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L'Abruzzo? Una regione di asini e di petrolieri

di Giancarlo Falconi
3 minuti

La dichiarazione di Pagano, presidente del consiglio regionale, sulla produzione legislativa abruzzese, come di prima qualità, ha fatto drizzare i capelli a esimi costituzionalisti come il Professore Enzo Di Salvatore e lucidato di pelata, i poveri blogger che scrivono di quotidiano. I commenti del Professore Di Salvatore, riassumono benissimo l'iter legislativo abruzzese. "Pensate che solo nel 2011 la Corte Costituzionale è stata costretta a intervenire sette volte. Due  con ordinanza e cinque con sentenza. Le sentenze adottate hanno dichiarato tutte l’illegittimità costituzionale delle leggi impugnate. E per ben due volte la Regione ha rinunciato a difendersi in giudizio. Ricapitolando: nel solo biennio 2010-2011 si sono avute 9 pronunce di illegittimità costituzionale e per ben 8 volte nessuno ha difeso la legge della Regione Abruzzo dall’impugnazione del Governo nazionale". Nella riunione del Governo del 3 agosto 2012 è stata deliberata l'impugnazione della legge Regione Abruzzo n. 28 del 19 giugno 2012 recante “Modifiche alla L.R. 3 marzo 2010, n. 7 (Disposizioni regionali in materia di espropriazione per pubblica utilità) ed integrazione alla L.R. 10 marzo 2008, n. 2 (Provvedimenti urgenti a tutela del territorio regionale)”. Nel comunicato si legge: "in quanto contiene disposizioni in materia di localizzazione e realizzazione di gasdotti ed altri impianti energetici in zone sismiche che violano i principi statali di coordinamento tra l’istituzione regionale e quella statale nella materia, a legislazione concorrente, della produzione, trasporto e distribuzione dell’energia elettrica".

Enrico Gagliano (Comitato abruzzese Difesa beni Comuni) in un'intervento al sito L'Altra Parola, ( www.altraparola.it/la-vostra-parola/3431-oltre-che-barbari-anche-un-po-somari.html elenca i primati negativi della regione Abruzzo.

1) spesa per la difesa del territorio, con appena 29mila 288 euro per chilometro quadrato, pari alla metà di quanto si spende mediamente in Italia;
2) 2° posto in Italia per emissioni di CO2 pro-capite;
3) ultimi in Italia per l'uso degli autobus;
4) quart'ultimi in Italia per l'uso del treno (20% contro la media nazionale del 31%);
5) 3° posto in Italia per percentuale delle coste balneabili erose dal mare (61%);
6) scarso utilizzo del fondi europei, con appena il 20% (fonte: Confindustria);
7) 2° posto in Italia per incidenza dei morti sul lavoro rispetto al numero degli occupati.
 

L'Abruzzo regione verde d'Europa non ha una legge forestale. www.conaf.it/una-legge-forestale-l%E2%80%99abruzzo
Il 25 luglio scorso il COORDINAMENTO NAZIONALE NO TRIV, di cui fa parte anche il COMITATO ABRUZZESE DIFESA BENI COMUNI insieme a molte altre associazioni di tutta Italia (dalla Lombardia alla Sicilia), ha inviato a TUTTI I PARLAMENTARI (compresi quelli abruzzesi) la seguente lettera:
 cremonademocratica.org/2012/07/26/lettera-a-tutti-i-parlamentari-del-coordinamento-nazionale-no-triv-liberiamo-mare-e-terre-dalle-trivelle-il-decreto-sviluppo-consente-di-trivellare-senza-pieta-a-chi-ha-gia-chiesto-autorizzazio/
Questo appello NON è stato accolto ed ora, grazie alla conversione in legge del DL CRESCITA avranno corso tutta una serie di procedimenti amministrativi che porteranno ad autorizzare ricerche di petrolio in mare. Solo l'IDV sembra aver votato in maniera contraria in Senato. (www.ilfattoquotidiano.it/2012/08/03/decreto-sviluppo-diventa-legge-senato-licenzia/315091/ )
Gli altri parlamentari? Perchè l'Abruzzo non si presentato nelle sedi opportune e nelle riunioni stabilite? Tutto è stato deciso? Il nostro mare sarà sacrificato?
Perchè si fa finta di aver aperto un dibattito? Come si fa a pensare, di aumentare le piattaforme di estrazione, se le società petrolifere, attualmente non pagano nulla alla regione Abruzzo?
Esatto, nulla. Sfruttano il nostro mare e per via di un minimo sotto il quale esiste l'esenzione, noi concediamo il rischio della nostra bellezza turistica senza nessun tipo di guadagno.
Chi dovrebbe alzare le royalties? Esiste una politica che ci tuteli?


 

 

 

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