Segnalazioni su segnalazioni.
Ho fatto finta di non leggere.
Vi assicuro.
Un dolore che mi prende lo stomaco e gli altri sensi.
Rileggo senza rilegatura" Dott.Falconi la seguo costantemente nonostante qualche mio disappunto ma...tempo fa le inviai un mio intervento su come la Caritas avesse deciso di sistemare i molti giovani arrivati sulle nostre coste siciliane.
Le scrissi pure che la zona di Piano della Lenta era "invasa"da questi ragazzi di colore e che da mamma ero ragionevolmente preoccupata.In un condominio dove vive una mia conoscente hanno perso la pace:questi ragazzi disturbano fino all una di notte e nessuno a quanto pare può fare qualcosa per dissuaderli.
Loro si sentono protetti ma a noi chi ci protegge?
Passando oggi sa Ponte Vezzola laddove ci sono in una casa molti di loro,ho visto bustoni di immondizia sotto casa che sostano e si moltiplicano da giorni.Ma a lei questo sembra un paese civile?
Si documenti venendo da queste parti.Spero che almeno questa volta lei possa occuparsene...".
Cara Signora Giovanna ( nome di fantasia) le assicuro che la situazioni in Italia è di vera e propria emergenza.
Un argomento che vedrà l'Abruzzo, secondo un puro calcolo demografico, ospitare nei prossimi mesi circa 1200 profughi.
Escludendo la provincia de L'Aquila, per via del terremoto, saranno Teramo, Pescara e Chieti a dover cercare un alloggio ai nostri fratelli africani.
Si ricordi bene l'espressione fratelli.
Le faccio un esempio.
In questo momento il comune di Chieti dopo aver dato alloggio a circa 200 persone, dovrà gestire la richiesta di circa 40 asili politici.
Il Sindaco Di Primo ha chiesto solo rassicurazioni sanitarie.
Lei mi parla di buste della spazzatura?
Forse i ragazzi africani guardando la situazione degli abbandoni di rifiuti nelle strade teramane avranno pensato che fosse un'usanza del posto.
Forse la Teramo Ambiente dovrebbe controllare e gestire i nuovi contribuenti del Porta a Porta.
Lei è sicura di conoscere quelle storie?
Ho trascorso tre pomeriggi con loro nei giardini di Piano della Lente.
Lei che farebbe in un paese che la ospita senza conoscere la lingua, senza conoscere nessuno?
Non si siederebbe un attimo ad attendere il prossimo tempo?
Il mio francese scolastico e maccheronico si è rituffato in un mondo fatto di violenze, fughe nel deserto, lutti e disperazioni.
Continueremo a vigilare perchè il termine integrazione possa diventare sinonimo di inclusivo e non di esclusivo.
Un giusto equilibrio tra le nostre coscienze e le nostre possibilità culturali.
Noi non abbiamo paura.
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Commenti
Cara anonima il suo intervento è stato educato e pulito.
Il mio rticolo è un lancio, una provocazione per aprire una discussione.
Siamo pronti ad ospitare?
Perchè no?
Un retaggio culturale?
un problema sociale?
La crisi?
La mancata conoscenza degli altri?
Lo stilo egoriferito del nostro piccolo mondo?