Non posso aiutare mio figlio perché è maggiorenne
Caro Giancarlo,spero che questa mia lettera possa servire a qualcosa, nell aiutare mio figlio ventiseienne e forse anche altri genitori e ragazze/i.
Fino a 18 anni mio figlio era di esempio a tanti suoi coetanei, responsabile,dolce,solare,rispettoso delle regole in casa,insomma non mi dava nessun tipo di problema. Avevamo un buon dialogo,parlava con me di tutto. Dai suoi 20 anni tutto cambiò,abuso di alcool,droghe,non tornava più agli orari stabiliti,non sapevo più con chi passava le sue serate,a volte tornava il giorno dopo senza neanche avvisare, spesso mi portava a casa gente sempre diversa. Pensavo questo comportamento fosse legato all' età e all' assenza del padre,troppo impegnato con la sua vita per pensare al figlio. Dopo un po' di tempo la situazione pian piano inizia migliorare,lo convinco ad andare a colloquio con una psicologa.
La psicologa si apre uno studio,mio figlio continua gli incontri privatamente. Dopo circa un anno inizio a rivedere mio figlio inquieto. Ricomincia a fare tardi la sera,riprende l' uso di erba e di alcool,ricominciano le bugie,il gli sbalzi di umore,dai pianti all essere aggressivo verbalmente nei miei confronti,insomma tutti quei segnali che fanno pensare a una dipendenza. Disperata contatto la sua psicologa,(che non ha mai chiesto un incontro con me,pur sapendo che a casa eravamo io e mio figlio,sapendo che il nostro rapporto purtroppo era diventato molto teso),durante questa conversazione con la psicologa mi sento dire : "Signora,anche con un abuso di cannabis,non ci è mai morto nessuno e lei non può fare nulla perché suo figlio è maggiorenne". Ora a mio figlio non bastano più l alcool e l'erba,ora arriva a droghe più pesanti. Mi sono rivolta a medici, psicologi, psichiatri,sempre la stessa risposta,suo figlio è maggiorenne e non può fare nulla.
So benissimo che il voler uscire da questo baratro dipende dalla volontà di mio figlio,deve volerlo lui, lo so, ma come madre non posso accettare di vedere mio figlio rischiare la vita giorno dopo giorno,
Mi sento impotente,delusa,in colpa per non poter fare nulla e per non poterlo proteggere da questa gentaglia che sfrutta i momenti di fragilità di ragazzi e ragazze per guadagnare,li manipolano fino a portarli all uso di doghe più pesanti. Sono stata forte per anni,per dare sicurezza e forza a mio figlio,ma ora sono crollata,sono in depressione e sfido qualsiasi madre a restare tranquilla in una situazione simile,sono disperata e sola,non ho l' aiuto di nessuno,le poche persone che mi circondano sono state convinte dalle bugie di mio figlio che chi esagera sono io,quasi dandomi della pazza,anche perché apparentemente mio figlio sembra avere una vita normale, lavora e anche sodo.Io purtroppo ho problemi di salute che mi constringo a passare la maggior parte del tempo a casa,vorrei anche seguire mio figlio,ma non posso.
Ho insistito con il dialogo,nulla,ho avuto il pugno duro,nulla,ho provato anche la tecnica di far finta di niente,nulla anche qui. Ma può una madre restare ferma a guardare il proprio figlio che rischia la vita senza poter fare niente? Sono arrabbiata con questo sistema che non permette ad un genitore di aiutare il proprio figlio perché maggiorenne,allora perché maggiorenni li lasciamo alla deriva aspettando che si ammazzino? Li lasciamo nelle mani di una società dove se non bevi e se non ti droghi vieni emarginato? Perché uno psicologo non chiama un genitore per un incontro viste le problematiche? Perché la Asl non ha uno psicologo familiare a disposizione? Non tutti si possono permettersi uno psicologo familiare privatamente.
La legge sulla maggiore età dovrebbe essere rivista laddove ci sono questi tipi di problemi,ho sentito altri genitori,troppi,che non posso far nulla per via questa legge.
Giancarlo grazie per avermi ascoltata,almeno tu,grazie per avermi dato questo spazio.
Lettera firmata
Commenta