Tutto o molto era pianificato con l'intenzione di entrare nel cantiere tra i più importanti e nutrito di Italia.
111 opere per quasi 4 miliardi di euro.
Milano-Cortina 2026 ma i tentativi di infiltrazione sono stati bloccati dalla struttura per la prevenzione antimafia del Ministero dell’Interno. Attraverso interdittive e misure di vigilanza collaborativa, il prefetto Paolo Canaparo ha alzato la cortina di difesa come barriera dello Stato contro l’economia criminale. Gli interventi sono in aumento: già 40 nei primi dieci mesi del 2025.
In tutto il Paese, da Nord a Sud, sono state applicate 18 misure cautelari (interdittive e di prevenzione collaborativa) nei confronti di aziende che cercavano di entrare nei cantieri delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026 e nei progetti di ricostruzione nelle aree del Centro Italia colpite dal sisma. Delle misure adottate, 16 sono interdittive — che vietano alle aziende di stipulare contratti con la pubblica amministrazione — e 2 sono provvedimenti di prevenzione collaborativa della durata di un anno. Questi ultimi riguardano imprese che, pur non risultando completamente compromesse, presentavano elementi di vulnerabilità tali da richiedere un controllo costante e approfondito. Se, nel periodo di sorveglianza, non emergeranno ulteriori segnali di infiltrazione e verrà accertato il venir meno delle condizioni che avevano motivato il provvedimento, sarà possibile rilasciare un’informazione antimafia liberatoria.
La provincia più colpita da questi interventi è Foggia, con nove misure complessive — sette interdittive e due collaborazioni — a conferma della persistente pressione mafiosa in alcune aree della Puglia. Seguono le province di Caserta e Catania con due provvedimenti ciascuna; ulteriori misure sono state adottate nelle province di Torino, Teramo, Modena, Lecco e Ancona. Emblematico il caso del cantiere in provincia di Lecco, destinato a lavori legati alle Olimpiadi, dove investigatori della DIA e forze dell’ordine hanno effettuato accessi e controlli completi, dimostrando che la linea di prevenzione non si ferma ai contesti “tradizionalmente sensibili”.
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