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Contro ogni forma di violenza. Il grido di pace arriva dal teatro "Greco" di Torricella Sicura...

di Anonimo
2 minuti

Ieri sera il Teatro Ariel di Torricella Sicura ha ospitato uno degli appuntamenti più intensi del festival di teatro classico “T Greco”, rassegna dedicata alla rilettura contemporanea dei grandi testi dell’antichità. A calcare la scena è stata la  compagnia Gli Sbandati, che ha presentato l’Antigone di Anouilh ambientata negli anni ’40, in una Europa lacerata dalla guerra.

Non una tragedia classica nel senso tradizionale, ma un potente grido contro ogni forma di violenza, sopraffazione e cieca autorità. In questa nuova versione, Antigone diventa simbolo di resistenza civile, di coscienza individuale che si oppone al potere disumano, in un contesto segnato dalla guerra, dalla repressione e dalla lotta per la libertà. 
Le atmosfere cupe degli anni ’40 fanno da sfondo a una vicenda che parla oggi più che mai al cuore e alla mente dello spettatore.

A dare corpo e voce a questa intensa messinscena sono stati ragazzi giovanissimi, tra i 14 e i 19 anni, che hanno saputo trasmettere con autenticità e forza emotiva tutta la drammaticità del testo.

Nel cast:
Sama El-Shennawy (Antigone), Greta Amadio (Antigone), Christian Di Cesare (Creonte), Emanuele Petrella (Creonte), Alessandra Pisciella Casadio (Ismene), Alessandro Di Sante (Emone), Ilaria Verdecchia (Nutrice), Cristian Di Eleonora ( Guardia), Emilio Baratiri (Guardia), Matteo Filipponi (Guardia e messaggero), Francesca di Giammarco (coro), Daniele Norscia (coro)

Lo spettacolo si inserisce all’interno del festival “T Greco”, promosso per valorizzare il patrimonio classico attraverso le nuove generazioni. Alla serata ha preso parte anche il Professor Renzo Tosi, Presidente Associazione Nazionale Cultura Classica, che ha sottolineato l’importanza di iniziative come questa per avvicinare i giovani al teatro antico in modo attivo, creativo e profondamente attuale.

Il pubblico, visibilmente colpito, ha applaudito a lungo i giovani attori e la compagnia, riconoscendo il valore artistico e civile di un’opera che, pur nata migliaia di anni fa, riesce ancora oggi a interrogare le nostre coscienze.

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