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I POLITICI DEL PETROLIO ABRUZZESE

4 minuti

Nella notte tra il 20 e il 21 gennaio, al largo delle coste abruzzesi ed in prossimità delle magnifiche Isole Tremiti, un incidente alla piattaforma petrolifera denominata “Rospo Mare” causa lo sversamento in mare di oltre mille litri di greggio.
Nonostante il tempestivo intervento dei mezzi anti-inquinamento, dell’attivazione delle procedure di emergenza e di bloccaggio dell’attività estrattive, i danni causati dall’incidente erano già rilevabili dalle foto scattate ai gabbiani completamente sporchi di petrolio, senza contare quello che è potuto accadere ai fondali e alle specie ittiche presenti in quel tratto di mare, di cui ancora non conosciamo l’entità dei danni subiti.

Mentre in mare si combatteva, per circoscrivere la chiazza di idrocarburi e limitarne i danni, a terra,  visto l’avvicinarsi delle imminenti elezioni politiche, una battaglia dialettica tra le forze politiche si accendeva, con comunicati stampa diramati uno dietro l’altro a difesa del mare abruzzese.
Il primo in ordine di tempo è stato il candidato per Rivoluzione Civile/Ingroia, il Consigliere Regionale Carlo Costantini, il quale rimarcava l’impegno profuso negli anni scorsi affinché si fermassero le attività estrattive nel Mare Adriatico.

Peccato però che Costantini, dichiarando di voler andare in parlamento a cercare “quel” cassetto dove, quei cattivoni dei parlamentari, hanno nascosto il disegno di legge approvato dalla Regione Abruzzo, dimentica di dire che all’interno del suo stesso partito l’IDV, oltre al gruppo parlamentare di riferimento c’era e c’è ( oggi è ricandidato nel suo stesso movimento ma al Senato) il conterraneo nonché compagno di partito Sen. Alfonso Mascitelli, il quale ha mostrato un evidente disinteresse rispetto a quel disegno di legge.
Allora, anche volendo ammettere un disimpegno sull’argomento da parte delle altre forze politiche e riconoscere l’impegno profuso dal consigliere Costantini, nessuno, ancora ci spiega come mai il gruppo Parlamentare dell’IDV o come mai il Senatore Mascitelli, non si siano fatti carico di portare avanti un disegno di legge dal così alto e nobile fine.

Nel frattempo però, mentre ci si lamenta degli “altri”, si è scoperto che la Regione Abruzzo, a proposito della concessione denominata “Ombrina Mare”, comprendente l’installazione di una vera e propria raffineria a meno di 5 miglia dalla costa e nonostante il Ministero abbia richiesto un parere preventivo alla stessa Regione,  in data 22 novembre 2012, quest’ultima non ha prodotto e trasmesso nessun parere in merito a questo pericoloso insediamento.
Certo, le responsabilità maggiori sono della Giunta Regionale con in testa il Governatore Chiodi, ma nessuno dall’opposizione, che tanto si erge a difesa della costa abruzzese con risoluzioni dalla dubbia utilità, si è fatto carico di verificare a che punto si trovasse questo procedimento e sollecitasse la Regione Abruzzo ad emettere un parere NEGATIVO.

Non solo, altro esempio, in ottobre all’Università di Teramo venne organizzato un convegno dal tema “Petrolio, Ambiente e Salute”, dove professori universitari e ricercatori di fama nazionale ed internazionale si sono confrontati sul tema della Petrolizzazione, ci fosse stato un politico o un amministratore ad ascoltare i dati, spesso sconcertanti, sul tema oggi tornato tanto caro alla politica.
Unica presenza politica, il Sindaco di Pineto, Luciano Monticelli, il quale però, dopo il saluto istituzionale è volato via con la scusa di un concomitante consiglio comunale, senza aver ascoltato un solo intervento. 

Quindi, anziché campeggiare sui giornali con comunicati e proposte di risoluzione che lasciano il tempo che trovano, sarebbe opportuno e necessario impegnarsi  adoperandosi presso le Istitutizioni e attraverso l’uso degli strumenti legislativi che la Costituzione ci affida al fine di tutelare l’unico valore irriproducibile del nostro territorio, l’ambiente.
Vi saluto, ricordando ai nostri valenti amministratori un passo dello Statuto della Regione Abruzzo, art.13 comma 1 che recita: "Il Consiglio regionale è l'organo della rappresentanza democratica della Regione; esercita la funzione legislativa e regolamentare, di indirizzo e di programmazione; svolge l'attività ispettiva e di controllo".

Stefano Alessiani
 

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LA ROSPO MARE E' FANTASTICA! E’ riuscita a risvegliare gli animi di molti politici nostrani che si scoprono d’un tratto difensori dell’ambiente e paladini contro la petrolizzazione. Certo sarebbe sbagliato fare di tutta l’erba un fascio e gli esempi apprezzabili ci sono, ma la critica c’è tutta. A che serve l’aria frizzante della campagna elettorale che stimola ai futuri squisiti parlamentari auspici ed impegni se poi è il sistema bipartisan a Roma a travolgere tutto e a soddisfare gli appetiti delle multinazionali petrolifere? Le trivellazioni, infatti, avvengono quasi in esenzione tributaria. La compromissione del nostro ecosistema e del nostro mare e il rischio di un disastro tipo quello della British Petroleum nel golfo del Messico produce agli enti (a noi) un vero e proprio obolo. Infatti, le royalties pagate alle casse pubbliche non superano il 7% a fronte di una media che va dal 30 al 70%. Per non parlare poi delle franchigie minime di estrazione entro le quali le società non pagano tributi. Per fare un esempio su 136 concessioni rilasciate sulla terra ferma nel 2010 solo in 21 casi è scattato il pagamento delle royalties. Pochi ne sono a conoscenza e non credo che alcun uomo di partito lo ricorderà citandomi (chiccà se ce la farò a dormire??), ma la Provincia di Teramo ha già approvato all’unanimità il 03 Agosto 2010 un o.d.g. del sottoscritto volto a contrastare la deriva petrolifera nelle acque prospicienti l’Abruzzo. In forza di quest’atto il presidente Valter Catarra, in rappresentanza di tutti i cittadini della provincia, avrebbe già dovuto attivarsi con determinazione presso il suo collega in regione Gianni Chiodi ma questa attività risulta finora non pervenuta. Confido che il deprecabile evento sproni entrambi a porre in essere la soluzione più efficace e tempestiva per salvaguardare le qualità intrinseche e non rigenerabili della nostra regione. rm
@Per cortesia non diciamo castronerie!Si tratta di una striscia iridescente di qualche centinaia di metri,e non di uno sversamento di una tonnellata di greggio,non facciamo del terrorismo inutile e diciamo le cose come stanno se volete fare i giornalisti!
Per Alessiani.....Basta andare sul sito del comune di Pineto per rendersi conto da quanti anni ci occupiamo di questo problema...Petroceltic, Medoilgas, Eni,Ombrina Mare, Centro Oli, Nuovo Senso Civico,Beni Comuni, Enrico Galliano,Maria Rita D'Orsogna, potrei citare tanti incontri, tavoli tecnici, manifestazioni .Il giorno del convegno avevo alla stessa ora, un consiglio comunale..Ho spiegato al Professor Di Salvatore le motivazioni del mio rientro a Pineto...L.M.
Prof. Occultis (che poi tanto Occultis non e') , prima di sputare giudizi su chi fa informazione, si documenti meglio.
Non c'è da preoccuparsi. Ci penserà Occultis con il suo canotto, col secchiello, la paletta e la cannuccia a ripulire in quattro e quattrotto "la striscia iridescente di qualche centinaia di metri." Provvederà lui personalmente a fare il bagno o la doccia ai gabbiani che per loro negligenza si sono sporcati con quei pochi litri di petrolio. Bravo professor... lindo.
La posizione della Regione Abruzzo da quando è al governo Chiodi è chiara, lo stop al progetto del "Centro oli" , una legge che di fatto non permette trivellazioni sulla terraferma, nessuna concessione rilasciata alle compagnie petrolifere in questi quattro anni e una costante opposizione alle attività estrattive sul mare, che  comunque non sono di competenza regionale, possono testimoniare che a torto o a ragione non si punti sulla petrolizzazione. L'opposizione dopo aver rilasciato negli anni passati una valanga di concessioni per le trivellazioni, dopo aver autorizzato il progetto del Centro oli, con ben 24 atti amministrativi firmati da esponenti " di sinistra" oggi cavalca in maniera totalmente strumentale un vento ambientalista che non le appartiene. Di seguito un po' di rassegna stampa per chiarezza e verità. Petrolio in mare, Chiodi: "La Regione si opporrà ai nuovi pozzi" http://www.vastoweb.com/notizie/petrolio-in-mare-chiodi-quotla-regione-…   Petrolio in Adriatico, Chiodi dice no  http://247.libero.it/rfocus/16578209/1/petrolio-in-adriatico-chiodi-dic…   Petrolio, governo boccia Ombrina Mare. Chiodi soddisfatto http://www.abruzzo24ore.tv/news/Petrolio-governo-boccia-Ombrina-Mare-Ch…   Chiodi: petrolio in mare bloccherò le estrazioni http://ilcentro.gelocal.it/regione/2009/12/17/news/chiodi-petrolio-in-m…    
@Peppino: Caro Peppino, mi scusi, ma non ho sentito mai tante idiozie messe insieme in un commento, affermare che Chiodi non ha mai rilasciato un permesso per le trivellazioni a terra cozza con la realtà dei fatti e basta andare a vedere la concessione rilasciata proprio alla MEDOIL GAS ( la stessa di Ombrina Mare) il 17/12/2012 e denominata Aglavizza http://unmig.sviluppoeconomico.gov.it/unmig/titoli/dettaglio.asp?cod=939 in provincia di Chieti, su un'area di 7,32 kmq. In Abruzzo non vige legge che possa bloccare nè il Centro Oli nè tanto meno la ricerca, la prospezione e la coltivazione di idrocarburi liquidi e solidi. Nel frattempo, caro Peppino, potresti chiedere al Governatore Chiodi, come mai, sull'area del Centro Oli di Ortona è stata portata la corrente elettrica......ti risulta che ci dovevano addobbare gli alberi per Natale??? Le posizioni assunte dal Governatore su Vastoweb o sui quotidiani, purtroppo, non incidono sull'attività amministrativa della Regione, infatti, seppur apprezzando le sue posizioni da libero cittadino, non risulta assolutamente apprezzabile il "lavoro" svolto da Governatore. Non aver rilasciato nessun parere su "Ombrina Mare", ad esempio, lascia trasparire l'assenso della Regione Abruzzo all'installazione di una raffineria in mare e a circa 5 miglia dalla costa, questo modo di agire getta definitivamente la maschera sull'idea che Chiodi ha della sua terra!!! @Monticelli: Caro Luciano, organizzare incontri, tavoli tecnici e manifestazioni, è sicuramente utile a portare il "problema" fuori dalle quattro mura "istituzionali", ma non lo risolve. In tutti questi anni di manifestazioni non ha mai fatto seguito un tuo impegno rispetto alla costituzione di uno strumento legislativo, una proposta di legge anche di carattere popolare....ma solo la partecipazione ad una nuova manifestazione. Ci sono liberi cittadini che partecipano a simili manifestazioni da 30 anni e più....eppure non hanno nemmeno il bisogno di conservarsi le locandine.... Per i tavoli tecnici vale il discorso fatto per le Risoluzioni.... E' apprezzabile il tuo impegno e sono certo che tu sia in grado di fare di più, forse, presto, nella nuova veste di Governatore, potrai incidere giuridicamente e mettere una pietra sopra al vespaio di polemiche che ogni volta si genera sul tema degli idrocarburi. @Prof. Occultis: I dati riportati sull'incidente sono quelli diramati dalla stessa Edison...veda lei.... Ringrazio tutti gli altri per i commenti rilasciati e mando un abbraccio virtuale a Riccardo Mercante. Cordiali saluti Stefano Alessiani
Il Sindaco di Pineto predica bene e razzola male .... http://www.altraparola.it/l-altra-cronaca/2283-colle-san-giovanni-via-a… ATRI – Il 19 gennaio, il Ministero dello sviluppo economico ha concesso alla società Adriatica idrocarburi il diritto di coltivare idrocarburi gassosi in località Colle Sciarra. Il decreto di rilascio della concessione, denominata Colle San Giovanni, è stato pubblicato nel Buig (Bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle georisorse) lo scorso 29 febbraio. L’area in questione coinvolge sia la provincia di Teramo con 22,5 kmq, che quella di Pescara. I comuni maggiormente coinvolti sono Pineto e Atri. La concessione riguarda l’”installazione delle facilities (impianti) di trattamento per la messa in produzione del pozzo all’interno dell’area pozzo esistente; il collegamento del pozzo Colle Sciarra 1 Dir alla Centrale gas di trattamento di Pineto mediante la realizzazione di 2 condotte; l’installazione, presso la Centrale gas di Pineto, di impianti per il trattamento del gas in arrivo dall’area pozzo Colle Sciarra 1 Dir”. Il parere del Comitato di Valutazione ambientale è arrivato, invece, lo scorso 2 agosto, quindi l’intesa della Regione in data 3 ottobre 2011. Nel documento che certifica il parere favorevole del Via si legge chiaramente che non risultano pervenute osservazioni in merito nonostante la pubblicazione dell’avviso da parte della Regione risalga al 18 gennaio 2011. Sull'istanza di ricerca Colle San Giovanni, il 22 novembre 2011 sia il Comune di ATRI e PINETO HANNO DICHIARATO LA COMPATIBILITA' delle attività con il piano urbanistico dei due enti. William Ricci (04/03/2012)
Per Area di Iorio......Non abbiamo fatto nessuna osservazione perche' sotto il profilo urbanistico, non vi erano rilievi tecni da produrre un'opposizione in sede di conferenza....Siamo a Sua completa disposizione per maggiori informazioni...L.M.
Le vostre osservazioni sulle concessioni rilasciate dalla Regione si riferiscono ad impianti installati anni fa e sono relative all’estrazione di gas, non di petrolio, tema dell’articolo di cui si dibatteva. Nessuno ha mai detto di essere contrari all’estrazione di gas, certamente non inquinante come il petrolio. Il gas è una risorsa utile e pulita, indispensabile per la moderna civiltà. Tornando al petrolio vorrei ribadire che, di fatto, secondo la nostra legge regionale 166/20110, la quasi totalità del nostro territorio, non è compatibile con le attività estrattive di idrocarburi liquidi, compresa l’area su cui doveva sorgere il Centro oli, vista la vocazione specifica di quel territorio, alla coltivazione vitivinicole e olivicole di pregio, come recita la norma: … la localizzazione di ogni opera relativa ad attività di prospezione, ricerca, estrazione, coltivazione e lavorazione di idrocarburi liquidi presenta profili di incompatibilità nelle aree di seguito elencate: a) aree naturali protette individuate dalla normativa statale e regionale; b) aree sottoposte ai vincoli dei beni ambientali o ricadenti nel Piano paesaggistico; c) siti di Interesse Comunitario (SIC), Zone di Protezione Speciale (ZPS) e altri siti di interesse naturalistico, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357 (Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche), del decreto del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare 17 ottobre 2007, n. 184 “Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone speciali di conservazione (ZSC) e a Zone di protezione speciale (ZPS)” e relativa normativa regionale di attuazione; d) aree sismiche classificate di prima categoria in attuazione della normativa statale vigente in materia. Nelle aree non ricomprese nell’elenco di cui al comma 2, la compatibilità delle medesime opere deve essere valutata tenendo conto, in particolare, … delle esigenze di protezione e valorizzazione della produzione agricola imposte dalla normativa comunitaria nelle aree agricole destinate alle coltivazioni ed alle produzioni vitivinicole, olivicole, frutticole di pregio, di origine controllata garantita (d.o.c.g.), di origine controllata (d.o.c.), di indicazione geografica tipica (i.g.t.), di origine protetta (d.o.p), di indicazione geografica protetta (i.g.p.). legge regionale 166/2010 http://www2.consiglio.regione.abruzzo.it/leggi/lexreght/testilex/016610…

Peppino for President;) Stè tocca a te......

http://www.primadanoi.it/news/cronaca/535842/Villa-Mazzarosa--Monticell… Possiamo sperare in qualche fatto dopo tante chiacchiere morte??
La legge regionale del 2010 non pone un divieto di esercizio delle attività petrolifere, ma si limita a dichiarare che la localizzazione di ogni opera relativa a quelle attività "presenta profili di incompatibilità" con alcune parti del territorio regionale. In questo senso, la legge ha come destinatari, da un lato, il Comitato VIA della Regione e, dall'altro, la stessa Regione, chiamata a rilasciare l'intesa con lo Stato. Ciò vuol dire che nell'effettuare la valutazione di impatto ambientale e nel rilasciare l'intesa si debba partire dalla presunzione della tendenziale incompatibilità. Tendenziale perché sempre superabile: la legge, del resto, afferma espressamente che le sue disposizioni hanno solo "valore di norma di indirizzo"; dunque: non carattere prescrittivo. Per quanto concerne il rilascio dell'intesa con lo Stato, la legge regionale non autorizza la Regione a negarla. Tanto è vero che questa stessa legge è stata più di recente modificata dal Consiglio regionale, il quale, in relazione alla sola localizzazione dei gasdotti e alla centrale a compressione gas (di Sulmona), ha fatto divieto alla Regione di rilasciare l'intesa con lo Stato (legge n. 28 del 2012). Ed infatti è stata impugnata dal Governo nazionale dinanzi alla Corte per violazione del principio di leale collaborazione (vorrei ricordare che nel 2010 il Governo nazionale ha subordinato la rinuncia all'impugnazione della legge n. 32 del 2009 - che poneva un vero e proprio divieto all'esercizio delle attività petrolifere - proprio all'approvazione della legge di cui stiamo parlando (legge n. 166/2010) e che, anzi, essa è "uscita" dal cassetto ministeriale così come poi approvata dal Consiglio regionale (tranne che per una piccola modifica, che io stesso ho suggerito di apportare). Se incompatibilità fosse eguale a divieto il Governo non avrebbe mai accettato lo "scambio"). Una precisazione ancora: la legge non si applica al Centro Oli. In essa - al di là della sua efficacia - si parla di localizzazione di ogni opera relativa alle attività di "prospezione", "ricerca", "estrazione" e "coltivazione". Dalla legge resta fuori la "lavorazione", così come la localizzazione degli insediamenti strategici (v. legge n. 239 del 2004 e successive modifiche). Infine, visto che ci sono: la proposta di legge al Parlamento che il Consiglio regionale ha deliberato su iniziativa di Carlo Costantini è ormai inutilizzabile per la semplice ragione che essa è decaduta con la fine della Legislatura. Questo vuol dire che il Consiglio regionale dovrà ora - se lo vorrà - deliberare una nuova proposta e tornare a inviarla al (nuovo) Parlamento (possibilmente non approvandola - come si è fatto - con legge, ma con semplice delibera: anche perché - avendo la proposta a oggetto il divieto delle attività petrolifere nel mare Adriatico - se fosse approvata con legge travalicherebbe il limite territoriale, non potendo la Regione Abruzzo legiferare né nell'interesse dello Stato né nell'interesse delle altre Regioni.
Non credo di poter aggiungere altro alle parole del Prof. Di Salvatore....
Se vogliamo arrampicarci su specchi accademici va bene, ma non credo sia interessante proseguire su questa linea e quindi eviterò di ingaggiare consulenti esterni. Di una cosa sono certo, la nostra legge regionale 116/2010 rappresenta oggi il miglior esempio ed è un riferimento per altre regioni che vogliono tutelare il proprio territorio. Forse si potrà fare di meglio, ma per il momento il segnale è molto chiaro, da quando Chiodi è alla guida della regione non c’è stato un solo passo a favore della cosiddetta petrolizzazione dell’Abruzzo. La sinistra ha dato grande apertura alle compagnie petrolifere con decine di concessioni e ha cercato di far decollare lo sciagurato progetto del Centro oli, con Chiodi c’è stata una totale inversione di tendenza. Questi sono i fatti, questa è la realtà.
Grazie Peppino per non aver ingaggiato dei consulenti esterni, risparmiando sulle pubbliche casse, al fine di rispondere compiutamente sul tema dell'inefficace legge 166 della R.A., i cittadini abruzzesi ringraziano! La tua realtà, caro Peppino coincide con la realtà della rete....è virtuale!
Anzi attendo una tua risposta anche sul piezonucleare.......o ve lo siete improvvisamente scordato?
Spiegare le leggi non è mero esercizio accademico, visto che il diritto - che governa la nostra vita in tutto e per tutto - si interpreta. Non può esserci nessuna applicazione del diritto senza interpretazione. A questo servono i giuristi. Quindi, visto che Lei non lo è, si astenga, per favore, dall'avventurarsi in questioni che non le competono. p.s. "La sinistra ha dato grande apertura alle compagnie petrolifere con decine di concessioni e ha cercato di far decollare lo sciagurato progetto del Centro oli, con Chiodi c’è stata una totale inversione di tendenza. Questi sono i fatti, questa è la realtà". Questa è un'opinione. I fatti sono quelli che ho raccontato nel mio libro sul petrolio. Ci dica in che modo - cioè: con quali atti o azioni - il Centro oli sarebbe stato bloccato dal Presidente Chiodi e gliene darò atto.
I rilievi critici mossi da Stefano Alessiani e da Enzo Di Salvatore mi sembrano suffragati da valide e circostanziate argomentazioni. Quanto agli "esperti" chiamati in soccorso -da chi e per cosa?- mi vien da pensare che se Enti e strutture -da noi pagate-, deputate a rilasciare intese e pareri, vi avessero fatto ricorso a tempo debito forse oggi non staremmo qui a riscrivere di cose, fatti, misfatti e persone -sempre le stesse- che ci ammorbano da troppo tempo. Ciò premesso, mi limito ad un banalissimo "copia e incolla" di quanto già pubblicato a suo tempo su questo blog: http://www.iduepunti.it/abruzzo/19_agosto_2012/labruzzo-una-regione-di-…. Un elenco dei passaggi a vuoto della Regione e degli altri enti preposti, avvenuti nell'arco di tempo compreso dalla firma dell'iniziale accordo del petrolchimico di Ortona ai nostri giorni, sarebbe troppo lungo e faticoso da produrre. Resto cmq a disposizione dei più curiosi.
Amarcord: L'Abruzzo? Una regione di asini e di petrolieri 20 agosto 2012 di Giancarlo Falconi La dichiarazione di Pagano, presidente del consiglio regionale, sulla produzione legislativa abruzzese, come di prima qualità, ha fatto drizzare i capelli a esimi costituzionalisti come il Professore Enzo Di Salvatore e lucidato di pelata, i poveri blogger che scrivono di quotidiano. I commenti del Professore DI SALVATOE, riassumono benissimo l'iter legislativo abruzzese. "Pensate che solo nel 2011 la Corte Costituzionale è stata costretta a intervenire sette volte. Due con ordinanza e cinque con sentenza. Le sentenze adottate hanno dichiarato tutte l’illegittimità costituzionale delle leggi impugnate. E per ben due volte la Regione ha rinunciato a difendersi in giudizio. Ricapitolando: nel solo biennio 2010-2011 si sono avute 9 pronunce di illegittimità costituzionale e per ben 8 volte nessuno ha difeso la legge della Regione Abruzzo dall’impugnazione del Governo nazionale". Nella riunione del Governo del 3 agosto 2012 è stata deliberata l'impugnazione della legge Regione Abruzzo n. 28 del 19 giugno 2012 recante “Modifiche alla L.R. 3 marzo 2010, n. 7 (Disposizioni regionali in materia di espropriazione per pubblica utilità) ed integrazione alla L.R. 10 marzo 2008, n. 2 (Provvedimenti urgenti a tutela del territorio regionale)”. Nel comunicato si legge: "in quanto contiene disposizioni in materia di localizzazione e realizzazione di gasdotti ed altri impianti energetici in zone sismiche che violano i principi statali di coordinamento tra l’istituzione regionale e quella statale nella materia, a legislazione concorrente, della produzione, trasporto e distribuzione dell’energia elettrica". Enrico Gagliano (COMITATO ABRUZZESE DIFESA BENI COMUNI) in un'intervento al sito L'Altra Parola, ( www.altraparola.it/la-vostra-parola/3431-oltre-che-barbari-anche-un-po-… elenca i primati negativi della regione Abruzzo: 1) spesa per la difesa del territorio, con appena 29mila 288 euro per chilometro quadrato, pari alla metà di quanto si spende mediamente in Italia; 2) 2° posto in Italia per emissioni di CO2 pro-capite; 3) ultimi in Italia per l'uso degli autobus; 4) quart'ultimi in Italia per l'uso del treno (20% contro la media nazionale del 31%); 5) 3° posto in Italia per percentuale delle coste balneabili erose dal mare (61%); 6) scarso utilizzo del fondi europei, con appena il 20% (fonte: Confindustria); 7) 2° posto in Italia per incidenza dei morti sul lavoro rispetto al numero degli occupati. L'Abruzzo regione verde d'Europa non ha una legge forestale. www.conaf.it/una-legge-forestale-l%E2%80%99abruzzo Il 25 luglio scorso il COORDINAMENTO NAZIONALE NO TRIV, di cui fa parte anche il COMITATO ABRUZZESE DIFESA BENI COMUNI insieme a molte altre associazioni di tutta Italia (dalla Lombardia alla Sicilia), ha inviato a TUTTI I PARLAMENTARI (compresi quelli abruzzesi) la seguente lettera: cremonademocratica.org/2012/07/26/lettera-a-tutti-i-parlamentari-del-coordinamento-nazionale-no-triv-liberiamo-mare-e-terre-dalle-trivelle-il-decreto-sviluppo-consente-di-trivellare-senza-pieta-a-chi-ha-gia-chiesto-autorizzazio/ Questo appello NON è stato accolto ed ora, grazie alla conversione in legge del DL CRESCITA avranno corso tutta una serie di procedimenti amministrativi che porteranno ad autorizzare ricerche di petrolio in mare. .......................................................................... Tutto è stato deciso? Il nostro mare sarà sacrificato? Perchè si fa finta di aver aperto un dibattito? Come si fa a pensare, di aumentare le piattaforme di estrazione, se le società petrolifere, attualmente non pagano nulla alla regione Abruzzo? Esatto, nulla. Sfruttano il nostro mare e per via di un minimo sotto il quale esiste l'esenzione, noi concediamo il rischio della nostra bellezza turistica senza nessun tipo di guadagno. Chi dovrebbe alzare le royalties? Esiste una politica che ci tuteli?
Ed ecco il testo della lettera del 25/7/2012 ignorata dai nostri Parlamentari: Lettera a tutti i parlamentari del coordinamento nazionale No triv – liberiamo mare e terre dalle trivelle. Il “decreto sviluppo” consente di trivellare senza pietà a chi ha già chiesto autorizzazione prima del 26 agosto 2010. Gentile Onorevole, Le scriviamo questa lettera dopo aver appreso che oggi è stato posto il voto di fiducia al Dl Sviluppo (decreto-legge n. 83 del 2012, pubblicato sulla G.U. n. 147 del 26 giugno 2012). Vogliamo richiamare la sua attenzione sull’art. 35 del decreto stesso. In seguito al disastro petrolifero occorso nel Golfo del Messico nel 2010, il Governo, con decreto legislativo n. 128 del 2010, introdusse una modifica al Codice dell’ambiente del 2006 (art. 6, comma 17). In base ad essa, si stabilì che, da quel momento in poi, non sarebbe stato più possibile cercare ed estrarre gas o petrolio all’interno di aree marine o costiere protette a qualsiasi titolo. Il divieto venne, quindi, esteso anche all’esterno di tali aree protette, per 12 miglia marine ancora. Per il solo petrolio, invece, esso avrebbe trovato applicazione lungo tutta la fascia marina della Penisola italiana, entro le cinque miglia dalla costa. Infine, si stabilì: 1) che il divieto dovesse riguardare anche i “procedimenti autorizzatori in corso”, vale a dire a tutte quelle richieste di ricerca o di estrazione, che, alla data di entrata in vigore della modifica, non avessero avuto ancora il rilascio di un titolo minerario; 2) che restassero, tuttavia, in piedi i titoli minerari già rilasciati alla data di entrata in vigore della modifica. L’art. 35 del c.d. “decreto sviluppo” modifica quelle disposizioni: per un verso, esso sancisce il divieto di cercare ed estrarre gas e petrolio “nelle zone di mare poste entro dodici miglia dalle linee di costa lungo l’intero perimetro costiero nazionale e dal perimetro esterno delle suddette aree marine e costiere protette” (ciò comporta che il precedente limite delle 5 miglia marine sia ora portato a 12 miglia e che esso concerna non solo il petrolio, ma anche il gas); per altro verso, stabilisce che il divieto di cercare ed estrarre idrocarburi non riguardi quei procedimenti in corso alla data di entrata in vigore del decreto legislativo n. 128 del 2010. Così disponendo, esso fa, dunque, salvi in modo retroattivo i procedimenti autorizzatori già in corso prima del 26 agosto 2010, data di entrata in vigore del decreto legislativo. Questo vuol dire che, qualora il “decreto sviluppo” venga convertito in legge dal Parlamento, i procedimenti relativi a permessi di ricerca e concessioni di coltivazione potranno riprendere indisturbati il loro corso, fino all’ottenimento del titolo minerario. Detta previsione, tuttavia, è in assoluta contraddizione con la stessa ratio, che sostiene la normativa recata dal “decreto sviluppo”, nella parte in cui estende – ma solo in ordine al rilascio di nuovi titoli minerari – il divieto delle attività concernenti gli idrocarburi liquidi e gassosi fino a 12 miglia: previsione che, in tutta evidenza, poggia sul presupposto che esercitare tali attività in mare sia particolarmente rischioso; non già, però, in ogni tempo, ma solo in relazione alle nuove richieste per il rilascio di futuri titoli! Nella relazione che accompagna il “decreto sviluppo” si legge, invero, che “la norma sblocca 4,5 miliardi di investimenti in 8 progetti di sviluppo di giacimenti già individuati e perforati ma non ancora messi in produzione, altrimenti destinati a restare improduttivi con oneri a carico dello Stato, evitando inoltre richieste di risarcimento da parte delle imprese allo Stato italiano per la revoca degli affidamenti fatta ad investimenti in corso”. L’affermazione relativa ad una paventata richiesta di risarcimento da parte delle società petrolifere, è, tuttavia, priva di fondamento; e non a caso il decreto legislativo n. 128 del 2010 manteneva distinti i “procedimenti autorizzatori in corso” da quelli che fossero già conclusi, stabilendo – come si è ricordato più sopra – che: “le disposizioni di cui al presente comma (e cioè: i divieti) si applicano ai procedimenti autorizzatori in corso alla data di entrata in vigore del presente comma. Resta ferma l’efficacia dei titoli abilitativi già rilasciati alla stessa data”. Una richiesta di risarcimento danni da parte delle compagnie petrolifere nei confronti dello Stato può darsi, infatti, solo in presenza di un titolo minerario già rilasciato e non anche nell’eventualità che un procedimento autorizzatorio non vada a buon fine. In questo secondo caso, qualora la legge dello Stato applicasse quei divieti anche ai procedimenti in corso, non potrebbe ritenersi violato il “legittimo affidamento” delle società petrolifere, atteso che eventuali investimenti da esse già effettuati rientrerebbero nel consueto rischio imprenditoriale, che, da sempre, accompagna l’iniziativa economica privata. Alla luce di queste considerazioni il Coordinamento Nazionale No Triv – Liberiamo mare e terre dalle trivelle è a chiederLe di non votare il Dl Sviluppo. Siamo certi dell’attenzione con cui vorrà considerare la presente richiesta e cogliamo l’occasione per porgerLe i nostri più cordiali saluti. Roma, 25 luglio 2012. Coordinamento Nazionale No Triv – Liberiamo mare e terre dalle trivelle
dire che Chiodi ha fermato alcunche', è veramente ridicolo, la stessa legge che errorenamente le si da una numerazione inesatta è indice di ignoranza. Come spiega il prof. Enzo Di Salvatore la LR48/10 non DICE NIENTE sulle raffinerie, spalanca la porta al gas- vedi Colle San Givanni e Aglavizza- non solo, appare non sortisca a nulla, nemmeno in sede VIA regionale, dove per le istanze di permesso- dove non si sa se c'è il gas o il petrolio, a meno che non si abbiano poteri divini- passa tutto in cavalleria, al contrario del decreto Prestigiacomo-2010- che per il gas non era "severo" , infatti quest'ultimo in fase di istanza di permesso, nel SACRO dubbio, ha tranciato tutte le istanze entro le 5miglia. Un presidente e una giunta che non sono nemmeno contro il petrolio in mare, l'Abruzzo brilla per insignificanza, al contrario di regioni come la Puglia. Poi abbiamo un assessore alla pesca e agricoltura, Febbo, che a spron di gravi inesattezze, sta facendo una lotta senza frontiere, non contro gli idrocarburi, ma CONTRO IL PARCO DELLA COSTA TEATINA, che in terra salverebbe la deriva mineraria, e in mare darebbe una CHIARA indicazione. Ma avere la botte piena e la moglie..., riesce male pure ad un assessore così antidemocratico, che dimentica i tanti laureati, internet, ma prima di tutto la civiltà.
In merito al post, è doveroso fare alcune precisazioni. Nella discussione dei lavori in Aula non può certo essere un gruppo di minoranza composto da 12 senatori dell'Idv a imporre alla maggioranza parlamentare la priorità dei punti all'ordine del giorno. Va detto che nel corso della passata legislatura il gruppo parlamentare Idv si è sempre impegnato in battaglie parlamentari che sono esitate in voti nettamente contrari a qualunque provvedimento mirato a facilitare le perforazioni in mare per la ricerca di giacimenti di idrocarburi. Più specificatamente il sottoscritto ha presentato il giorno 5 maggio 2011 una interrogazione a risposta orale ai ministri dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, per i Beni e le attività culturali e dello Sviluppo economico (http://www.parlamento.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=…) per chiedere delucidazioni e garanzie sulla sicurezza dell'ambiente in merito all'attivazione di un programma di ricerca di idrocarburi nell'Adriatico, al largo delle cose abruzzesi, dalla società irlandese Petroceltic. Inoltre il 1° giugno 2012 insieme ai senatori Bugnano, Di Nardo, Pardi, Belisario, Giambrone, Caforio, Carlino, Lannutti, Li Gotti, Pedica, ho presentato un ordine del giorno in occasione della discussione in aula del ddl 2362 sull'istituzione di una giornata in memoria delle vittime dei disastri ambientali e industriali. L'odg chiedeva al Governo di impegnarsi " a potenziare le attività di controllo e prevenzione dei rischi derivanti dalle attività di perforazione in mare, considerato che in caso di un eventuale incidente la struttura morfologica chiusa dei nostri mari causerebbe danni insostenibili per l'ambiente; a valutare l'opportunità di non procedere al rilascio di nuove autorizzazioni per la prospezione, la ricerca e la coltivazione di idrocarburi su giacimenti con profondità superiori a quelle già attualmente oggetto di estrazione ed a valutare l'opportunità di sospendere o rivedere le autorizzazioni già assentite; a garantire adeguati sistemi di monitoraggio e difesa del mare, In particolare nelle aree marine protette e in quelle a più alta densità di traffico marittimo" Saluti Sen. Alfonso Mascitelli
Gentile Senatore Mascitelli, inizialmente afferma di non poter imporre punti all'ordine del giorno alla Maggioranza, in quanto idv e dunque minoranza.......poi afferma di aver fatto inizialmente un' interrogazione e poi, in data 1° Giugno 2012, ha presentato un ordine del giorno insieme a 8 Senatori dell'IDV e due del Gruppo Misto...... Dunque, ricapitolando, la forza per portare avanti il disegno di legge che avrebbe " salvato" il mare adriatico non c'è, nonostante lei sia stato ,presumibilmente, sollecitato da Costantini.....mentre per fare un nuovo odg con altri Senatori dell'IDV si trova il tempo il modo e la forza per portarlo avanti....mah.....non ci siamo proprio..... Perchè ha boicottato il progetto di legge di Costantini e ha lasciato che lo nascondessero in chissà quale cassetto*? *dal comunicato di Costantini: "Il 26 febbraio, in Parlamento, andro' a prenderlo nel cassetto impolverato nel quale l'avranno nascosto per tutto questo tempo e, con il sostegno che Antonio Ingroia e Rivoluzione Civile di certo non ci faranno mancare, pretendero' che il futuro del Mare Adriatico e la definitiva sparizione delle trivelle dai suoi fondali vengano portate entro brevissimo tempo all'esame dell'aula".
tutti parlano, ma nessuno vuole centrare la questione, Il petrolio e' denaro, e' ricchezza, e' anche inquinamento. La Regione deve scegliere solo cosa fare. Vuole privilegiare il fantomatico Abruzzo Polmonone d'Europa oppure aprire anche ad altri modelli di business? P.s. se aprire ad altri modelli di business significa gestire il tutto come Team, Ruzzo e via dicendo.....
FDL dice che il petrolio è denaro ricchezza e...anche inquinamento. Certo , ricchezza e denaro per pochi, inquinamento e depauperamento di interi territori per tanti. Forse FDL non sa che inquinamento è sinonimo di povertà SEMPRE, basta scegliere per chi, quello che è più intollerabile, che si sceglie molte volte la povertà per le generazioni future. Un territorio sano da infinite possibilità di sviluppo, un territorio distrutto, quali? Concludo: iniziamo prima di parlare a ricordarci che l'economia è un sottoinsieme della biosfera, e l'Abruzzo, il polmonone come lo chiama FDL, non è un deserto appunto, come tante zone ricche di biodiversità, è anche molto fragile, una volta queste considerazioni si facevano, ora le persone sono sempre più carne da macello da immolare ad una malattia incurabile, ad una frana o ad un terremoto, sacrifici necessari per il dio danaro, con la speranza che il suo occhio capriccioso ci guardi almeo per un attimo, tanto da farci avere un nuovo telefonino.