne ha attraversato tanto. Ha scelto, invece, di essere ricordata per ciò che ha costruito: relazioni, diritti, parole. Come presidente dell'ANiep, si è battuta senza sosta per i diritti delle persone con disabilità, lottando contro l'inerzia, le barriere architettoniche e culturali, la solitudine, l'ingiustizia. Per lei l'inclusione non era uno slogan: era un'urgenza concreta, quotidiana, reale.
Nel 2021 ha affrontato una delle prove più dure: 41 giorni di recupero per Covid. Anche allora, con il corpo provato e l'anima stanca, ha scelto di scrivere un libro. Lo ha intitolato Due secondi. Due secondi possono cambiare una vita. Due secondi per perdere tutto. O per ritrovarsi. Con quelle pagine ha voluto dare voce non solo alla sofferenza, ma anche a una forza che sembrava inesauribile. Un atto di resistenza, di testimonianza, di dono.
Il libro è diventato musica grazie a una cantautrice che ha trasformato le sue emozioni in canzoni. Lungo le pagine, un codice QR permette di ascoltarle: un incontro di linguaggi, un ponte tra silenzio e suono, tra corpo e spirito.
Non cercava attenzione, ma connessione. Non chiedeva compassione, ma ascolto. È riuscita a farsi spazio con delicatezza, a cambiare le cose con determinazione. Chi le è stato vicino sa quanto abbiamo insegnato: a vivere, a rallentare, a guardare davvero.
Oggi che non c'è più, ci resta il suo esempio. Una testimonianza viva di come si possa essere protagonisti della propria esistenza anche in condizioni che molti ritengono marginali. Lei marginale non lo è stata mai. Era centrale. Era luce.
A lei farfalla che ha saputo volare anche con le ali spezzate il nostro grazie più profondo.
A noi il compito di continuare la sua battaglia. Perché due secondi possono davvero bastare a cambiare le cose.
Un'operatrice sanitaria GF
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