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Villa Comunale di Teramo. "Urlava, sbraitava e siamo andati a casa"...

di Giancarlo Falconi
1 minuto

" Caro Giancarlo, grazie per quel pomeriggio e grazie per esserci sempre con noi.
Caro sindaco di Teramo, il nostro Gianguido, dopo alcuni giorni le racconto perchè sono stato costretto ad andare via dalla nostra Villa Comunale di Teramo. Giocavamo senza problemi nel piccolo parco giochi con i miei due nipotini e a parte i soli ragazzi tunisini e marocchini che entravano e uscivano dai cespugli all'ingresso di piazza Garibaldi, c'erano stati pochi momenti di preoccupazione. Due ragazzi teramani con le birre in mano e uno dei due completamente ubriaco. Tutto verso le 18 del pomeriggio. Poi le urla senza senso almeno per noi, di un ragazzo giovane, africano, che camminava e sbatteva forte un mazzo di chiave e poi un piccolo bastone. Si è fermato davanti ai miei due nipoti urlando ancora più forte e questa scena è durata quasi cinque minuti. Alla fine, caro Gianguido, siamo dovuti andare via e le ripeto, sono ancora scosso. Le ripeto che questo ragazzo non stava bene e ciò mi dispiace umanamente ma nulla potrà distogliermi dalla protezione verso i miei nipoti.  Questo episodio non farà mai parte del vostro tavolo sulla sicurezza ma del nostro. Ecco la differenza tra sicurezza percepita e la vostra reale. Lei lo sa quanti episodi simili si ripetono in strada? Lei lo sa quanti furti non vengono denunciati? Quanti reati non fanno parte del vostro paniere statistico?  Le torniamo a chiedere vigilanza seria in Villa Comunale e non le auto che fanno il girettino della giostra e vanno via. Un vigilantes permanente che abbia la professionalità e l'autorità di agire. Grazie per la lettura.

Lettera firmata 
 

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