Caro Gianni,
il risultato sul piano dei conti che ha raggiunto la Sanità in Abruzzo, grazie a te, l’ho definito “prezioso”.
Poi, e lo dico a te in privato, ho pure brindato.
Punto e a capo.
Sul giornale ho letto della tua precisazione data in conferenza stampa del 17 Luglio; quando qualcuno ha osservato che nel 2001 fu registrato il saldo positivo nella mobilità di 17 mln, tu rispondesti: “Certo, ma in quegli anni il debito ammontava a 470 milioni.”
Due date e due risultati riferiti ad esse. Secondo me ne mancano due di risultati, quelli riguardanti le entrate: nel 2001 sono state pari a 1.592 mln, nel 2011 a 2.300 mln. Siccome la differenza è di oltre 700 mln, qualcuno ha pensato, facendomelo notare, che se l’avessi incamerata anche io, il brindisi l’avrei potuto fare non oggi, ma 11 anni fa, registrando utili e liquidità. Il risultato l’hai ottenuto tu, lo rispetto e ne sono contento: a tale esito hanno concorso quindi anche le più cospicue entrate. Siccome tu avevi enfatizzato il taglio del numero dei primari, io mi sono preoccupato di cercare di capire il motivo per il quale si dica oggi che si spende meno del 2001, ad esempio, quando invece dai conti appare cosa diversa.
Caro Gianni, questa lettera non è tematica, è solo di cortesia nei tuoi confronti, visto che ti sei chiesto il motivo per il quale io non sarei orgoglioso come tutti gli Abruzzesi del risultato da te raggiunto.
Che viviamo tempi difficili è noto anche a me e ti assicuro che sentirò un orgoglio forsennato quando non leggerò più lettere come quella che Giancarlo Falconi ha pubblicato oggi su “I due punti” che puoi riflettere qui sotto. Sarei orgogliosissimo sin da questo momento se tu mi assicurassi che quanto leggiamo quotidianamente in ordine alla qualità dei servizi sanitari, non è vero.
Il tuo intervento a L’Aquila un mese fa in occasione della inaugurazione degli uffici ARPA mi è piaciuto: hai parlato di futuro e delle iniziative che intendi adottare. Non hai bisogno dei miei suggerimenti, ma credo che tu debba parlare sempre come quel giorno, ed evitare malcelate stigmatizzazioni di un passato, ove io ero calato, rappresentato in maniera non corretta. Io non devo fare gare con nessuno, nel 2013 tu andrai a rielezione e io compirò ottanta anni, devo dunque dedicarmi alle attività che la signora anagrafe riserva ai miei coetanei.
Portare avanti l’Abruzzo tocca a te, al percorso personale che hai fatto finora credo di aver contribuito anch’io da modesto supporter al quale 27 cittadini chiedono ancora consiglio. Il compiacimento e gli auguri che ti ho dato a L’Aquila erano sinceri. Ti prego di comprendere una volta per tutte che il deficit di 682 mln. che ho registrato in cinque anni, non ti ha trasmesso debiti, ma solo l’ammortamento dei Bond che ti costa tanto quanto costa ai cittadini abruzzesi la tua mobilità. O no?
Quando parli del mare dei debiti della sanità, fallo pure, ma precisa che da me debiti non ne hai ereditati. Io non ho mai voluto parlare di sanità finora, anche perché sento di dover rispettare la esigenza del cittadino che vuole sapere se può curarsi ancora in un Ospedale abruzzese e non vuole essere costretto a scrivere lettere come questa.
www.iduepunti.it/lettera-aperta/24_luglio_2012/caro-governatorequesta-%C3%A8-la-nostra-sanit%C3%A0
Intanto ti prego di gradire i miei più cordiali saluti. Buon lavoro, Gianni.
Giovanni Pace.
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