i Due Punti

A te, rosa encarnada

Non ho mai saputo il tuo nome.
Solo il tuo volto, bello come una ferita.
Negli occhi portavi un autunno eterno,
nel silenzio custodivi un grido che nessuno ascoltò.

Eri una rosa encarnada,
rossa di vita,
pungente di solitudine.

Ti ho vista passare come un frammento di luce
in un giorno grigio,
e da allora mi chiedo
chi ti avrà amata,
chi ti avrà persa,
chi ti avrà dimenticata.

Ora so soltanto che il vento porta via i fiori prima del tempo,
e che la tua bellezza vive,
anche se il mondo non ti ha mai saputo chiamare per nome.

Che riposi in pace. La conoscevo di vista, ci salutavamo sempre dalle nostre biciclette, senza nessuna presentazione. Questione di simpatia e rispetto a pelle. Non la vedevo da qualche settimana. Mi dispiace tanto, che tristezza. Non sapevo niente di lei e delle malelingue (a Teramo chi è senza peccato scagli la prima pietra, se ha coraggio), mi dispiace non vederla più...Ciao ragazza gentile dal dolce sorriso

Sinceramente non capisco le malelingue. Di cosa ci si deve vergognare oggi, a meno che non si fa del male a qualcuno? Di cosa si è macchiata questa gran bella ragazza? Era compagna forse di introversione, visto che, come a me, le piaceva osservare la natura in sella alla sua bicicletta. Provai, data la affinità, a corteggiarla indirettamente, ma non mi diede risposta. Non avrei mai pensato che quella bellissima ragazza, che si ravvivava i suoi capelli biondi per il Corso, avrebbe finito i suoi giorni sotto ad un treno