Sono otto anni che seguiamo il mondo bancario del nostro ex ricco Abruzzo.
Sono otto anni che una potente massoneria economica si diverte a reggere i fili della matassa abruzzese.
Il traffico di denaro tra la Campania, l'Abruzzo e la lavatrice di San Marino.
Imprenditori con le unghie sporche di calce che diventano capitani d Industria per una notte e un crack pilotato.
Non sono accuse gravi e siamo pronti a discuterne se un giorno un giudice di buona volontà, dovesse chiamarci come persone a conoscenza dei fatti.
Mafia, signori.
Prima che sia troppo tardi.
Sono otto anni che si parla di un'unica Fondazione e di un'unica Cassa di Risparmio abruzzese leader in Italia.
Sono anni che dopo il commissariamento del MPS scriviamo di una ripartenza del mondo De Bustis attraverso la Banca Popolare di Bari.... che dopo l'acquisizione compartecipata con lo Stato, quindi noi, acquisterà con lo stesso metodo la commissariata Carichieti.
Il commissario Sora, colui che a Teramo non ha licenziato nessuno della vecchia dirgenza ma ha garantito l'assurdo degli ad personam, ne sarebbe il garante.
Una storia dell'assurdo che ha l'ultimo degli attori nella comparsata da vassallo del Governatore della Regione Abruzzo, Don Luciano D'Alfonso, protagonista della più grande super cazzola della storia Governo-Banche.
"D'Alfonso ha cercato di rassicurare i dipendenti spiegando quali sono stati i temi tratteggiati con la banca popolare di Bari: "Ho detto che il mio interesse coincide con quello di questa regione, che è una regione viva, con la capacità di produrre brevetti ed innovazione, ricca di 127 mila imprese. Io li ho visti interessati". Il Presidente non ha escluso la possibilità di istituzionalizzare in capo alla Regione una capacità di ascolto e di accompagnamento, di monitoraggio e di controllo di quello che accade intorno al sistema bancario abruzzese "per ricostruire una tradizione bancaria potente per l'intero Abruzzo".
www.emmelle.it/Prima-pagina/Economia/Tercas-D-Alfonso-da-l-ok-al-centro-regionale-di-controllo-per-le-banche/11-33042-1.html
La vergogna dialettica di questo politico onnisciente è la mancanza di amor pubblico per un eccessivo amor proprio.
Il rispetto di chi parla dovrebbe essere indirizzato all'intelligenza di chi ascolta.
Non si può dire a chi ha perso una liquidazione, un investimento, il futuro dei propri figli, della propria azienda, del proprio presente che ora la Regione controllerà le banche e che il futuro è sotto un solido presente.
Neppure Banca D'Italia con la sua centrale dei rischi riesce ad evitare gli stati di crisi...figuratevi un D'Alfonso senza poteri di controllo.
Eppure parla.
Favella.
D'Alfonso di dialettica è virgulto.
Appariva sereno perchè convinto di aver venduto il Colosseo ai baresi... entusiasti.
Nessuno ha l'anello al naso.
La crisi è una possibilità di riscatto non di ricatto.
Il risultato?
L'Abruzzo è stato commissariato da Bari....e D'Alfonso da oggi è mister Provolone.
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