Il Comune di Sant'Egidio alla Vibrata è stato condannato per mobbing dal Tribunale di Teramo e dovrà i danni subiti da una dipendente precedentemente in servizio, l'Agente di Polizia Municipale Loredana Camaioni, a causa di comportamenti ostili e vessatori protratti per circa un decennio nell'ambiente di lavoro.
La vicenda ha avuto origine nel dicembre 2010 a seguito di un controllo dell'Agente che aveva accertato un'irregolarità nell'uso di servizi comunali da parte del figlio di un Dirigente dell'Ente. Secondo la ricostruzione, questo evento ha innescato una serie di azioni ostili e persecutorie da parte dei vertici comunali nei confronti della dipendente.
Tra i principali episodi di ostilità ci sono state denunce penali e procedimenti disciplinari, tutti poi archiviati, e, soprattutto, l'assegnazione per quasi quattro anni di mansioni superiori (quelle di Comandante) senza una nomina formale né il relativo compenso. Il rifiuto dell'Agente di svolgere queste mansioni in assenza di legittimazione ha portato all'irrogazione di una sanzione disciplinare di due mesi di sospensione, successivamente annullata dal Tribunale. A queste si sono aggiunte diverse azioni di isolamento e boicottaggio lavorativo, come l'accesso abusivo a corrispondenza riservata e la disattivazione di strumenti essenziali all'attività d'ufficio.
Queste prolungate condotte avversative hanno causato all'Agente un grave danno alla salute, diagnosticato come un Disturbo Ansioso-Depressivo Reattivo Cronico.
Il Tribunale ha riconosciuto che il Comune ha violato le norme sulla tutela della salute e dell'integrità psicofisica sul posto di lavoro. L'Ente è stato dunque condannato al risarcimento per un ammontare pari a 44.729,00 Euro, oltre agli interessi legali e il pagamento delle spese processuali.
Commenta