Una mattina pre natalizia per ascoltare la voce del mio giovane ex Direttore, Antonio D'Amore, che tra i suoi soliti anarchici naufragi su Internet, i viaggi sono dei banali internauti, si è soffermato su i commenti a cornice della lettera aperta del capogruppo in consiglio regionale, Berardo Rabuffo. www.iduepunti.it/lettera-aperta/17_dicembre_2011/i-padrini-della-libera-stampa-teramana. Nel senso del democratico e leale dibattito saranno postati a servizio del confronto, i post firmati con nome e cognome. Nel senso dell'educazione e del rispetto per il prossimo. Buona Lettura.
Caro Giancarlo,
tu sai quanto io non ami commentare, né entrare in polemica...(ah ah ah), ma credo che sia doveroso, leggendo i commenti alla nota di Rabbuffo da te pubblicata su "i padrini della stampa", stabilire un paio di cose:
1) visto che il riferimento è - chiaramente - alla mia intervista a Chiodi su Teleponte - che Marcello Martelli voglia dare lezioni di libero giornalismo, lui che a me caporedattore delle Notizie indicò il secondo giorno di lavoro, nel segreto della sua stanza di direttore, le 9 (ripeto nove) personalità politiche delle quali avrebbe potuto scrivere solo lui (e mai lo face in toni di critica, anzi...) è assolutamente inaccettabile;
2) a chi sostiene che nessuno potrà mai dare un'occasione a Giancarlo Falconi, ti prego di ricordare quando hai lavorato con me quante censure tu abbia subito e se io ti abbia mai corretto una sola virgola o impedito di scrivere una sola riga e sfido chiunque altro a dimostrare anche una sola riga di censura...(a parte Paolo Albi, del quale, spiegando perché, non pubblicai una lettera..ma non aveva riferimenti politici)... la libertà, mia, e di chi lavora con me, per il mio "credo giornalistico" è un fondamento assoluto. Sbaglio anche io, ovviamente, ma lo faccio sempre e solo per mia scelta, mai per esercizi di agilità dorsale;
3) sono convinto che nessuno venga pagato per scrivere su I due punti, ma sono altrettanto convinto che il cattivo pensare comune porti a ritenere che la stampa viva sempre di "mazzette" e chissà quali " contributi segreti...a questo proposito, qualcuno spieghi a Rabbuffo (che è così democratico dal non inviare i comunicati a La Città- e di questo, forse, si dovrebbe parlare...) che non esistono enti che fanno pubblicità, ma enti che "DEVONO" fare comunicazione istituzionale, perché lo prevede la legge. E lo fanno sui giornali che certificano la loro tiratura...e checché ne raccontino editori o presunti tali (editore è colui che per lavoro si dedica all'editoria, se lo fai come terzo lavoro, non sei un editore) La Città mensile tira 18mila copie reali (+ 800 di avvio stampa) e chi avesse dubbi potrà chiedere ad Alfa Recapiti o a te Giancà, che con me hai lavorato e hai vissuto i giorni della distribuzione... queste cose le sa anche Rabbuffo, visto che scelse La Città e solo La Città, in virtù della tiratura, per fare comunicazione istituzionale sui varchi...;
4 - e chiudo - per quanto possa dare fastidio e, vedrai, adesso questo scatenerà una raffica di risposte (tra le quali, in un dovere di chiarezza, ti prego di pubblicare solo quelle firmate da persone vere, come faccio io), anche se a qualcuno fa piacere credere il contrario, io dirigo un giornale libero e lo faccio nella piena libertà delle mie scelte. Non ho mi accettato né mai accetterei condizionamenti o imposizioni...come forse dimostrano l'incendio della porta di casa mia con 12 litri di benzina (per la Questura opera di anarchici), i 45kg di letame lasciati da esponenti dell'estrema sinistra sul portone della redazione e la minaccia di morte ricevuta dall'estrema destra giudicata, da un Questore e un Prefetto, "assolutamente preoccupante", tanto che casa mia, ancora oggi è tra gli "indirizzi sensibili" controllati la notte dal giro dei carabinieri...;
5...scusa, ma è inevitabile... l'autobus contromano (perché va al contrario in una strada che al resto dei mortali è concessa solo in un senso), voluto da Rabbuffo solo perché il programma elettorale di Chiodi prevedeva il ritorno del bus in centro e che, di fatto, concede ai pensionati di scendere davanti all'Oviesse invece che in piazza Garibaldi, resta - per me - una solenne stronzata.
Antonio D'Amore
Direttore del quotidiano La Città
Direttore del mensile La Città
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Una sola osservazione al pistolotto di Antonio D'Amore la faccio con ragionevolezza. io (io che scrivo) quando sbaglio e sbaglio come tutti, non lo faccio mai intenzionalmente e non ho coscienza, almeno immediatamente, dell'errore commesso. Il Nostro invece dice che: "Sbaglio anche io, ovviamente (ma quanto è caro!) ma lo faccio sempre e solo per mia scelta, mai per esercizi di abilità dorsale . Giudicate voi! "
Gentile Direttore, nella sua lettera di solenni stronzate ce ne sono parecchie: 1) L'autobus contromano NON VA CONTROMANO, MA SULLA DESTRA, come prescrive il Codice della Strada, si tratta semplicemnte di una corsia preferenziale come ne esistono a migliaia in migliaia di città; continuare a sparare tali fandonie non fa che accrescere il discredito sulla Sua testata, che di giornalismo ne fa poco, di pettegolezzo tanto, di marchette politiche a iosa (certificate ed incontrovertibili: ogni Sua replica non è ammissibile). 2) "esercizi di agilità dorsale" sul suo quotidiano se ne vedono così tanti che potrebbe ribattezzarlo "Il Delfino". 3) Quanto alla Sua intervista a Chiodi, se è vero che abbia detto che il suo più grande errore sono stati i varchi, comunico a titolo personale di residente in Centro che è stata l'unica cosa buona fatta da Chiodi durante l'intero mandato da sindaco, quindi eterna vergogna a lui che per polemizzare con Rabbuffo sarebbe stato disposto a dire che la Gioconda è una schifezza... 4) E non sta scritto da nessuna parte che la comunicazione istituzionale gli enti pubblici debbano farla sul Suo giornale... 5) Il Suo giornale è libero? Ah, ah, ah... Risponda alle seguenti domande: a) è vero che nell'assetto proprietario vi è il presidente regionale di un partito politico? b) E che tale Presidente ci scrive pure? c) È vero che sul Suo giornale scrive la figlia di un sindaco teramano? d) È vero che un sindaco teramano questa settimana ha dovuto plurimamente sollecitare la pubblicazione di una replica ad un Vostro articolo che vi ostinavate a non pubblicare? e) È vero che una Sua firma di punta è stata fino a pochissimo tempo fa addetto stampa del Sindaco Brucchi? f) È vero che Lei ha usato notizie prodotte da un partito politico per farne un articolo su di un quotidiano nazionale senza mai citare la fonte delle notizie, come invece era suo preciso obbligo sancito dalla Carta dei doveri del giornalista? Le cito il paragrafo intitolato Le Fonti "Il giornalista deve sempre verificare le informazioni ottenute dalle sue fonti, per accertarne l'attendibilità e per controllare l'origine di quanto viene diffuso all'opinione pubblica, salvaguardando sempre la verità sostanziale dei fatti. Nel caso in cui le fonti chiedano di rimanere riservate, il giornalista deve rispettare il segreto professionale e avrà cura di informare il lettore di tale circostanza. In qualunque altro caso il giornalista deve sempre rispettare il principio della massima trasparenza delle fonti d'informazione, indicandole ai lettori o agli spettatori con la massima precisione possibile. L'obbligo alla citazione della fonte vale anche quando si usino materiali delle agenzie o di altri mezzi d'informazione, a meno che la notizia non venga corretta o ampliata con mezzi propri, o non se ne modifichi il senso e il contenuto. In nessun caso il giornalista accetta condizionamenti dalle fonti per la pubblicazione o la soppressione di una informazione". Lei non merita disprezzo, quello si riserva ai grandi, la Sua mercede è l'indifferenza.
Gentile Direttore D'Amore, intanto noto come certi argomenti l'abbiano ammutolita; ottimo, un bagno di umiltà Le farà molto bene. Mi riferisco alle questioni dell'autobus contromano e dei varchi, esempi limpidi della Sua fede giornalistica. Per Sua norma io non mi innervosisco mai, meno che meno per Lei, tantomeno l'ho insultata: ho semplicemente usato le Sue parole. Ma è dalle risposte che fornisce che tutti i lettori possono trarre la confutazione lampante di quello che dice. Il fatto che sul Suo giornale scrivano persone politicamente schierate a destra e a sinistra non fa che rafforzare l'idea generalmente condivisa da tutti i miei conoscenti che il Suo giornale NON sia libero. Controprova? Mi dica se al Centro, Messaggero o Tempo esistono firme politicizzate. Su Pompizi Le ricordo che le repliche si pubblicano tempestivamente, non quando i già pochi lettori si siano dimenticati della questione. Su Elisabetta Di Carlo, può spiegarci la differenza fra “addetto stampa del Sindaco” e dipendente dell'ufficio stampa del Comune? In particolare, poiché sono un poco informato della questione, potrebbe spiegarci se è lecito essere assunti ex art. 90 del TUEL, cioè nello staff del sindaco, e ricorprire il ruolo di dipendente dell'ufficio stampa (art. 9 L. n. 150/2000)? Ed è proprio sicuro che ne sia uscita “per precisa scelta personale e professionale”? Conosco più di uno alla redazione del Fatto e non tarderò a verificare le Sue asserzioni. Registro che mi sembra altamente improbabile che, essendosi tenuta la conferenza stampa il martedì, il Suo articolo sia stato pubblicato il successivo sabato pur essendo stato spedito prima di martedì. Ma lo stesso è a dirsi per la medesima conferenza stampa del FLI, della quale Lei nei giorni successivi ha riportato notizie facendo un generico riferimento alle opposizioni. Attento ai Suoi doveri da giornalista! Quanto alle Sue due domande, ancora una volta posso dimostrare la Sua fede: 1) Certo, ho scritto io quella email a Catarra, Lei però perchè ne riporta solo stralci al fine di dimostrare l'assunto che addirittura io sia “l'altra casta” (a 1.390 euro al mese?), con frasi come: “incredibili storie”, “rapporti malati”, “lucrare benefici e vantaggi”, “burocrazia malata”, “tenere in ostaggio la politica”, “infinito squallore”, “casta ruffiana, che si annida nel sottobosco putrido della politica”, ecc.? Lei che ha letto la mia email, non crede fosse onesto pubblicarla integralmente? Il senso era facile da capire anche per Lei che di Pubblica Amministrazione non è avvezzo: non si trasferisce senza motivazione un dipendente che manda avanti l'Ufficio. Lei ci ha letto dei vantaggi per il sottoscritto o per la Pubblica Amministrazione? Mi spiega dove può evincere le frasi che ha usato e che ho appena citato? Lei stesso crede a quello che ha scritto? Sono contento di essermi definito "il miglior dipendente" della Provincia, anche perchè in Provincia non si è mai visto un dipendente che (oltre a studiare 12 ore al giorno) è responsabile da un anno e mezzo presso altro Comune di ben 16 Servizi (comunque La invito a verificare: controlli quanti funzionari provinciali siano stati valutati 100/100 nel 2010, Le concedo seduta stante il diritto di accere alle mie schede personali, oppure organizzi una sfida in diritto amministrativo a Piazza Martiri, sarò lieto di confrontarmi). Inoltre, non Le sembri esagerato che io suggerissi la rotta a Catarra, lo faccio da 20 anni con politici comunali, provinciali, regionali e parlamentari ed ho maturato una certa esperienza (senza mai e dico mai chiedere niente per me). Tanto ciò vero che, se la Sua stessa fonte (che immagino Catarra abbia già denunciato alla magistratura per violazione della corrispondenza) rintracciasse altre email inviate sempre dal sottoscritto alla Giunta Provinciale, troverebbe che dopo la email che Lei ha pubblicato a pezzettini, la quale risale al 3.12.2009 (quindi pochi mesi dopo le elezioni), ne ho inviate almeno altre tre per chiedere insistentemente che si facciano selezioni interne per l'attribuzione delle Posizioni Organizzative, le quali (questo dovrebbe sembrarLe strano) sono attribuite amicalmente alle stesse persone dalla gestione D'Agostino ad oggi. Questa Le sembra meritocrazia? Non si meravigli che io avessi un tono risoluto con il neo-Presidente il quale, essendo da prima del 2009 mio amico di famiglia, è stato edotto proprio da me su che cosa fosse e cosa facesse la Provincia, ne ho curato parte della campagna elettorale e parte del programma. Le sembra strano che ci siano pochissimi dipendenti che hanno fatto campagna elettorale per Catarra? Non ricorda che la rielezione di D'Agostino fosse data per scontata e che da 18 anni governava il centrosinistra in Provincia? E che Catarra vinse di 27 voti? Chi crede li abbia assunti i dipendenti? Il volantino di mia moglie, candidata alla Provincia con Catarra, serviva non a chiedere vantaggi professionali per me (che non potrà mai leggere, tanto che la Posizione Organizzativa l'ho acquisita presso altro Comune, ivi chiamato non certo dai politici), bensì a ricordare a Catarra di dare meno retta al senatore Tancredi e più a chi è un tecnico del mestiere. 2) Veniamo a mio padre. Le sembra strano e disdicevole che un funzionario pubblico, dopo 41 anni e tre mesi di onorata carriera, chieda per se stesso ciò che per prassi da sempre veniva attribuito a tutti (e dico tutti) i funzionari a pochi mesi dal pensionamento, e cioè la Posizione Organizzativa? Quella prassi si è interrotta proprio con mio padre, e sa perchè? Perchè Suo figlio (io) già scriveva pubblicamente e continuava a farlo contro il PDL e il potere della famiglia Tancredi (controlli su internet, gli articoli ci sono ancora). Mio padre chiedeva solo quello che gli spettava come riconoscimento di 41 anni di servizio, svolti senza ed a prescindere dalla politica (poiché mio padre si è candidato per la prima volta nel 2009). Altro che benefici, qui si tratta proprio del contrario. Comunque nel 2010 mio padre andò in pensione senza proferire parola. Ora spero che la prassi non riprenda, dato che ci sono altri dipendenti nelle identiche condizioni di mio padre: candidati nel PDL al Comune di Teramo ed in predicato di poter acquisire la Posizione Organizzativa alle soglie del pensionamento. Nel caso dovesse succedere, confido che Lei denunci il caso sulla prima pagina del Suo giornale, giusto per equità.
Caro Signor Bartolomao, lei mi ha chiamato Falcioni, le auguro buon Natale...
Ps: Io non ho fatto nessuna accusa ad Antonio D'Amore. Seconda cosa sbagliata in due righe.
Ps: Il suo commento è troppo lungo e pieno di inesattezze. e non mi sembra giusto che lei si prenda questo spazio, che ha altro argomento per un suo problema personale. Se vuole scrivere una replica io la posterò molto volentieri.
Prima di tutto io non infango ma commento ciò che vedo e quei vagoni esteticamente erano una cosa orrenda, specialmente in un contesto come Prati di Tivo. Punto. Problemi? Suoi non miei perchè lei non potrà mai essere un motivo di riflessione visto lo stile e i modi. L'educazione non si scusa ma si mostra. Un abbraccio...
Signor Bartolomeo, lei è un maleducato e forse un nostalgico, "Spalle al muro" è un termine violento. Io non sono mai con le spalle al muro, perchè il muro è crollato nel 1989. Lei è un maleducato perchè questo spazio ospita un altro argomento. Non capisco le sue domande, non capisco la questione, ho solo scritto che quei benedetti vagoni sotto al nostro Gran Sasso facevano pena. Non mi interessa se altre stazioni sciistiche ne avevano adottati di simili, comprendo il suo affetto di padre, ma non posso trascorrere il mio tempo a rispondere su questioni che non capisco. La mia mail falconigiancarlo@gmail.com per favore non continui a postare su questa pagina. Può scrivermi una lettera, un poema, ma non posso permettere che altri argomenti, siano a cornice di temi diversi. Scriva un articolo sui Prati, possibilmente non querelabile, grazie.
Grazie
Buon Natale a lei e ai suoi cari