Tana alla asl di Teramo.
Tana libera tutte a quelle delibere imbarazzanti.
La storia è un film da horror amministrativo.
Appare magicamente sull’albo pretorio on-line della ASL teramana, una delibera, la n° 0309 del 9 marzo 2016, dal titolo “Annullamento della deliberazione n° 1369 del 17.11.2014 […]”.
La apri ( per modo di dire) per leggere “Pubblicazione limitata a parte dell’oggetto ed agli estremi dell’atto, ai sensi dell’art. 6 comma 2 del Regolamento disciplinante l’Albo Aziendale informatico”.
Ricerca su google “deliberazione n° 1369 del 17.11.2014 ASL Teramo”.
Coniglio fuori dal cilindro.
La famosa delibera con cui l’ avv. Roberto Fagnano, DG dell’Azienda Sanitaria Locale, aveva nominato il Dr. Tommaso Ceci e la Dr.ssa Luana Portanti, quali Responsabili, rispettivamente, del Distretto Sanitario di Base di Teramo e di quello di Roseto. Una delibera che, impugnata dal Dr. Gianni Di Febo escluso dall’incarico, aveva condotto, intorno a metà gennaio scorso, ad una sentenza del giudice del lavoro Maria Rosaria Pietropaolo, la quale riteneva illegittime le nomine poiché nell’avviso per la selezione erano indicati «criteri assolutamente inidonei a consentire una valutazione del rispetto, da parte della Asl, degli obblighi di trasparenza e imparzialità, non consentendo alcun effettivo controllo sull’operato dell’ente in sede di individuazione del dipendente cui conferire l’incarico». E, come se non bastasse, la Pietropaolo aggiunse che «alla parte non inadempiente è consentito chiedere la condanna della controparte all’adempimento e/o il risarcimento del danno», oltre a condannare la ASL al pagamento delle spese giudiziarie. Come è andata a finire?
Indovinate. L’Asl annulla quelle nomine, a detta del giudice, discrezionali perché attuate con criteri poco oggettivi. Che succede ora?
Chi firmerà gli innumerevoli atti che un Distretto Sanitario produce ogni giorno?
Che ne sarà dei pazienti che hanno bisogno di assistenza domiciliare, o di esenzioni dal ticket, o di essere autorizzati a ricevere cure presso le strutture private accreditate e altre centomila cose? Ecco perché siamo ultimi in Abruzzo.
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