Qualche giorno fa camminavo tra gli scaffali della COOP di Pisa per rispondere alla piu' comune delle esigenze umane: l'approvvigionamento alimentare. In quel mentre mi e' capitato di assistere a un' alquanto bizzarra conversazione tra una madre e il suo pargolo:
PARGOLO: "Mamma cos'e' questo?"
MAMMA: "un coniglio morto"
P: "poverino, e perche' lo hanno ucciso?"
M:"per mangiarlo, stella mia"
P:"che brutto! Mamma non si uccidono gli animali, bisogna smettere!"
M: " hai ragione stella mia, che bravo bambino"
P:"Mamma stasera mi fai l'hamburger per cena?"
M:"certo stella"
Inizialmente il bimbo mi ha fatto sorridere, poi ho iniziato a riflettere e mi sono resa conto che il suo era semplicemente un esempio di discorsi analoghi che mi e' capitato di ascoltare ultimamente e sempre piu' spesso tra adulti.Ho ripensato a tutte le discussioni sul nucleare e sulle energie rinnovabili e a come, vicino a persone ben informate che parlano con competenza, ci sia un mare di superficialita'. Persone che si esprimono contro l'uso del nucleare e contemporaneamente usano la macchina per fare 100 metri e poi vanno in palestra per perdere peso, accendono il condizionatore d'estate portando la temperatura a 15 gradi e poi si prendono il raffreddore, comprano 40 paia di scarpe e poi ne buttano 39…e cosi' via.
Sono proprio queste persone che, come la mamma e il suo bambino, prendono posizioni senza rendersi conto che poi la loro vita e' un urlo di INCOERENZA rispetto a quanto dicono.Che credibilita' hanno persone cosi'?
E' importante, prima di parlare, conoscere un po' cio' di cui si parla. La superficialita' e la pressappocaggine hanno invaso il nostro mondo e la fanno da padrone ovunque.Allora, piuttosto che parlare di cose di cui si sa poco, non e' meglio iniziare da se stessi? Iniziare valutando quali sono le conseguenze delle nostre scelte quotidiane e fare in modo che le nostre azioni, per una volta, siano coerenti con le nostre parole? Ci sono modi per scoprire se abbiamo diritto a parlare, se abbiamo diritto a pretendere che le nostre parole siano prese in considerazione e se siamo coerenti con esse. Uno di questi e' la misura dell'IMPRONTA ECOLOGICA. Come potete leggere su wikipedia, l'impronta ecologica ( http://it.wikipedia.org/wiki/Impronta_ecologica ) è un indice statistico utilizzato per misurare la richiesta umana nei confronti della natura. Essa mette in relazione il consumo umano di risorse naturali con la capacità della Terra di rigenerarle.
Con il calcolo dell'impronta ecologica e' anche possibile valutare quanta energia occorre per sostenere il nostro sistema di vita.
Inoltre misurare la propria impronta ecologica e' un modo per riflettere su come usiamo cio' che ci e' intorno, su quali sono le conseguenze invisibili delle nostre azioni visibili. Possiamo valutare quanto effettivamente consumiamo senza esserne consapevoli.In questi tempi sempre piu' difficili sta diventando non solo importante, ma vitale acquisire consapevolezza di cio' che facciamo, di quali sono le nostre responsabilita' . Per chi fosse curioso c'e' questo semplice questionario ( http://www.footprintnetwork.org/it/index.php/GFN/page/calculators/ ), un po' superficiale, ma almeno un inizio. Mentre per chi vuole approfondire l'argomento c'e' ZOES (www. zoes.it ) un portale che e' anche un social network, in cui potrete misurare la vostra impronta ecologica e trovare consigli su consumo critico, finanza etica, bioedilizia, risparmio energetico, reti sociali, viaggi sostenibili, etc…
Insomma un mondo di informazioni sostenibili a vostra disposizione.La questione "nucleare" e' solo una delle tante forme dei problemi legati all'approvvigionamento energetico che ci troviamo ad affrontare come abitanti di questo pianeta. Non possiamo liquidarlo con un "contro" o con del pressappochismo, ma quanto successo deve essere una spinta a interrogarci, a capire, a cambiare uno stile di vita che non e' ulteriormente sostenibile.
"Rendere sostenibile lo sviluppo significa far sì che esso soddisfi i bisogni dell’attuale generazione senza compromettere la capacità di quelle future di rispondere ai loro" (Anonimo)
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Commenti
Egregio Dott. Sandro, non potrei cacciare la D.SSissima Simona Settepanella perchè fin quando ci saranno critici attenti come lei a far salire il contatore della D.ssa Simona, per mio tornaconto personale, sarò costretto a rinnovarle il contratto all'infinito....;)