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Lo scandalo del Privato che si fa pubblicità in ospedale...

di Giancarlo Falconi
2 minuti

Il Comitato Civico nato a inizio anno in Val Vibrata, impegnato nella difesa dell’Ospedale locale e della sanità pubblica in generale, non può restare indifferente di fronte a dinamiche che mettono in discussione i principi fondamentali del nostro sistema sanitario.

In Italia, ogni anno i cittadini sono costretti a spendere fino a 40 miliardi di euro in prestazioni sanitarie private. Di questi, circa 700 milioni provengono dai soli abruzzesi. Si tratta di cifre enormi, che smentiscono nei fatti il principio dell’universalismo e indicano una sofferenza sociale crescente, dovuta principalmente alla difficoltà di accesso alle cure nel sistema pubblico.

Senza entrare ora nel merito delle soluzioni — che, pur complesse, devono essere affrontate — c’è un aspetto che merita immediata attenzione: la deriva commerciale della sanità. Trattare la salute come una merce genera inevitabilmente un mercato, con le sue logiche, le sue regole e — soprattutto — la sua pubblicità.

E qui sorge un problema. La pubblicità in ambito sanitario è sottoposta a regole stringenti, proprio per la delicatezza della materia e per tutelare i cittadini da suggestioni inappropriate. Eppure, accade sempre più spesso che questi limiti vengano superati: esami, visite e prestazioni vengono presentati come beni di consumo qualunque, in spregio ai principi di etica e responsabilità.

Un caso emblematico riguarda proprio il territorio della ASL di Teramo. All’interno di alcuni ospedali pubblici — a partire dai Pronto Soccorso — campeggiano manifesti pubblicitari di un noto poliambulatorio privato della provincia. Mentre i cittadini, spesso in numero elevato, attendono con crescente esasperazione il proprio turno nelle sale d’attesa, lo stesso sistema pubblico ospita e legittima la promozione delle strutture private.

Una situazione paradossale e inaccettabile. Da una parte il pubblico in affanno, con personale sanitario sottoposto a stress e vittima della sfiducia crescente degli utenti; dall’altra, il privato che si promuove direttamente dentro le strutture pubbliche, rafforzando un messaggio pericoloso: “se vuoi curarti in fretta e bene, devi pagare”.

Ma davvero possiamo permettere che la sanità privata si promuova all’interno degli ospedali pubblici? Anche qualora non si trattasse di una violazione formale, è comunque un atto profondamente inopportuno e lesivo della credibilità del servizio pubblico.

Il Comitato Civico della Val Vibrata chiede con forza un intervento immediato da parte delle istituzioni, a partire dai sindaci, dai sindacati, affinché vengano vietate tutte le forme di pubblicità commerciale del privato all’interno delle strutture sanitarie pubbliche.

Non si tratta solo di una questione di principio: è una battaglia di civiltà. Difendere la sanità pubblica significa anche proteggerla da chi, giorno dopo giorno, ne mina la fiducia e la dignità.

Comitato Civico per la Tutela dell’Ospedale Val Vibrata e della Sanità Pubblica

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