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Antonio D'Amore scrive a Marcello Martelli, Berardo Rabuffo e a I Due Punti...

di Giancarlo Falconi
5 minuti

Una mattina pre natalizia per ascoltare la voce del mio giovane ex Direttore, Antonio D'Amore, che tra i suoi soliti anarchici naufragi su Internet, i viaggi sono dei banali internauti, si è soffermato su i commenti a cornice della lettera aperta del capogruppo in consiglio regionale, Berardo Rabuffo.   www.iduepunti.it/lettera-aperta/17_dicembre_2011/i-padrini-della-libera-stampa-teramana. Nel senso del democratico e leale dibattito saranno postati a servizio del confronto, i post firmati con nome e cognome. Nel senso dell'educazione e del rispetto per il prossimo. Buona Lettura.

Caro Giancarlo,

tu sai quanto io non ami commentare, né entrare in polemica...(ah ah ah), ma credo che sia doveroso, leggendo i commenti alla nota di Rabbuffo da te pubblicata su "i padrini della stampa", stabilire un paio di cose:

1) visto che il riferimento è - chiaramente - alla mia intervista a Chiodi su Teleponte - che Marcello Martelli voglia dare lezioni di libero giornalismo, lui che a me caporedattore delle Notizie indicò il secondo giorno di lavoro, nel segreto della sua stanza di direttore,  le 9 (ripeto nove) personalità politiche delle quali avrebbe potuto scrivere solo lui (e mai lo face in toni di critica, anzi...) è assolutamente inaccettabile;

2) a chi sostiene che nessuno potrà mai  dare un'occasione a Giancarlo Falconi, ti prego di ricordare quando hai lavorato con me quante censure tu abbia subito e se io ti abbia mai corretto una sola virgola o impedito di scrivere una sola riga e sfido chiunque altro a dimostrare anche una sola riga di censura...(a parte Paolo Albi, del quale, spiegando perché, non pubblicai una lettera..ma non aveva riferimenti politici)... la libertà, mia, e di chi lavora con me, per il mio "credo giornalistico" è un fondamento assoluto. Sbaglio anche io, ovviamente, ma lo faccio sempre e solo per mia scelta, mai per esercizi di agilità dorsale;

3) sono convinto che nessuno venga pagato per scrivere su I due punti, ma sono altrettanto convinto che il cattivo pensare comune porti a ritenere  che la stampa viva sempre di "mazzette" e chissà quali " contributi segreti...a questo proposito, qualcuno spieghi a Rabbuffo (che è così democratico dal non inviare i comunicati a La Città- e di questo, forse, si dovrebbe parlare...)  che non esistono enti che fanno pubblicità, ma enti che "DEVONO" fare comunicazione istituzionale, perché lo prevede la legge. E lo fanno sui giornali che certificano la loro tiratura...e checché ne raccontino editori o presunti tali (editore è colui che per lavoro si dedica all'editoria, se lo fai come terzo lavoro, non sei un editore) La Città mensile tira 18mila copie reali (+ 800 di avvio stampa) e chi avesse dubbi potrà chiedere ad Alfa Recapiti o a te Giancà, che con me hai lavorato e hai vissuto i giorni della distribuzione... queste cose le sa anche Rabbuffo, visto che scelse La Città e solo La Città, in virtù della tiratura, per fare comunicazione istituzionale sui varchi...;

4 - e chiudo - per quanto possa dare fastidio e, vedrai, adesso questo scatenerà una raffica di risposte (tra le quali, in un dovere di chiarezza, ti prego di pubblicare solo quelle firmate da persone vere, come faccio io), anche se a qualcuno fa piacere credere il contrario, io dirigo un giornale libero e lo faccio nella piena libertà delle mie scelte. Non ho mi accettato né mai accetterei condizionamenti o imposizioni...come forse dimostrano l'incendio della porta di casa mia con 12 litri di benzina (per la Questura opera di anarchici), i 45kg di letame lasciati da esponenti dell'estrema sinistra sul portone della redazione e la minaccia di morte ricevuta dall'estrema destra giudicata, da un Questore e un Prefetto, "assolutamente preoccupante", tanto che casa mia, ancora oggi è tra gli "indirizzi sensibili" controllati la notte dal giro dei carabinieri...;

5...scusa, ma è inevitabile... l'autobus contromano (perché va al contrario in una strada che al resto dei mortali è concessa solo in un senso), voluto da Rabbuffo solo perché il programma elettorale di Chiodi prevedeva il ritorno del bus in centro e che, di fatto, concede ai pensionati di scendere davanti all'Oviesse invece che in piazza Garibaldi, resta - per me - una solenne stronzata.

Antonio D'Amore

Direttore del quotidiano La Città
Direttore del mensile       La Città

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Ritengo mio dovere replicare attraverso "i due punti", che Giancarlo Falconi mette a disposizione quotidianamente, per un corretto e civile dibattito su quanto accade in città, alle parole del Presidente della Regione Gianni Chiodi. Non sui contenuti, ma della cronaca raccontata a parole, durante una intervista su Teleponte, dei fatti accaduti a Roma, il giorno in cui l'on. Silvio Berlusconi ha rassegnato le proprie dimissioni da Presidente del Consiglio. http://www.teleponte.it/index.php?id=4&itemid=134 Riporto fedelmente le parole del video e il minutaggio: 00:01:16 - nella serata della contestazione tra virgolette berlusconiana (intevistatore) Domenico Attanasii: perché contestazione tra virgolette? Dalle immagini di questo video ci si potrebbe fare un'altra idea: http://www.youtube.com/user/antefattoblog?feature=watch#p/search/2/GnqZ… 00:01:35 - c'erano almeno non più di cinquanta persone... cinquanta, sessanta, alcune favorevoli, alcune contrarie... poi l'effetto mediatico...(Presidente) Domenico Attanasii: la contestazione, un effetto mediatico? 50, 60 persone?! Non mi sembra, da questo filmato! http://www.youtube.com/user/antefattoblog?feature=watch#p/search/2/GnqZ… 00:01:42 - è chiaro, è chiaro (intervistatore, riferendosi all'effetto mediatico) 00:04:48 - da quando è cominciata questa esposizione mediatica di Berlusconi; bunga bunga... i problemi relativi all'attacco... che poi c'è stato un attacco vero, diretto... (intervistatore) Domenico Attanasii: il bunga bunga, un attacco vero e diretto? Da parte di chi? Del centrosinistra? Non si sente bene l'audio... 00:07:20 - (...) negli anni 80 fino al 95, il nostro Paese, veramente, è stato irresponsabile; la politica guardava al breve periodo, (...) usava i soldi dei futuri italiani, per raggiungere un consenso immediato subito, e questo è quanto di meno etico possa fare la politica (...) io credo che noi siamo stati un Paese, anche se governato dalla Democrazia Cristiana, siamo stati un paese culturalmente socialista, cioè un Paese che ha pensato di poter dare tutto a tutti, che non fosse necessario produrre la ricchezza prima per poi poterla redistribuire (...) Domenico Attanasii: Andreotti, Fanfani, Moro, socialisti sotto mentite spoglie? E se anche così comicamente fosse, chi ha governato (anche Teramo) in quegli anni? Chi ci ha ridotto così? Le parole, contro le immagini.

Una sola osservazione al pistolotto di Antonio D'Amore la faccio con ragionevolezza. io (io che scrivo) quando sbaglio e sbaglio come tutti, non lo faccio mai intenzionalmente e non ho coscienza, almeno immediatamente, dell'errore commesso. Il Nostro invece dice che: "Sbaglio anche io, ovviamente (ma quanto è caro!) ma lo faccio sempre e solo per mia scelta, mai per esercizi di abilità dorsale . Giudicate voi! "

Gentile Direttore, nella sua lettera di solenni stronzate ce ne sono parecchie: 1) L'autobus contromano NON VA CONTROMANO, MA SULLA DESTRA, come prescrive il Codice della Strada, si tratta semplicemnte di una corsia preferenziale come ne esistono a migliaia in migliaia di città; continuare a sparare tali fandonie non fa che accrescere il discredito sulla Sua testata, che di giornalismo ne fa poco, di pettegolezzo tanto, di marchette politiche a iosa (certificate ed incontrovertibili: ogni Sua replica non è ammissibile). 2) "esercizi di agilità dorsale" sul suo quotidiano se ne vedono così tanti che potrebbe ribattezzarlo "Il Delfino". 3) Quanto alla Sua intervista a Chiodi, se è vero che abbia detto che il suo più grande errore sono stati i varchi, comunico a titolo personale di residente in Centro che è stata l'unica cosa buona fatta da Chiodi durante l'intero mandato da sindaco, quindi eterna vergogna a lui che per polemizzare con Rabbuffo sarebbe stato disposto a dire che la Gioconda è una schifezza...  4) E non sta scritto da nessuna parte che la comunicazione istituzionale gli enti pubblici debbano farla sul Suo giornale... 5) Il Suo giornale è libero? Ah, ah, ah... Risponda alle seguenti domande: a) è vero che nell'assetto proprietario vi è il presidente regionale di un partito politico? b) E che tale Presidente ci scrive pure? c) È vero che sul Suo giornale scrive la figlia di un sindaco teramano? d) È vero che un sindaco teramano questa settimana ha dovuto plurimamente sollecitare la pubblicazione di una replica ad un Vostro articolo che vi ostinavate a non pubblicare? e) È vero che una Sua firma di punta è stata fino a pochissimo tempo fa addetto stampa del Sindaco Brucchi? f) È vero che Lei ha usato notizie prodotte da un partito politico per farne un articolo su di un quotidiano nazionale senza mai citare la fonte delle notizie, come invece era suo preciso obbligo sancito dalla Carta dei doveri del giornalista? Le cito il paragrafo intitolato Le Fonti "Il giornalista deve sempre verificare le informazioni ottenute dalle sue fonti, per accertarne l'attendibilità e per controllare l'origine di quanto viene diffuso all'opinione pubblica, salvaguardando sempre la verità sostanziale dei fatti. Nel caso in cui le fonti chiedano di rimanere riservate, il giornalista deve rispettare il segreto professionale e avrà cura di informare il lettore di tale circostanza. In qualunque altro caso il giornalista deve sempre rispettare il principio della massima trasparenza delle fonti d'informazione, indicandole ai lettori o agli spettatori con la massima precisione possibile. L'obbligo alla citazione della fonte vale anche quando si usino materiali delle agenzie o di altri mezzi d'informazione, a meno che la notizia non venga corretta o ampliata con mezzi propri, o non se ne modifichi il senso e il contenuto. In nessun caso il giornalista accetta condizionamenti dalle fonti per la pubblicazione o la soppressione di una informazione".  Lei non merita disprezzo, quello si riserva ai grandi, la Sua mercede è l'indifferenza.

Gentile signor Attanasio Ho visto l’intervista di Chiodi a Teleponte e ha ragione: io ero a Roma, quella sera, davanti a Palazzo Grazioli. A protestare. C’erano una settantina di persone quando è uscito Chiodi. Il Corriere della Sera ha scritto “I FISCHI A PALAZZO GRAZIOLI - La protesta spontanea, aizzata dal tam tam dei social network, è cominciata davanti alla residenza privata del Cavaliere, dove si è tenuto un vertice del Pdl alla presenza di Berlusconi e di tutti i maggiorenti del partito. Sul marciapiede dinanzi all'ingresso di Palazzo Grazioli si è radunato un centinaio di persone”. Mentre addirittura l’Adnkronos “ Il premier Silvio Berlusconi e' rientrato a palazzo Grazioli accolto dai suoi sostenitori: "Silvio, Silvio!"; "liberta', liberta'!": questi i cori che hanno convinto il presidente del Consiglio ad affacciarsi dal cancello salutando a braccia alzate i suoi supporter”. Marcella Manzo
Gentile signora Manzi prendo atto della sua testimonianza. Quindi, c'erano, come lei testimonia, 70 persone. Bene, siamo al "terno secco": 50-60 (stima di Chiodi)-70 (la sua stima), sulla ruota di Roma. Raccolgo una sua citazione (...) La protesta spontanea, aizzata dal tam tam dei social network, è cominciata davanti alla residenza privata del Cavaliere, (...) Ergo, la moltitudine di persone filmata, documentata e trasmessa da "Servizio Pubblico" di Michele Santoro e altri 100 mila (compreso io), è una combine casuale e aizzata dal tam tam dei social network. Prendo atto, io non ero presente. Ma una sola cosa, mi permetta signora Manzi, gliela vorrei contestare. Questa sua frase: (...) Il premier Silvio Berlusconi e' rientrato a palazzo Grazioli accolto dai suoi sostenitori: (...) Berlusconi, al rientro a Palazzo Grazioli non era più Premier... di nulla. Esattamente ciò che ha realizzato nei suoi mandati: il nulla!
...mi prendo licenza di doppia replica a un post già inviato, in risposta alla signora Manzi. Mi pare di capire che il Presidente Gianni Chiodi, testimoniando personalmente la presenza in loco di 50/60 persone favorevoli/sfavorevoli all'on. Berlusconi, ampliamente smentito dai filmati trasmessi da "Serviziopubblico", http://www.youtube.com/user/antefattoblog?feature=watch#p/search/2/GnqZ… di un giornalista, credo autorevole, come Michele Santoro, sia autorizzato a "negare" una protesta ... (l'aggettivo lo metta il lettore dopo avere visto il video) soltanto perché si è citata una location piuttosto che un'altra. A Natale, spesso si sente dire: "...dài su, mischia le carte!"
Dal momento che Christian Francia, oltre agli insulti (nervosetto? chissà perchè?), mi pone delle domande, credo sia corretto rispondere. E porne due io: Francia chiede: " è vero che nell'assetto proprietario vi è il presidente regionale di un partito politico? b) E che tale Presidente ci scrive pure?" No, non è vero. Manola Di Pasquale cura la rubrica legale del mensile da molto tempo prima di entrare in politica. Scrive di legge e non di politica. E' tutto sotto la luce del sole. Francia chiede: "È vero che sul Suo giornale scrive la figlia di un sindaco teramano?" No, collabora con La Città Fabiana De Rosa, studentessa . ora laureata- in scienze della comunicazione, da molto prima delle elezioni nelle quali il padre è diventato sindaco di Castelli. ---- per inciso, la Di Pasquale è di Centrosinistra, il Sindaco di Castelli è di Centrodestra... cercando inesistenti scandali ha dimostrato che, come sostengo, La Città non ha schieramenti politici... Sempre Francia chiede: " È vero che un sindaco teramano questa settimana ha dovuto plurimamente sollecitare la pubblicazione di una replica ad un Vostro articolo che vi ostinavate a non pubblicare? " No, se si riferisce a Pompizi (l'unico sindaco che ha scritto lettere in settimana) ha mandato una lettera di risposta sul caso dei vigili urbani, gli è stato detto che sarebbe uscita di lì a qualche giorno e così è stato. Io non ho ricevuto alcuna sollecitazione da Pompizi Francia chiede: "È vero che una Sua firma di punta è stata fino a pochissimo tempo fa addetto stampa del Sindaco Brucchi?" No, Elisabetta Di Carlo non è stata addetto stampa del Sindaco, ma ha lavorato, per un anno, nell'ufficio stampa del Comune, uscendone per precisa scelta personale e professionale. E, se teme che questo la renda "più morbida" nei confronti del Comune, allora le ricordo che - solo negli ultiissimitempi - il "caso" dei dirigenti superpagati e quello del concorsone vip sono partiti da suoi articoli, ma questo forse a lei è sfuggito... Francia chiede: " È vero che Lei ha usato notizie prodotte da un partito politico per farne un articolo su di un quotidiano nazionale senza mai citare la fonte delle notizie, come invece era suo preciso obbligo sancito dalla Carta dei doveri del giornalista? " E' falso: io ho proposto l'articolo al Fatto sulla base di notizie attinte da tutt'altra fonte... se ha modo di conoscere qualcuno al Fatto quotidiano, si faccia dire a che ora è stato proposto il mio articolo e la confronti con l'ora della conferenza stampa di Fli, alla quale non siamo stati invitati. L'obbligo del giornalista è dire la verità, se avessi scritto di Fli avrei detto una menzogna... E adesso, due domande, se consente, gliele pongo io, perché sa, da quando ho scritto dell'altra casta sul mio giornale, c'è chi fa illazioni e mette in giro curiose voci, quindi mi permetto di chiederle... 1) Lei ha mai scritto una mail a Catarra nella quale si definisce "il miglior dipendente" della Provincia e rivendica il merito di aver fatto campagna elettorale (con soli altri 4 dipendenti ) per lo stesso Catarra, allegando anche copia del volantino elettorale di sua moglie, definito una "credenziale" da vantare? 2) Suo padre, Marcello, ha mai inviato una lettera al presidente della Provincia e a tutti gli assessori, rivendicando il diritto ad avere più soldi con la Posizione Organizzativa per "meriti politici" essendosi candidato col Pdl...? E con questo, la saluto...preannunciandole che non risponderò ulteriormente... ho altro da fare a quest'ora, comprenderà... io non lavoro in un ente pubblico...
Vorrei mugugnare a lungo su questa lettera del Direttore de "La Città" e sapete perché? Perché non ho mai letto su qualche foglio che il suo direttore si spertichi a ribadire la sua assoluta libertà e indipendenza da qualsiasi condizionamento. Perché è assai imprudente avventurarsi su quest'argomento da parte di chi scrive sui giornali o addirittura li dirige, essendo risaputo che i condizionamenti cui sottostà chi scrive sono molteplici e pesanti, tanto che è meglio affermare, come più volte ha fatto Scalfari, che l'indipendenza e l'obiettività della stampa non esistono ed è da ipocriti sostenere il contrario. I protagonisti di un’occulta e non dichiarata censura sono tanti. C’è la proprietà, c’è, quando c’è, una vera redazione costituita da veri giornalisti, il pubblico dei lettori che i giornali conoscono benissimo, e infine l’autocensura che è quella non detta nemmeno a se stessi. Sul tutto campeggia la cosiddetta linea editoriale che è l’orpello di un’impossibile autonomia. Sapete com’è: si può anche far finta di essere obiettivi pubblicando tutto il lecitamente pubblicabile, ma c’è anche il non detto e il non scritto, c’è molto spesso l’ignoranza del giornalista che non conosce (?) l’argomento e schiva domande scomode, limitandosi a tenere un microfono in mano o trascrivere sul taccuino chilometriche risposte da parte del personaggio di turno. L’altra sera ho assistito ad una trasmissione di teleponte in cui c’era un ospite importante, il pittore Mark Kostabi, trattato con tutti i riguardi che si deve ad un ospite, per giunta di fama internazionale, una persona dai modi dolci e gentili, prolifico pittore e artista a tutto campo. Pare che abbia dipinto centinaia di migliaia di opere, un vera e propria inflazione del mercato da parte di un solo artista, assai poco "apprezzato" nelle aste quindi, per questo artista democratico, come lo ha definito Sgarbi in contrapposizione con l’arte delle élite, la financialart, battuto come prezzo iniziale a 1000 euro, quando il nostro Schifano parte da 10.000, erede di Andy Warol, una stupidata che anche l’assessore Romanelli ha ripetuto senza avvedutezza. Insomma argomenti per dibattere ce n’erano a iosa, tanto per raccontare una storia vera e non fare celebrazioni. Per Kostabi c’è da parlare di arte industriale, con collaboratori, nella sua Bottega del Rinascimento, pagati 10 dollari l’ora… Insomma, oggi anche per chi “ignora”, non è difficile documentarsi per bene e fare giornalismo come si deve ecc. ecc.ecc.

Gentile Direttore D'Amore, intanto noto come certi argomenti l'abbiano ammutolita; ottimo, un bagno di umiltà Le farà molto bene. Mi riferisco alle questioni dell'autobus contromano e dei varchi, esempi limpidi della Sua fede giornalistica.  Per Sua norma io non mi innervosisco mai, meno che meno per Lei, tantomeno l'ho insultata: ho semplicemente usato le Sue parole. Ma è dalle risposte che fornisce che tutti i lettori possono trarre la confutazione lampante di quello che dice. Il fatto che sul Suo giornale scrivano persone politicamente schierate a destra e a sinistra non fa che rafforzare l'idea generalmente condivisa da tutti i miei conoscenti che il Suo giornale NON sia libero. Controprova? Mi dica se al Centro, Messaggero o Tempo esistono firme politicizzate. Su Pompizi Le ricordo che le repliche si pubblicano tempestivamente, non quando i già pochi lettori si siano dimenticati della questione. Su Elisabetta Di Carlo, può spiegarci la differenza fra “addetto stampa del Sindaco” e dipendente dell'ufficio stampa del Comune? In particolare, poiché sono un poco informato della questione, potrebbe spiegarci se è lecito essere assunti ex art. 90 del TUEL, cioè nello staff del sindaco, e ricorprire il ruolo di dipendente dell'ufficio stampa (art. 9 L. n. 150/2000)? Ed è proprio sicuro che ne sia uscita “per precisa scelta personale e professionale”? Conosco più di uno alla redazione del Fatto e non tarderò a verificare le Sue asserzioni. Registro che mi sembra altamente improbabile che, essendosi tenuta la conferenza stampa il martedì, il Suo articolo sia stato pubblicato il successivo sabato pur essendo stato spedito prima di martedì. Ma lo stesso è a dirsi per la medesima conferenza stampa del FLI, della quale Lei nei giorni successivi ha riportato notizie facendo un generico riferimento alle opposizioni. Attento ai Suoi doveri da giornalista! Quanto alle Sue due domande, ancora una volta posso dimostrare la Sua fede: 1) Certo, ho scritto io quella email a Catarra, Lei però perchè ne riporta solo stralci al fine di dimostrare l'assunto che addirittura io sia “l'altra casta” (a 1.390 euro al mese?), con frasi come: “incredibili storie”, “rapporti malati”, “lucrare benefici e vantaggi”, “burocrazia malata”, “tenere in ostaggio la politica”, “infinito squallore”, “casta ruffiana, che si annida nel sottobosco putrido della politica”, ecc.? Lei che ha letto la mia email, non crede fosse onesto pubblicarla integralmente? Il senso era facile da capire anche per Lei che di Pubblica Amministrazione non è avvezzo: non si trasferisce senza motivazione un dipendente che manda avanti l'Ufficio. Lei ci ha letto dei vantaggi per il sottoscritto o per la Pubblica Amministrazione? Mi spiega dove può evincere le frasi che ha usato e che ho appena citato? Lei stesso crede a quello che ha scritto? Sono contento di essermi definito "il miglior dipendente" della Provincia, anche perchè in Provincia non si è mai visto un dipendente che (oltre a studiare 12 ore al giorno) è responsabile da un anno e mezzo presso altro Comune di ben 16 Servizi (comunque La invito a verificare: controlli quanti funzionari provinciali siano stati valutati 100/100 nel 2010, Le concedo seduta stante il diritto di accere alle mie schede personali, oppure organizzi una sfida in diritto amministrativo a Piazza Martiri, sarò lieto di confrontarmi). Inoltre, non Le sembri esagerato che io suggerissi la rotta a Catarra, lo faccio da 20 anni con politici comunali, provinciali, regionali e parlamentari ed ho maturato una certa esperienza (senza mai e dico mai chiedere niente per me). Tanto ciò vero che, se la Sua stessa fonte (che immagino Catarra abbia già denunciato alla magistratura per violazione della corrispondenza) rintracciasse altre email inviate sempre dal sottoscritto alla Giunta Provinciale, troverebbe che dopo la email che Lei ha pubblicato a pezzettini, la quale risale al 3.12.2009 (quindi pochi mesi dopo le elezioni), ne ho inviate almeno altre tre per chiedere insistentemente che si facciano selezioni interne per l'attribuzione delle Posizioni Organizzative, le quali (questo dovrebbe sembrarLe strano) sono attribuite amicalmente alle stesse persone dalla gestione D'Agostino ad oggi. Questa Le sembra meritocrazia? Non si meravigli che io avessi un tono risoluto con il neo-Presidente il quale, essendo da prima del 2009 mio amico di famiglia, è stato edotto proprio da me su che cosa fosse e cosa facesse la Provincia, ne ho curato parte della campagna elettorale e parte del programma. Le sembra strano che ci siano pochissimi dipendenti che hanno fatto campagna elettorale per Catarra? Non ricorda che la rielezione di D'Agostino fosse data per scontata e che da 18 anni governava il centrosinistra in Provincia? E che Catarra vinse di 27 voti? Chi crede li abbia assunti i dipendenti? Il volantino di mia moglie, candidata alla Provincia con Catarra, serviva non a chiedere vantaggi professionali per me (che non potrà mai leggere, tanto che la Posizione Organizzativa l'ho acquisita presso altro Comune, ivi chiamato non certo dai politici), bensì a ricordare a Catarra di dare meno retta al senatore Tancredi e più a chi è un tecnico del mestiere. 2) Veniamo a mio padre. Le sembra strano e disdicevole che un funzionario pubblico, dopo 41 anni e tre mesi di onorata carriera, chieda per se stesso ciò che per prassi da sempre veniva attribuito a tutti (e dico tutti) i funzionari a pochi mesi dal pensionamento, e cioè la Posizione Organizzativa? Quella prassi si è interrotta proprio con mio padre, e sa perchè? Perchè Suo figlio (io) già scriveva pubblicamente e continuava a farlo contro il PDL e il potere della famiglia Tancredi (controlli su internet, gli articoli ci sono ancora). Mio padre chiedeva solo quello che gli spettava come riconoscimento di 41 anni di servizio, svolti senza ed a prescindere dalla politica (poiché mio padre si è candidato per la prima volta nel 2009). Altro che benefici, qui si tratta proprio del contrario. Comunque nel 2010 mio padre andò in pensione senza proferire parola. Ora spero che la prassi non riprenda, dato che ci sono altri dipendenti nelle identiche condizioni di mio padre: candidati nel PDL al Comune di Teramo ed in predicato di poter acquisire la Posizione Organizzativa alle soglie del pensionamento. Nel caso dovesse succedere, confido che Lei denunci il caso sulla prima pagina del Suo giornale, giusto per equità.

Caro Antonio, sicuramente non hai bisogno di interventi di altri, figuriamoci della mia povera persona, per far affermare la verità e controbbattere alle accuse del sig. Francia e del sig. Falconi. Qui di seguito riporto due loro interventi, con le mie considerazioni, su fatti che ormai tutti conoscono ed ormai tutti sanno dove sta la verità: (Francia) Nel famoso film Totòtruffa 62, Totò tenta di vendere la fontana di Trevi (con il truffato che viene prelevato dal reparto psichiatrico per essere internato in manicomio). Ai Prati di Tivo accade una storia simile: una società, la SIGET srl, tenta di rivendere ciò che ha già venduto, ed un'altra società, la Gran Sasso Teramano SpA, non entra ancora nel possesso di ciò che ha comprato sette anni or sono. La storia. La SIGET srl propone al Comune di Pietracamela un accordo di programma per la riutilizzazione degli immobili di cui al dismesso impianto della seggiovia Prati di Tivo-La Madonnina. Il contenuto dell'accordo prevede la possibilità per la SIGET srl, asserita proprietaria delle stazioni a monte e a valle della predetta seggiovia, di utilizzare a fini turistici e commerciali – attraverso apposito mutamento della destinazione d'uso da operarsi a cura dal Comune – l'immobile sede della stazione di partenza a valle della seggiovia, in cambio della cessione dei diritti sul fabbricato di monte "Arapietra". Nell'accordo non ci sarebbe nulla di strano se non fosse che la SIGET srl, non si comprende se in malafede o del tutto ingenuamente, pretenderebbe appunto di essere ancora proprietaria dei due citati immobili sedi delle stazioni della seggiovia, quando risulta in modo chiaro ed inequivocabile che la stessa società abbia ceduto alla Gran Sasso Teramano SpA nel luglio 2004 – con regolare atto notarile repertoriato e registrato presso l'ufficio delle entrate di Teramo – il ramo d'azienda costituito dalla predetta seggiovia. A fugare qualsivoglia dubbio in merito, infatti, soccorre la perizia di stima allegata al predetto atto notarile, nella quale si descrive la consistenza mobiliare ed immobiliare del ramo d'azienda ceduto, al fine appunto di quantificarne il valore commerciale oggetto di contratto. Ebbene, in tale relazione descrittiva l'ingegnere incaricato indica esplicitamente le stazioni di valle e di monte quali beni immobili facenti parte integrante (non potrebbe essere altrimenti) della consistenza della seggiovia medesima. Purtuttavia, pare di capire, la società proprietaria Gran Sasso Teramano SpA, pur sollecitata a dirimere la questione ed a reclamare il possesso degli immobili sedi delle stazioni di partenza e di rinvio di che trattasi, tuttora detenute dalla SIGET srl, non sembrerebbe propensa a rivendicare l'acquisto, con ipotetico susseguente danno agli interessi pubblici della società stessa ed evidenti illegittimi profitti che si determinerebbero in capo alla privata SIGET srl. La questione è aperta, aspettiamo fiduciosamente gli sviluppi (che rinviamo ad una seconda puntata), nella speranza che il CdA della Gran Sasso Teramano SpA sapppia sollecitamente tutelare tutti i diritti che le spettano in base ai contratti e secondo la legge. Sig. Christian.... ho letto più approfonditamente e tra le righe la riflessione che ha lasciato, " scandalo a Prati di Tivo" e forse ho capito perchè, mi dicono, le sono cresciuti naso ed orecchie come a Pinocchio quando diceva bugie. Scherzo. Nessuno può dubitare che una seggiovia abbia una stazione di partenza ed una di arrivo, ed è assolutamante certo che la Siget ha venduto come ramo di azienda funi piloni e stazioni di partenza e di arrivo, ma lei ha controllato i mtq. degli immobili. Provo ad azzardare una ipotesi, sia la stazione di partenza che quella di arrivo hanno una porzione di fabricato quale stazione di partenza ed una di arrivo ma ne hanno a monte ed a valle una come punto di ristoro. Mi spiego. Sia ben chiaro io con la Siget ho un rapporto conflittale da sempre e qui non sto prendendone le difese, ma dal suo intervento si capisce che qualcuno le ha preparato il compitino, è chiaro che chi ha preparato il compitino soffre che sui due fabricati insistono attività commerciali concorrenti a loro. Forse il risentimento è anche verso chi esercita lì l'attività. (Falcioni) Dicembre è alle porte. Prati di Tivo, tutta la montagna che lavora, che fa investimenti, che paga le tasse, si augura di avere tanta neve e tanta gente. Si augura di poter avere un piazzale pronto a ricevere la folla degli sciatori felici, contenti di correre più veloci dei pensieri. Poi, la notte che non porta consigli, ma amare sorprese. Due rimorchi enormi fanno brutta mostra di container, stile militare sul piazzale Amorocchi. Voci su voci. Il Comune nega di aver dato ancora i permessi. Si avviano le pratiche di controllo amministrativo. I due "caseggiamenti" umani contengono sci, ciaspole, biciclette. Sono negozi mobili. Gli imprenditori locali sono in allerta. Parlano di sacrifici, di una stagione iniziata male con la solita scivolata dei dilettanti allo sbaraglio. Che cosa accadrà? Chi ha dato a questi nuovi commercianti (s)montani, la sicurezza di vedere ripagati i propri investimenti? Gentile sig. Giancarlo Falconi, non avevo fatto caso al suo intervento sui due rimorchi sistemati ai Prati di Tivo da utilizzare per il noleggio di attrezzature sportive. Vedo che anche lei fa da megafono a quelli che hanno determinato la fine dei Prari di Tivo e di Pietracamela. Complimenti. Ho la sensazione che lei ha sciato, se scia, solo a Prati di Tivo o quando si muove è distratto o peggio è di parte. Sa perchè le dico questo, perchè in tutta Italia, ed anche in Abruzzo vi sono situazioni simili, ad esempio a Campo Felice i noleggi sci ed attrezzature sportive sono su camion tipo "traslochi" (più di uno) con sportellone dietro che fa da rampa di accesso, tipo rampe per carico bestiame, e sono sistemati nel piazzale antistante la partenza degli impianti. In ogni stazione sciistica, soprattutto se ha vincoli dei Parhi è impossibile costruire , quindi si supplisce con strutture mobili. Nel piazzale dei Prati vi sono strutture fisse e mobili autorizzate, le invio delle foto, che ne dice, ai Prati si fanno due pesi e due misure? Quei due rimorchi sono di mio figlio Daniele, naturale di Pietracamela, figlio di maestro di sci e prossimo maestro lui stesso, che decide di riaprire nel suo paese il noleggio "Nolo Sky Line" che sua madre dovette chiudere dopo tre anni di attività, per volontà della concorrenza con una denuncia penale, e poi assolta, da parte di Forestale e Vigili Urbani, pensi un pò, due rimorchietti mobili, targati, omologati assicurati, posti su suolo privato non avevano la concessione edilizia, si, non avevano la concessione edilizia e quindi dovevano essere demoliti. Prima di fare spese ed altro, mio figlio ha chiesto informalmente all'Amministrazione Comunale se tutto ciò poteva essere realizzato ricevendo un si condizionato al fatto che i due rimorchi fossero rivestiti in legno. Mio figlio presentò un progetto affermando che i rimorchi sarebbero stati posizionati dove era più coveniente per tutti e che prima di entrare in esercizio sarebbero stati rivestiti in legno tanto da sembrare delle casette. Quello fu il posto assegnato e per quello si chiesero le autorizzazioni. La solita feccia del paese gli fece sapere che se mio figlio avesse portato dei rimorchi rivestiti in legno gli avrebbero dato fuoco, perchè lui ai Prati non ci doveva stare, che i noleggi già ci sono e che quelli che ci sono sono anche troppi. Mio figlio allora decise di portarli così comerano e di rivestirli a ridosso dell'apertura visto che per farlo occorrevano solo due giorni in quando se glie li avessero danneggiati ( € 5000 ) già rivestiti avrebbe dovuto ripetere il lavoro. Qualche notte dopo la installazione hanno mantenuto la promessa e non potendoli incendiare perchè in ferro vi hanno scritto delle frasi ridicole, dimostrando di non sapere neppure scrivere visti gli errori commessi. Mio figlio ha chiesto la autorizzazione di occupazione di suolo pubblico alla Provincia per quattro mesi ed ha avuto la concessione per 20 anni. Ha chiesto l'autorizzazione al Parco per quattro mesi ed ha ricevuto la concessione per due anni e tre mesi. Ha chiesto l'autorizzazione alla "commissione paesagistica" ricevendo parere favorevole. Il tutto si è inceppato quando gli hanno chiesto il parere della "commissione valanghe", la commissione nominata dal sindaco e da lui presieduta, si è espessa, così gli hanno detto, come si esprime sempre e cioè: lo riassumo, che pur avendo messo in opera delle strutture antivalanghe sul piazzale sussiste sempre il pericolo valanghe per cui il parere è negativo. Lo stesso parere è stato dato alla richiesta della Gran Sasso Teramano quando lo ha chiesto per costruire la partenza della telecabina Prati - Madonnina. I due rimorchi erano posizionati a 10 metri a valle della partenza, come mai alla G. S. TERAM. anche se con parere negativo è stata concessa la costruzione della partenza della telecabina ed a mio figlio no, visto che addirittura le strutture erano mobili e quindi facilmente allontanabili in caso di pericolo. Forse che alla G. S. Term. è stato dato parere positivo, no, non ci credo. Noi, la mia famiglia siamo rispettosi della legge, questo ho insegnato ai miei figli, avendo ricevuto il diniego mio figlio ha immediatamente tolto i rimorchi facendo la felicità di chi ha "investito tanti soldi e non può vedere sfumare per due rimorchi scandalosi una buona stagione invernale", e forse anche la sua. Sa, io sono credente, sono Cristiano Ortodosso del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, sono abituato, soprattutto nei momenti difficili a pregare Dio affinchè ostacoli il male e faccia affermare il bene, in questo periodo a Prati di Tivo trionfa il malaffare quindi prego per la sua distruzione. In un altro intervento ho dato un consiglio al suo amico Francia dicendogli che prima di parlare di Pietracamela bisogna contare fino a 10000......... ascolti anche lei questo consiglio. Un dubbio, pubblicate tutti i commenti ho li selezionate? Si perchè non vedo publicato quello mio sulle 30000 presenze ai Prati di Tivo. Signor Falconi se l' ho offesa per quanto ho scritto o arrecato fastidio fin da ora le chiedo scusa, Un cordiale saluto. A quanto ho scritto aspetto ancora una risposta, sono sicuro che non arriverà mai, qualcuno disse che se falsamente si infanga una persona, molto di questo fango resta perchè è difficile toglierselo di dosso. Se non si è dichiaratamente di SINISTRA non si è intelligenti, colti, fighi, e mi fermo qui .... Aspettiamo. loreto bartolomei Per il direttore Antonio un caro saluto e Buon Natale a tutti.

Caro Signor Bartolomao, lei mi ha chiamato Falcioni, le auguro buon Natale...
Ps: Io non ho fatto nessuna accusa ad Antonio D'Amore. Seconda cosa sbagliata in due righe.
Ps: Il suo commento è troppo lungo e pieno di inesattezze. e non mi sembra giusto che lei si prenda questo spazio, che ha altro argomento per un suo problema personale. Se vuole scrivere una replica io la posterò molto volentieri.
Prima di tutto io non infango ma commento ciò che vedo e quei vagoni esteticamente erano una cosa orrenda, specialmente in un contesto come Prati di Tivo. Punto. Problemi? Suoi non miei perchè lei non potrà mai essere un motivo di riflessione visto lo stile e i modi.  L'educazione non si scusa ma si mostra. Un abbraccio...

È prassi all'ultima moda, quella di prendersela con i padri per colpire i figli...? Very sad...
Signor Falconi, Le chiedo scusa ma non trovo il mio ultimo commento! Conteneva forse qualcosa di disdicevole per cui è stato censurato oppure è andato perso nell'immensità di internet?
Caro Falconi, non ti conosco personalmente e me ne dispiace, ma apprezzo la tua vivacità di giovane cronista e la voglia che dimostri di buttare il sasso nello stagno. Posso dirtelo? Persevera. Vai avanti…Di persone così c’è gran bisogno. A dirlo è un vecchio cronista che, nonostante qualche delusione, ha sempre creduto nelle nuove leve. A cominciare da quel gran simpatico di Antonio D’Amore, al quale in altri tempi, come si è compiaciuto di ricordare, affidai l’incarico (dopo Antonio Risolo, nome noto del giornalismo nazionale) di redattore capo del quotidiano Le Notizie, diffuso nelle edicole in tandem con La Stampa di Torino. Vedo che ora Antonio, sempre un po’ discolo e imprevedibile, mi ricambia il grosso regalo ricevuto, inventando la storiella di quando, nella mia “ovattata” stanza di direttore, gli “insegnai come non essere un giornalista libero”, dettandogli l’elenco dei “9 potenti” (o 90?), da mettere al riparo dalla sua penna di fustigatore dei “prepotenti”. Fosse vero, il buon Antonio non farebbe un complimento a se stesso…Anzi, dimostrerebbe -non ti sembra?- la sua disponibilità ad accettare, senza battere ciglio, il bavaglio di cronista dimezzato. Altrimenti, nessuno avrebbe potuto privarlo della libertà di rifiutare l’incarico. Invece, con entusiasmo e soddisfazione, incassò senza esitare quella grossa opportunità professionale offertagli. Fatti suoi (per me tuttavia incomprensibili), se ora tenta da vero kamikaze di metterla in cattiva luce, quella esperienza, danneggiando la sua stessa immagine di giornalista. Che, invece, dovrebbe difendere in ogni momento. Specie quando, con un microfono in mano, in tv si trova davanti ad un potente e deve non dare l’impressione di essere, più che seduto, in ginocchio, mettendo a totale suo agio l’ospite speciale. Del resto, talune regolette tecniche e deontologiche, non sono state da me inventate. E, applicate o disattese, distinguono il buon giornalista dal suo contrario. Bada, non sto salendo in cattedra né distribuisco pagelle. A quelle provvedono i telespettatori e i lettori che, senza andare per il sottile, sanno misurare valore e credibilità di ciascuno. Né serve gonfiare il petto, come pateticamente fanno certi falsi giornalisti. In sostanza, questo era il succo del mio intervento, peraltro garbato e senza riferimenti personali, che vedo ora al centro dell’attenzione di molti (anche di “i due punti”). E non può che far piacere a un vecchio giornalista che spesso vede umiliata e vilipesa una professione, nonostante tutto, ancora da amare e difendere. Del rapporto Stampa & Potere si dovrebbe parlare e discutere di più e meglio, con l’obiettivo di accertare se esistano i presupposti per relazioni più corrette e costruttive con il Palazzo. Nell’interesse di tutti. A cominciare da quei potenti che non possono più illudersi di incantare i “serpenti” (noi cittadini) con la complicità di una informazione servile e compiacente. Era ed è tutto qui, caro Falconi, la sostanza del problema. Ma posso darti un consiglio non richiesto? Visto che hai cominciato, cerca di continuare. Approfondisci il dibattito su un tema scottante, che viene solo a tratti fastidiosamente sfiorato. Affondiamo insieme il bisturi in profondità, per far emergere alcune verità che vanno dette e non più rinviabili. Se vuoi, si potrebbe discutere meglio anche di Pubblicità & Potere (il tema proposto dal consigliere regionale Berardo Rabbuffo), per far emergere la tendenza piuttosto miserella di come in loco, con la pratica della elemosina pubblicitaria, si premiano i buoni e si puniscono i cattivi, usando comunque soldi pubblici. Con i soliti noti che – dall’alto delle rispettive poltrone, prebende e ricchezze- sono essenzialmente interessati a far chiudere quelle pochissime flebili voci locali con il vezzo di non essere del tutto allineate. Parliamone. Per quanto possa contare, sono a disposizione. Con tanti auguri per il tuo lavoro e il tuo futuro. Marcello Martelli
Sig. Falconi, mi dispiace aver sbagliato di scrivere il suo cognome (una volta su tre non è poi tanto grave è vero sig. Falconi), a trascrivere sono ancora capace, si capisce che è un errore di battitura, io non la rimprovero perchè nel rispondermi lei mi ha chiamato Bartolomao, voglio farle notare che quello che ho scritto, anche se lungo, era solo per dimostrare che lei non risponde quando si vede con le spalle al muro, come ha fatto anche questa volta. I commenti sui rimorchi non li ho fatti io per primo, non le ho scritto io per primo parlandone, ho solo voluto difendere mio figlio come Pretarolo con diritti che tutti condividono, forse lei no? Quello che mio figlio voleva fare era stato approvato da tutti gli Enti competenti, ma soprattutto volevo far trionfare la verità. Mi ha risposto alle domande sui "ragazzi e maestri di Mountain Bike dei Prati di Tivo"? Non me ne sono accorto. Mi fermo qui altrimenti mi dice che la faccio lunga..... Aspetto risposte su tutte le domande che ho fatto sulle cose inesatte che ho letto sui Prati di Tivo. Non credo di averla offesa, lei al contrario questa volta non è stato tenero com me.... si rilegga. Signor Falconi, se lo festeggia, Buon Natale. loreto bartolomei

Signor Bartolomeo, lei è un maleducato e forse un nostalgico, "Spalle al muro" è un termine violento. Io non sono mai con le spalle al muro, perchè il muro è crollato nel 1989. Lei è un maleducato perchè questo spazio ospita un altro argomento. Non capisco le sue domande, non capisco la questione, ho solo scritto che quei benedetti vagoni sotto al nostro Gran Sasso facevano pena. Non mi interessa se altre stazioni sciistiche ne avevano adottati di simili, comprendo il suo affetto di padre, ma non posso trascorrere il mio tempo a rispondere su questioni che non capisco. La mia mail falconigiancarlo@gmail.com per favore non continui a postare su questa pagina. Può scrivermi una lettera, un poema, ma non posso permettere che altri argomenti, siano a cornice di temi diversi. Scriva un articolo sui Prati, possibilmente non querelabile, grazie.
Grazie

Buon Natale a lei e ai suoi cari

Sig. Falconi, la finisco qui, prima però devo dirle: che io mi chiamo Bartolomei, ne Bartolomao ne Bartolomeo, che "spalle al muro" non voleva avere un senso violento in quando si usa nello sport, è in amore è il titolo di molte canzoni, ma soprattutto sarò un ineducato, perchè mi da del maleducato? loreto bartolomei
Non sono del ramo, premetto, lavoro nel campo della musica, ma vorrei comunque dire la mia. La discussione accesa da questa lettera, i toni e il merito, le accuse, le risposte e le contro risposte, sembrano essere il solito lancio degli stracci e il rimescolare di questioni antiche, comunque discutibili, che pero' non giovano a nessuno, tanto meno alla citta', quella vera, intendo, e ai cittadini...in ogni campo assistiamo allo squallido gioco dello sputtanare qualcuno perchè ci si sente piu' puri, piu' liberi, piu' di destra, piu' di sinistra, piu' colti, piu' di piu' di quell'altro...la moglie di quello ha fatto questo, il padre di quello quest'altro, lo zio, il fratello, lui ha detto....e che palle, non andremo mai da nessuna parte se continuiamo a spostare la vernecchia da porticato di piazza Martiri su giornali blog e televisioni.Soprattutto immaginatevi un lettore dell'Aquila o di Roma, quanto puo' fregarsene delle storie di bus in contromano, telefonate, lettere, raccomandazioni, e di sottopolica maneggiona pura. Mettetevi insieme voi che avete l'ambizione, sacrosanta e necessaria, ora piu' che mai, di INFORMARE, cioè creare delle opinioni, e abbiate il coraggio anche di scontrarvi e farvi male, ma su argomenti veri, che facciano progredire quanti vorranno perdere tempo leggendovi, ma facendogli acquistare conoscenze, al di là di qualunque visione politica, e non soltanto gossip.Informare vuol dire anche andare al nocciolo dei fatti, e a volte i fatti vanno al di là delle persone e delle opinioni personali. Ora piu' che mai che la politica è andata in tilt, c'è bisogno di persone serie che informino correttamente i cittadini, e che portino acqua al mulino della collettività. I professionisti seri hanno lunga vita in tutti campi, i politici incompetenti e gli opportunisti dell'ultim'ora, spesso passano nel dimenticatoio. Non entro nel merito delle questioni perchè non le conosco, e non conosco i protagonisti, ma tutto questo dossieraggio, spesso non rende giustizia all'intelligenza di chi lo fa. Potrebbero esserci forse, questioni molto piu' importanti da dibattere, poi ciascuno è libero di agire secondo coscienza, professionale e non. BUON NATALE A TUTTI.