22 anni di matrimonio, 6 di fidanzamento, tre figli e due nipoti. Una storia che parla d’amore, di sacrificio, di famiglia ma anche di delusione profonda. A raccontarcela è Anna, che oggi ha 52 anni e vive a Torricella Sicura, accolta, sostenuta e aiutata dalla comunità che ormai, per lei, è una seconda famiglia. Ce la racconta perché ufficialmente, oggi, il suo matrimonio non esiste più, non solo perché anni fa ha divorziato dal suo ex marito, ma anche perché lui ha chiesto e ottenuto l'annullamento alla Sacra Rota. Ce lo racconta perché vive nel dolore, perché se il divorzio mette fine a qualcosa che prima era bello, l'annullmento lo cancella senza neppure riconoscerlo. Ce lo racconta perché vuole condividere la sua storia, perché chi faceva parte della sua famiglia oggi ha rinnegato tutto, perché chi aveva benedetto quell'unione oggi l'ha cancellata per sempre, e perché vuole gridare a gran voce che per quasi 30 anni tutto ciò è esistito e che i suoi figli sono il frutto di quell'amore.
«Io e il mio ex marito siamo stati fidanzati per sei anni. Era una relazione a distanza: lui viveva a Teramo, io a Cosenza. Faceva ore di viaggio per venirmi a trovare, e io credevo fosse amore vero. Nel 1994 ci siamo sposati. Abbiamo costruito una famiglia. Abbiamo avuto tre figli, e sono loro oggi la mia più grande forza.
Poi, nel 2016, dopo più di vent’anni insieme, mi ha detto che se ne andava. Doveva “cercare la sua felicità”. Da quel momento ho affrontato dieci anni di battaglie legali e abbiamo divorziato. Ma non è finita lì. Non contento, ha deciso di rivolgersi alla Sacra Rota Romana per far annullare il nostro matrimonio religioso.
E l’ha ottenuto. Ed è qui che voglio essere chiara: io oggi sono arrabbiata. Non solo con lui. Sono profondamente delusa e ferita anche dalla Chiesa. Una Chiesa che predica valori come l’indissolubilità del matrimonio, ma che poi, di fronte a certe richieste, riesce a cancellare una vita intera con una firma. Una Chiesa che non mi ha mai ascoltata. Che non ha mai voluto sentire la mia voce.
Ma io non mi lascio cancellare. Perché il nostro matrimonio è esistito, eccome. I nostri figli sono la prova vivente di quell’unione. E nessuna sentenza, né civile né religiosa, potrà mai cancellare la verità. Io non mi vergogno della mia storia. Io la rivendico. E sono qui, oggi, con la schiena dritta, perché la dignità di una donna non si annulla».
Ascoltate Anna https://youtu.be/24tgaePgxHo?si=0m0iC9csUWaSH1mK
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