Una caduta, il volto insanguinato, la corsa al pronto soccorso. È accaduto ieri sera, poco dopo le 19, lungo viale Crucioli, a Teramo, dove un’anziana di 86 anni è inciampata su un tratto di marciapiede sconnesso finendo rovinosamente a terra. Una frattura al naso, diverse contusioni, la signora è stata medicata dai sanitari del pronto soccorso, che hanno ricevuto la famiglia con grande professionalità e attenzione.
Ma l’episodio, che poteva avere esiti ben più seri, riporta all’attenzione un problema che da tempo era stato segnalato al Comune. Le figlie infatti, preoccupate per le condizioni del marciapiede che si trova davanti al Tigre, avevano chiesto già mesi fa – anche pubblicamente – un intervento di manutenzione. “Non volevamo miracoli, solo sicurezza – raccontano –. Mamma percorre quel tratto ogni giorno per andare in chiesa, in farmacia, a fare una passeggiata. Lo avevamo segnalato l'ultima volta ad agosto, ma nulla è cambiato”.
Oggi quella richiesta inevasa diventa il simbolo di una trascuratezza che pesa sulla vita quotidiana, soprattutto delle persone più fragili. Perché dietro ogni buca, ogni dislivello, c'è la libertà di muoversi, la possibilità di restare autonomi, di sentirsi ancora parte di una comunità.
È difficile accettare che, in una città che parla di rigenerazione urbana e accessibilità, non si riesca a garantire la manutenzione di un marciapiede. Un gesto semplice, un dovere civico prima ancora che amministrativo.
Perché non è giusto che un’anziana non possa andare in chiesa o in farmacia senza rischiare di farsi male. E non è normale che le famiglie, dopo mesi di segnalazioni, si ritrovino a chiedere aiuto solo dopo un incidente.
Questa storia, purtroppo, non è un caso isolato. Ma ricorda a tutti – amministratori e cittadini – che la sicurezza non è un privilegio, è un diritto che si costruisce anche con piccole attenzioni, passo dopo passo.
N.S.
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