Caro Giancarlo, ti scrivo per mettere in risalto un problema che, oltre ad avere ripercussioni logistiche, è a dir poco inumano.
Mio padre è un paziente oncologico da anni e, di conseguenza, è in terapia continua. Questo, per chi non lo sapesse, implica analisi del sangue settimanali.
Nonostante la massima disponibilità, professionalità e umanità del reparto di oncologia, ci troviamo a dover “litigare” con la ASL per avere dei “prelievi domiciliari”.
La PROCEDURA (che non so chi ha scritto e con quale assurdo criterio) impone che l’oncologo scriva: “Prelievo domiciliare paziente NON DEAMBULANTE”. Ora è chiaro a tutti che la maggior parte dei pazienti oncologici siano deambulanti, questo implicherebbe ogni settimana prelievi ospedalieri in ambienti affollati e difficili per le famiglie da gestire continuamente. I pazienti oncologici vanno accompagnati nella stragrande maggioranza dei casi, va considerato poi che queste persone sono a digiuno fino a tarda ora o sono costrette ad alzarsi prestissimo per trovare file più corte e minor assembramento e riuscire a fare colazione in un orario che non ne comprometta ulteriormente l’essere gravemente sottopeso.
Ora mi chiedo: “Chi usufruisce dei prelievi domiciliari? E perché i pazienti oncologici ne risultano esclusi? Perché questa assurda dicitura? Non basterebbe scrivere PRELIEVO DOMICILIARE a firma dell’oncologo?”
Sembrerebbe poi che dal 30/04 le mascherine non saranno nemmeno più obbligatorie negli ambienti medici a discapito dei pazienti con sistema immunitario compromesso (anche se basta farsi un giro in ASL per vedere che questo atteggiamento è già ampiamente in uso)…
Resto basita e amareggiata dall’incuranza di qualcuno nei confronti di queste PERSONE.
Come famiglie coinvolte ATTENDIAMO RISPOSTE E UMANITA’.
Cara lettrice, inoltriamo la sua
lettera ai vertici dell’asl di Teramo
che sapranno sicuramente con
la sensibilità dovuta rispondere
e valutare tutte le problematiche.
Dieci anni fa nel nostro sciopero
della fame a favore del reparto di
Oncologia, https://www.iduepunti.it/cronaca/17_gennaio_2013/oncologia-teramo-sciopero-della-fame-linericordiamo che in quei
tempi c’era un solo medico per 22
pazienti in chemioterapia, nacque
la rete oncologica che avrebbe
dovuto prendersi in carico di tutto
il percorso del paziente oncologico. Leggere la sua lettera ci ha fatto
molto male e siamo sicuri che una
soluzione sarà condivisa immediatamente
Giancarlo Falconi
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