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Teramo. Sventati due suicidi nel pomeriggio...

di Giancarlo Falconi
1 minuto

Una giornata che avrebbe potuto registrare due tragedie a poche centinaia di metri l'una dall'altra. Due tragedie che hanno rischiato di consumarsi in via Cavour a Teramo, dove due donne, di 43 e 61 anni, hanno tentato di togliersi la vita. Poi, fortunatamente, si sono fermate prima che fosse troppo tardi. I due episodi non sembrano collegati tra loro. Entrambe non sembrano in pericolo di vita.

La prima, teramana, è stata soccorsa e portata ospedale Giulianova. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri di Teramo e i vigili del fuoco poiché si era chiusa in bagno. Nonostante questo ha aperto la porta in autonomia. I soccorsi sono stati allertati dal padre.

La 61enne, straniera, è stata soccorsa e portata ospedale Teramo. Sul posto i Carabinieri e il 118. I soccorsi sono stati allertati dal figlio.

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Due tentativi di suicidio nello stesso giorno, nella stessa via, non possono essere liquidati come semplici coincidenze. È il segnale di un disagio che a Teramo si respira da tempo, una città che rischia di scivolare sempre più verso la dimensione di un “paese” chiuso in sé stesso, dove le cattive abitudini – il bar come unico punto di aggregazione, il pettegolezzo come forma di dialogo – hanno preso il posto di veri spazi di confronto e crescita.

Ho lasciato Teramo anni fa e ogni volta che torno non posso fare a meno di notare questo lento declino sociale, fatto di solitudine e mancanza di prospettive. Servono nuove idee, nuovi luoghi in cui incontrarsi davvero, scambiare pensieri e aprirsi al mondo.
A chi legge, consiglio un fumetto: Dylan Dog n.438 – La città senza nome (2023). Racconta di un luogo sperduto, abitato da persone cieche, costruito attorno a una centrale nucleare. Una metafora che ricorda fin troppo da vicino certe nostre realtà: città che smettono di vedere, che non hanno più nome né identità, e che finiscono per vivere di abitudini tossiche invece che di visione.